Milano, 27 ottobre 2017 - 07:42

Tavolo col governo per l’autonomia dopo il referendum: autostrade, sanità e beni culturali

Ecco la prima bozza della risoluzione voluta da Maroni. Nel testo che dovrà essere approvato dal consiglio regionale si chiede la gestione lombarda degli aeroporti, una quota del canone Rai e correttivi al sistema tributario

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È la prima bozza. E nel giro di dieci giorni diventerà la risoluzione che il governatore Roberto Maroni porterà al tavolo con il governo. Da limare, da trattare, da modificare, ma che comunque dà l’idea di quello che la Regione andrà a chiedere a Roma dopo il referendum sull’autonomia del 22 ottobre. La Lombardia chiede più competenze dal sistema tributario alla sanità, dalla cultura al canone Rai, dal lavoro alla gestione diretta degli aeroporti.

Partiamo dal fisco. All’articolo 19, quello che riguarda il coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario, si legge: «Si chiede di esercitare una reale potestà in relazione alla costituzione di uno strumento perequativo che porti la Regione a essere il soggetto che introita parte dei proventi erariali e li ridistribuisce sul territorio». Ma non è la sola richiesta: la Regione vuole potere scegliere come ridistribuire sul territorio l’intera tassazione sui veicoli e chiede piena autonomia sulla disciplina della tassa automobilistica. Da trattenere inoltre una quota parte delle imposte pagate sul territorio lombardo per l’attivazione di programmi di difesa del suolo.

Altro capitolo strategico, quello della sanità. Più autonomia vuole dire per il Pirellone avere soprattutto margini di manovra maggiori nella definizione dei ticket che i cittadini devono pagare per visite ed esami: «Si ritiene necessaria la definizione di un quadro di risorse autonome di finanziamento del sistema sociosanitario che consenta (...) di modulare — si legge nel documento — la compartecipazione alla spesa sanitaria». Da ricordare che lo scorso febbraio il dimezzamento del superticket da 30 euro voluto dall’assessore Giulio Gallera è stato considerato illegittimo dal Consiglio dei ministri perché in contrasto con l’articolo 117 della Costituzione. Passiamo ai beni culturali. Anche qui la richiesta è forte. «L’acquisizione della titolarità o della gestione dei beni culturali statali presenti sul territorio (musei, biblioteche, archivi, aree archeologiche, complessi monumentali)». Si chiede la regionalizzazione del Fondo unico dello spettacolo.

In termini più generali la Regione chiede l’attribuzione «delle funzioni in materia di tutela dei beni culturali, intese a tutto campo». Non senza rinunciare a uno dei capisaldi della Lega: «La finalità di carattere generale è quella di connotare gli interventi per la cultura secondo i fattori e le identità caratterizzanti il territorio».

C’è il capitolo delle grandi infrastrutture. La Lombardia chiede la competenza per approvare le infrastrutture strategiche che insistono sul territorio e la piena governance degli aeroporti lombardi con il ruolo di ente concedente. Rivendica anche la «potestà concessoria in merito alle autostrade sul territorio, con introito dei relativi canoni».

A proposito di canone, nel mirino finisce anche quello della Rai. La Regione vuole un ruolo più incisivo «con conseguente impiego a livello regionale di una quota del canone Rai» versata dai cittadini oltre che parte degli introiti pubblicitari. L’istruzione è un altro snodo fondamentale. La richiesta contenuta nella bozza sull’autonomia discussa ieri al Pirellone riguarda l’organizzazione regionale del sistema educativo con la programmazione della rete scolastica «compresi gli aspetti relativi alla definizione del fabbisogno e alla dotazione organica». E soprattutto «la disciplina dell’organizzazione e del rapporto di lavoro del personale dirigente, docente, amministrativo delle istituzioni scolastiche», con la costituzione di un albo regionale degli insegnanti dal quale attingere per il reclutamento diretto del personale docente da parte delle scuole.

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