23 gennaio 2018 - 10:45

Elezioni regionali 2018, centristi e ex Pdl in lista con Gori (Pd). E Fontana (Lega-Fi-FdI): «Via centomila clandestini»

Manovre per allargare i consensi. Polemica sulla razza, Sala al leghista: stia zitto

Da sinistra Attilio Fontana, Giorgio Gori e Dario Violi Da sinistra Attilio Fontana, Giorgio Gori e Dario Violi
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Tanta società civile, mondo del lavoro e ordini professionali, l’associazionismo laico e cattolico, un certo numero di ciellini, qualche ex esponente locale del centrodestra, sindaci o assessori di provincia un tempo eletti col Pdl, persino qualche maroniano deluso. La lista di Giorgio Gori nasce proprio per questo: cercare voti al di fuori dei perimetri classici del centrosinistra. Non che la «civica» del candidato pd sia solo un elenco di moderati, però. Correrà con Gori, per dire, anche Stefano Apuzzo, ambientalista tutt’altro che soft e supporter, sul piano nazionale, dei bersaniani di LeU. I capilista saranno, nella circoscrizione di Milano, il rappresentante di Acli Lombardia Giambattista Armelloni, le consiglieri uscenti Daniela Mainini (avvocato) e Silvia Fossati (manager), il giornalista Stefano Golfari (figlio del secondo presidente della Lombardia) e il sindaco di Lainate Alberto Landonio. Aspirano però a un posto al Pirellone, a fianco del sindaco di Bergamo, anche i ciellini Luca De Simoni, che nel 2013 provò la corsa al Pirellone con Gabriele Albertini, e Giovanni Belloni, il presidente pavese dell’ordine dei medici. Scorrendo l’elenco dei candidati della lista Gori i seguaci di don Giussani si trovano praticamente in ogni provincia. Tra i transfughi del centrodestra da segnalare poi l’ex assessore mantovano al Welfare della giunta Sodano Arnaldo De Pietri, il sindaco di Pedrengo (eletto col centrodestra) Gabriele Gabbiadini e il bresciano Gianluigi Lussana, già presidente dell’associazione papà separati e candidato nel 2013 con Maroni.

Nei prossimi giorni si capirà il «modulo» dell’alleanza di centrosinistra. Oltre alle «civiche» del candidato, ci saranno la lista del Pd (il segretario milanese Pietro Bussolati ha lanciato la sua candidatura col ministro Graziano Delrio), quella di Insieme (socialisti e ambientalisti), Lombardia progressista (in pratica, la sinistra di Pisapia) e i Radicali di Emma Bonino che stanno ultimando la raccolta firme. Rimane invece da capire se l’altra formazione moderata, quella ispirata al movimento di Beatrice Lorenzin, presenterà il simbolo oppure rinuncerà alla corsa in proprio accontentandosi dell’ospitalità offerta a singoli esponenti dalla lista Gori.

Sull’altro fronte, Attilio Fontana è di nuovo al centro delle polemiche. In un’intervista rilasciata a Libero, l’ex sindaco di Varese ha rivelato la sua priorità in caso di elezione: «Espellere i centomila clandestini che ci sono in Lombardia; persone abbandonate a loro stesse che costituiscono un enorme problema sociale e di sicurezza». Non solo. Nella stessa intervista, pur ribadendo il passo indietro sulla «razza bianca» («Un errore»), Fontana ha confessato la sua convinzione: «Nei sondaggi sono salito e più di una persona mi ha fermato per spronarmi a non mollare. Quello scivolone ha fatto sì che il mio ragionamento venisse compreso da tutti. E poi ha risolto in un secondo il problema di farmi conoscere».

Tra le mille reazioni, da segnalare quella sdegnata di Beppe Sala. «Ma almeno stia zitto, che non ci butti in faccia una cosa del genere», ha detto il sindaco ai militanti del Pd riuniti alla convention di Bussolati: «Bisogna andare a prendere un voto alla volta, altrimenti lasciamo il nostro magnifico territorio a uno così». Attilio Fontana ha partecipato al Dal Verme all’evento «Che non abbiano mai fine - La memoria ebraica tra musica e concerti». «Mi impegnerò contro ogni forma di negazionismo della Shoah, di qualunque matrice, e nella difesa dello Stato d’Israele dai totalitarismi islamisti», ha commentato il candidato del centrodestra.

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