5 aprile 2018 - 22:22

Salvini: «Di Maio? Da Berlusconi sterzata filo Pd, io sceglierò sempre M5S»

Il leader leghista per tutta la giornata non sente al telefono né Berlusconi né Meloni: «Silvio contro l’accordo, ma serve un governo forte»

di Marco Cremonesi

shadow

MILANO — «Che devo dire? Silvio Berlusconi questa mattina ha fatto una sterzata contro l’accordo e filo Pd...». Matteo Salvini sta andando alla cena di gala dell’ambasciatore armeno in Italia. Se è innervosito, non lo dimostra, anche se ha di nuovo smesso di fumare. Però, per tutto il giorno, il segretario non ha parlato al telefono con nessuno: «Non con Berlusconi, non con Meloni». E con Luigi Di Maio? «Neanche con lui». Per l’intera giornata in Lega è rimbombato lo sconcerto per le parole del Cavaliere all’uscita dalle consultazioni al Colle. Parole tutte giocate, per dirla con un deputato, «come se fossimo tornati in campagna elettorale, con lui che ricomincia a dire che i 5 Stelle sono più pericolosi dei comunisti».

«Tra il Pd e i 5 Stelle...»

Resta il fatto — su cui Forza Italia conta esplicitamente — che per il leader leghista sarebbe assai difficile formare un governo Lega-5 Stelle senza centrodestra. Anche perché — lo dice Antonio Tajani — Salvini non potrebbe «andare a fare il numero due di Di Maio». Il capo leghista, però, trancia secco. Netto come mai fino a oggi: «Sarebbe difficile, questo è certo... Ma se io un giorno mi trovassi a un bivio, non ho nessun dubbio su chi sceglierei: tra il Partito democratico e i 5 Stelle scelgo sempre i 5 Stelle». Mentre il vice di Salvini, Giorgetti, si stupisce del fatto che Berlusconi non abbia rinunciato al rapporto con i Dem: «Il Pd? Quale Pd? Mi sembra strano che uno come Berlusconi investa su qualcosa che non esiste».

«5 anni»

Ma che cosa ha detto il segretario leghista a Mattarella, oltre ad apprezzare il clima «molto schietto» dell’incontro? «Ho ripetuto quel che ho sempre detto. Che si parte dal centrodestra, ma che occorre trovare il modo di dare all’Italia un governo stabile che duri 5 anni». Sulla longevità del futuro governo, all’uscita dal colloquio con Mattarella, Salvini aveva sottolineato il «5 anni» ripetendolo per tre volte. Nella logica leghista è semplice: «Avremo bisogno — spiega il segretario— di un governo forte, in grado di resistere a Bruxelles, alla Bundesbank, allo spread e a tutto quel che si scatenerà».

«Ha toppato completamente»

Oltretutto, prosegue Salvini, «Forza Italia in questo modo toglie a Di Maio le castagne dal fuoco, gli consente di dire che sono altri quelli che chiudono». Giancarlo Giorgetti la dice ancora più netta: «Berlusconi gli ha alzato la schiacciata, e Di Maio ha schiacciato». Un riferimento al fatto che il capo politico dei 5 Stelle ieri ha affermato a chiare lettere di non riconoscere una coalizione di centrodestra anche in considerazione delle divisioni tra i partiti che la compongono. Nell’irritazione leghista, si ritaglia uno spazio anche Giorgia Meloni: la leader di Fratelli d’Italia ieri è tornata a chiedere l’incarico esplorativo per Salvini, dall’interessato esplicitamente escluso («L’esploratore lo facevo a dieci anni»). «Ha toppato completamente» sbuffa Giorgetti. In Lega si studia anche quello che potrebbe accadere in Forza Italia. I salviniani non nascondono di attendersi smottamenti nel partito azzurro. Non tanto e non ancora nell’ottica del partito unico del centrodestra a cui guarda il governatore ligure Giovanni Toti. Ma, riflette un parlamentare salviniano, «mi sembra difficile che, con questo clima, in Forza Italia nessuno si muova». E chiude con una battuta: «Hai visto mai che invece del partito unico si arrivi ai gruppi unici alla Camera e al Senato... ».

© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALTRE NOTIZIE SU CORRIERE.IT