3 gennaio 2018 - 16:10

Slogan antisemiti in arabo, il Pd fa denuncia. Sala: intollerabile

Il fatto era accaduto il 9 dicembre in piazza Cavour, durante una manifestazione pro Palestina: per otto volte era stato scandito il motto dei jihadisti e dei missili di Hezbollah, che ricorda la strage e la schiavitù degli ebrei

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Mercoledì mattina il deputato Emanuele Fiano e il segretario del Pd di Milano Pietro Bussolati hanno presentato una denuncia contro chi ha pronunciato slogan antisemiti alla manifestazione pro Palestina che si è tenuta in piazza Cavour lo scorso 9 dicembre. Nella piazza milanese è risuonato lo slogan islamista «Khaybar, khaybar ,Ya Yahud, jaish Muhammad saya ‘ud» che tradotto significa: «Khaybar, Khaybar, o ebrei, l’armata di Maometto ritornerà». Il motto dei jihadisti e dei missili di Hezbollah che ricorda la strage e la schiavitù degli ebrei è stato ripetuto otto volte dai manifestanti. «In democrazia - ha spiegato Fiano - c’è spazio per le critiche politiche a chiunque. Non c’è spazio per l’antisemitismo di qualsiasi matrice e per l’incitamento al massacro e alla morte degli ebrei o di chiunque. Non può essere consentito di manifestare per l’uccisione di qualcuno. Ma c’è di più, l’ inquinamento antisemita di matrice islamica, delle rivendicazioni politiche dei palestinesi, in Italia, è di una gravità e pericolosità assoluta. Ringrazio la Polizia di Stato che dal primo momento è al lavoro su questo grave episodio».

Bussolati: «Deriva xenofoba»

«Il diritto di critica a Israele, così come quello di contestare la decisione di Trump su Gerusalemme - ha spiegato Bussolati -, è legittimo e come tale va garantito. Gli slogan pronunciati nel corso di quella manifestazione, però, non possono essere confusi e ricondotti a tale diritto». Secondo il segretario Pd, si tratta di «segnali di una deriva xenofoba e antisemita, dalla matrice neofascista, che non possono essere ignorati e nei confronti dei quali sono necessarie una presa di posizione netta e una denuncia forte e chiara».

Sala: «Intollerabile»

Sulla vicenda ha rilasciato una dichiarazione anche il sindaco di Milano Giuseppe Sala, al quale la Comunità ebraica milanese aveva rivolto un appello. «Lascia sgomenti sentire pronunciare slogan antisemiti, violenti e intollerabili nella nostra città - scrive Sala in una nota -. Milano, medaglia d’oro alla Resistenza, non può permettere un così avvilente spettacolo, che fa scempio della sua memoria e di quella dei suoi cittadini - ebrei e non - che hanno dato la loro vita per difendere la libertà, principio alla base di ogni democrazia. L’odio e la prevaricazione alimentano i conflitti, non li spengono. La nostra città condanna gli estremismi di ogni forma e colore: quelli di ieri come quelli di oggi, con la stessa forza e determinazione. Non permettiamo che la voce di pochi faccia più clamore dei comportamenti corretti di molti. Ma collaboriamo, nel rispetto reciproco, per fare in modo che ciò che è accaduto in piazza Cavour non succeda mai più, a Milano e in tutto il mondo».

Sardone: imam intervengano

«Milano non può accettare in silenzio - commenta Silvia Sardone, consigliere comunale di Forza Italia - che nelle piazze cittadine ci siano grida antisemite che inneggiano alla morte degli ebrei. Dopo la denuncia del giornalista Giulio Meotti finalmente sono arrivate parole di condanna dalla politica ma non abbiamo ancora commenti dalle associazioni islamiche. Al corteo avevano aderito molti imam e realtà musulmane della città. Ci aspettiamo che intervengano per esprimere una reale lontananza da quanto successo. È forse normale per l’Ucoii, il Caim e altre realtà islamiche che a Milano si possano gridare indisturbati cori orrendi che istigano all’odio e alla violenza? Cosa ne pensa inoltre la consigliera comunale Sumaya Abdel Qader, sempre vicina alle istanze dei musulmani e spesso critica verso Israele, di quanto successo? L’antisemitismo nelle piazze milanesi va combattuto senza se e senza ma, il silenzio del mondo islamico a Milano è inaccettabile».

L’episodio storico

Khaybar è il nome dell’oasi dell’Hegiaz abitata da ebrei che Maometto conquistò nel 628. Il luogo ha assunto un significato leggendario e mitico nella prospettiva islamista di una sottomissione finale e violenta degli ebrei. Maometto, a capo di un esercito di milleseicento uomini, scandendo la parola d’ordine «Fino alla vittoria! Uccidi! Uccidi! Uccidi!», aggredì gli ebrei insediati nell’oasi di Khaybar, a nord di Medina, completando l’opera di «pulizia etnica» degli ebrei. Molti gli attestati di solidarietà alla Comunità ebraica milanese, tra i primi quello dell’Anpi provinciale.

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