L’arcivescovo di Milano mons. Mario Delpini ha criticato l’esposizione di simboli religiosi nel comizio di sabato del segretario del Carroccio Matteo Salvini. «Nei comizi si parli di politica»: così si è espresso monsignor Delpini, dopo il «giuramento» del leader della Lega con il rosario in mano. Matteo Salvini, chiudendo il comizio in piazza Duomo, fingendo di essere nominato premier ha inscenato un giuramento sul Vangelo e con in mano un rosario: «Giuro di applicare davvero la Costituzione italiana, da molti ignorata, e giuro di farlo - ha detto tra l’altro il segretario della Lega - rispettando gli insegnamenti contenuti in questo sacro Vangelo».
Quando gli è stato riferito il «richiamo» dell’arcivescovo, Salvini ha commentato: «Io faccio quello che penso, quello che sento, quello che credo. Penso che l’Italia abbia voglia di tranquillità, di sicurezza, di lavoro, di immigrazione controllata e tutto questo si fonda su radici cristiane che sono innegabili». «Abbiamo espresso un’idea di Italia chiara - ha aggiunto Salvini - che si basa sulla solidarietà, sul rispetto ma sulle regole, sui controlli, sulla dignità del lavoro e su radici cristiane che qualcuno ha negato sia in Italia che in Europa, poi sarò ben contento di confrontarmi anche con l’arcivescovo».