10 gennaio 2018 - 07:39

Milano, Fontana per il dopo Maroni: la staffetta-lampo resta in bilico

Niente fumata bianca: Attilio Fontana dovrà attendere ancora prima di lanciare la sua corsa a Palazzo Lombardia. Il terremoto nel centrodestra scatenato dalla rinuncia al bis di Maroni non è ancora rientrato. Soltanto oggi (forse) Berlusconi darà il suo via libera

shadow

Il giorno dell’investitura di Attilio Fontana non è ancora arrivato. Quella che nelle intenzioni del Carroccio doveva essere una staffetta lampo, per limitare il contraccolpo dell’improvviso addio di Roberto Maroni a un bis in Lombardia, avrà bisogno di altre 24 ore di tempo. Tutto è appeso ai sondaggi commissionati da Silvio Berlusconi per testare la popolarità dell’ex sindaco leghista di Varese, oltre alle resistenze di Forza Italia che vorrebbe in corsa Mariastella Gelmini. Intanto oggi, nell’ex Stalingrado di Sesto San Giovanni, Liberi e uguali ufficializzerà il suo candidato governatore. Anche nel centrosinistra in realtà non tutto sarebbe cristallizzato: nelle ultime ore è aumentato il pressing del Pd su Pietro Grasso nella speranza di riuscire ad aprire prima del 29 gennaio (data limite per il deposito delle liste) uno spiraglio per disinnescare una corsa alternativa alla sinistra di Giorgio Gori.

Andiamo con ordine. Il giorno dopo il terremoto scatenato dall’annuncio del governatore uscente, la fumata bianca sul nome del successore slitta ancora. In una lunga giornata d’attesa, in un clima da guerra fredda tra alleati, un po’ tutti si affrettano a smentire possibili aspirazioni romane di Maroni. Parte Berlusconi: «È impensabile ipotizzare per lui ruoli politici e tantomeno nel governo futuro». Quindi Matteo Salvini: «Se lasci il tuo incarico in Regione Lombardia che vale molto di più di tanti ministeri evidentemente in politica non puoi più fare altro». Il diretto interessato si limita a ripetere: «Ho deciso di non ricandidarmi per ragioni personali e ho dato la mia disponibilità politica, ma non ho chiesto e non chiedo nulla, non pretendo nulla, non mi candido a nulla, se non a una nuova vita». Se Roberto Formigoni rimprovera a «Bobo» la tempistica («Poteva pensarci prima, mette in difficoltà la coalizione»), a dar l’idea del clima di sospetto e veleni è il botta e risposta tra Stefano Parisi e Paolo Romani. Il leader di Energie per l’Italia legge dietro al forfait «un disegno politico di FI contro la Lega». «Parole folli», ribatte l’azzurro.

A sinistra oggi sarà invece il giorno dell’assemblea regionale di Leu che con ogni probabilità incoronerà Onorio Rosati. Il suo sarebbe l’unico nome in corsa, dopo l’indisponibilità del profilo civico femminile inizialmente avanzato dalla componente di Sinistra Italiana. Non per questo la squadra di Gori ha intenzione di fermare le sirene rivolte alla sua sinistra. La speranza è che le difficoltà del centrodestra a individuare un nome in tempi rapidi convinca il movimento di Grasso sulla reale contendibilità della Lombardia e possa aprire un qualche spiraglio di accordo, anche se la candidatura di Matteo Renzi in Lombardia rischia di complicare il dialogo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT