13 febbraio 2018 - 08:13

Milano, la cappella di Sant’Aquilino: appello per salvare mosaici e dipinti

Lunedì prossimo inizia il restauro dei mosaici superstiti che un tempo ricoprivano interamente le quattro pareti dell'atrio della cappella: quaranta metri quadrati in tutto. La fine dei lavori è prevista per l'estate. Poi toccherà agli affreschi

di Paola D’Amico

Ticinese. La cappella in San Lorenzo (LaPresse) Ticinese. La cappella in San Lorenzo (LaPresse)
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Conto alla rovescia per il maxi restauro della Cappella di Sant'Aquilino. Lunedì prossimo, dopo sei mesi di studi preparatori, inizia il restauro dei mosaici superstiti che un tempo ricoprivano interamente le quattro pareti dell'atrio della cappella: quaranta metri quadrati in tutto. La fine dei lavori è prevista per l'estate. Poi toccherà agli affreschi, quelli più antichi, risalenti al IV secolo, quando Milano era capitale dell'Impero Romano. E quelli più recenti, che sostituirono le porzioni di mosaico che, forse perché in stato di conservazione precario, a metà del Seicento furono messi in vendita. Non è escluso, infatti, che porzioni si trovino tuttora in qualche giardino della borghesia milanese.

Intanto, monsignor Gianni Zappa, parroco delle tre parrocchie San Lorenzo, San Giorgio al Palazzo e San Satiro, riunite nell’Area pastorale Torino-Ticinese, lancia una sottoscrizione pubblica, perché i fondi — seicentomila euro — trovati grazie all'intervento della soprintendente alle Belle Arti, Paesaggio e Archeologia, Antonella Ranaldi — un finanziamento Cariplo e altri fondi raccolti attraverso la pubblicità — non sono sufficienti a completare la messa in sicurezza della basilica. Il costo stimato dei lavori sfiora i 2 milioni di euro. «Molte generazioni hanno visitato con stupore questo complesso architettonico — spiega don Zappa — . Oggi sentiamo la responsabilità della conservazione della sua bellezza».

Vanno risanati la copertura, gli intonaci interni alla basilica e alla cappella intitolata al sacerdote di Wurzburg che fu martirizzato a Milano nel 1018 e che i facchini della città elessero a loro patrono, dando il via ad un culto cresciuto nei secoli e vivissimo ancora oggi, a mille anni dalla morte.

La storia della basilica, uno degli edifici religiosi più antichi di Milano, è costellata da crolli e incendi, che non hanno però cancellato i segni visibili dei primi secoli del Cristianesimo, tra i quali appunto i mosaici superstiti della cappella di Sant'Aquilino.

La Soprintendenza si occupò a più riprese di preservarne la bellezza. Nel 1913 furono portati in luce gli interrati, «dove sono visibili i materiali provenienti dal vicino Anfiteatro», aggiunge la soprintendente Ranaldi, decisa a valorizzare un percorso museale che colleghi le Colonne di San Lorenzo, la basilica, il parco retrostante e appunto l'Anfiteatro. Restano aperti molti interrogativi. Non è certo se la cappella sia coeva o addirittura precedente al mausoleo che Galla Placidia, sorella dell'imperatore Onorio che trasferì la capitale dell'Impero Romano d'Occidente da Milano a Ravenna, fece costruire per sé intorno al 425-45. Identica la tecnica dei mosaici. Che in San Lorenzo mostra alcune particolarità. Come ha chiarito Claudia Tedeschi, che li ha studiati per mesi e ora guiderà il restauro: «Si vedono le mani di quattro distinti mosaicisti. Abbiamo studiato i materiali, preso i campioni, investigato gli indizi nascosti, compreso che c'era una squadra al lavoro e che le diverse figure furono realizzate da mosaicisti diversi».

La cappella durante i lavori non chiuderà al pubblico. Anzi. Al centro, dice don Zappa, sarà collocato un totem che ne illustrerà il progetto.

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