1 marzo 2018 - 07:52

Università a Milano, la scalata di Politecnico e Bocconi. Ma Bicocca: la classifica ci penalizza

I voti agli atenei di 75 Paesi. Tra le migliori università per design e business. La polemica: «Favoriti i privati»

di Luca Salvi

(LaPresse) (LaPresse)
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Politecnico tra le migliori dieci università al mondo per architettura e design. Tra le prime venti per ingegneria. Bocconi nella top ten di Business e management. A dirlo la nuova graduatoria per facoltà (World university rankings by subject) realizzata da Qs — Quacquarelli Symonds, una delle più importanti agenzie specializzate in educazione, che ha confrontato 4.522 università di 75 nazioni in base a capacità di fare ricerca, reputazione dei docenti e valutazione dei laureati. In polemica la Bicocca, che ha scelto di boicottare la classifica «perché gli atenei pubblici vengono sfavoriti».

Il Politecnico si afferma tra i primi 20 al mondo nelle tre aree di appartenenza. Risulta diciassettesimo in ingegneria (era al posto 24 nel 2017 e al 48 sei anni fa), nono in architettura (quattordicesimo lo scorso anno), quinto in design (era settimo). «Merito di una politica che viene da lontano e guarda lontano — afferma il rettore Ferruccio Resta — e di programmi di formazione che interpretano il cambiamento mantenendo solide basi scientifiche, laboratori di ricerca all’avanguardia e campus all’altezza degli standard internazionali. Puntiamo su alleanze con le principali imprese e su programmi internazionali con prestigiose università del mondo». Il Politecnico rivendica il primato in Italia per finanziamenti ricevuti nel programma Horizon 2020 e il tasso di occupazione del 92,9% degli studenti a un anno dalla laurea. Nonostante possa contare su un decimo delle risorse degli atenei internazionali al top. La Bocconi guadagna una posizione nell’area di Business e management (decimo posto), quattro posizioni in contabilità e finanza (ventesimo posto) e si conferma sedicesima in economia ed econometria. Nella graduatoria di scienze sociali e management, infine, la Bocconi passa dalla posizione 17 alla 11. «Il capitale umano è al centro del programma Bocconi — spiega il rettore Gianmario Verona — e nel mercato accademico i nostri concorrenti sono sempre più atenei come Harvard e London school of economics con i quali ci contendiamo i migliori ricercatori». Alla Statale registrano miglioramenti in medicina (79ª al mondo e prima in Italia), scienze politiche e psicologia (50 posizioni recuperate), in farmacologia (46ª) e veterinaria (49ª). «Merito dell’impegno — dice il prorettore all’Internazionalizzazione Monica Di Luca — nel reclutamento di ricercatori e nella promozione dei giovani che vincono i bandi del Consiglio europeo della ricerca».

Sale anche la Cattolica. «Siamo tra le prime 200 al mondo — spiega Pier Sandro Cocconcelli, delegato all’Internazionalizzazione — nelle macroaree alle quali afferiscono 12 facoltà dell’ateneo». In arti e umanistica guadagna 32 posizioni e 137° posto, in psicologia e sociologia 50. E debutta tra le prime 100 in teologia e studi religiosi». La Bicocca invece non guadagna posizioni. O ne perde come in scienze naturali e medicina. Ma c’è un motivo, e ha radici polemiche. «Abbiamo scelto di non impegnare personale — afferma il prorettore vicario Paolo Cherubini — per raccogliere e inviare i dati, che non sono aggiornati». Secondo Cherubini, «la posizione tra i primi mille atenei del ranking, su oltre 24 mila nel mondo, di 27 università italiane statali, la metà del totale, è già un ottimo risultato». E questo perché la graduatoria è viziata, «un servizio commerciale che premia atenei privati americani, dell’estremo oriente e dei Paesi arabi che chiedono tasse altissime utilizzate per assumere premi Nobel e attrarre studenti abbienti. Impensabile in Italia dove non si può investire più del 20% delle tasse in reclutamento. Giochiamo una lega a parte».

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