7 aprile 2018 - 10:32

Milano, «Io, regista e pubblicitario. Adesso vivo disegnando mappe della città a mano. Addio computer»

Dal Brasile a Milano passando per l’era Finardi come ex tecnico, si reinventa: vivo d’arte

di Francesca Bonazzoli

Mario Camerini  (LaPresse) Mario Camerini (LaPresse)
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Se la sua vita fosse una delle mappe che disegna, Mario Camerini si troverebbe in difficoltà perché le strade che ha percorso in 65 anni sono un disordinato zig zag, fra il vecchio e il nuovo Mondo. L’itinerario partirebbe da San Paolo del Brasile, dove è nato, e toccherebbe Milano dove nel 1962 si è iscritto al liceo artistico di Brera; poi una giovinezza rock’n’roll in giro per l’Europa al seguito di Eugenio Finardi; il lavoro di produttore e regista nella pubblicità per Mc Cann Erickson e Saatchi&Saatchi e la decisione di cambiare vita con il trasferimento a Rodi. «Ora sono tornato a Milano — racconta —, ma all’inizio mi sono trovato senza lavoro. Per gli illustratori ce n’è poco e così, invece di aspettare che mi commissionassero qualcosa, ho girato ristoranti, bar, birrerie, pizzerie della zona Savona/Tortona/Porta Genova e ho chiesto a tutti di partecipare alla produzione di una mappa comune. È stato un successo: sono arrivate subito 42 adesioni, più di quello che mi aspettavo».

La cartina si chiama «Milano tips» (suggerimenti), con il sottotitolo food directory (elenco del cibo). La sua particolarità sta nel fatto che le strade sono disegnate a mano a china e acquerello con la tecnica del «bird’s eye view», cioè a volo d’uccello, e sarà distribuita gratuitamente durante il Salone del Mobile. «Tutto è ormai diventato un “district” e allora mi sono detto: disegno delle mappe. Avevo già fatto questa esperienza a Rodi dove non c’erano cartine della città vecchia perché lì hanno ancora la paranoia dei Turchi. Sono piaciute tantissimo perché non sono brutte come quelle di solito fatte al computer. Le mie hanno un aspetto da poster fricchettone, però sono precisissime. Oltre a essere utili durante il viaggio, poi si possono portare a casa come ricordo e si possono incorniciare». Dopo Rodi, per conto di Skymap, una società anglo greca, sono arrivati gli ordini per molte altre isole e Atene. Insomma il sistema era ormai ben rodato tanto che è stato un gioco da ragazzi replicarlo in Italia. «Quando sono tornato non ho più lasciato l’attività di disegnatore che è sempre stata la mia passione — racconta ancora —. Mi sono messo a fare almeno un centinaio di cartine. Le vendevo agli assessorati del Turismo, poi i comuni non hanno più avuto una lira da spendere e ho cominciato a farle da solo raccogliendo sul loro bordo gli annunci pubblicitari».

Per Roma Camerini ha appena concluso un progetto di 22 mappe corrispondenti a tutti i Rioni del Municipio 1: accostate, ricompongono la totalità del centro storico come un puzzle. «Mi sono divertito moltissimo da giovane. Ho fatto il tecnico del suono e guidavo il camion di Finardi. Montavo, smontavo le apparecchiature e al mattino ripartivamo. Erano gli anni intorno al ’75, il momento in cui esplodeva la musica ribelle. Poi ho smesso perché non ce la facevo più e ho sono passato alle produzioni pubblicitarie, che allora erano milionarie, e all’illustrazione di libri. Però preferisco fare il disegnatore da solo e non voglio più dare retta agli altri. Da quando sono in proprio guadagno meno — aggiunge ancora —, ma mi sento molto più felice. E poi mi sono reso conto che i disegnatori più bravi, che prima mi facevano invidia, erano tutti i sopra i cinquant’anni. Ora che sono invecchiato non ho più problemi di autostima o paura che i miei lavori non siano belli».

Nei progetti futuri ci sono le zone Solferino-Garibaldi, corso Como, Lambrate Ventura, Quadrilatero della moda. «C’è molto da fare e con i “district” potrò svoltare», assicura ridendo. Non teme nemmeno che qualcuno gli rubi l’idea: «Ci ha già provato in Grecia un grafico inglese. Ma non ha funzionato. Dovrebbe essere un disegnatore bravo come me».

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