15 gennaio 2018 - 12:48

Fontana: «Razza bianca da difendere». Poi precisa: «È stato un lapsus». Salvini: siamo sotto attacco

Il candidato del centrodestra in Regione su Radio Padania: «Non possiamo accettarli tutti, sono molti più di noi, più determinati. Chi lo sostiene fa un discorso demagogico inaccettabile di fronte al quale bisogna reagire, bisogna ribellarsi»

Il candidato del centrodestra per la Lombardia Attilio Fontana (LaPresse) Il candidato del centrodestra per la Lombardia Attilio Fontana (LaPresse)
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«La nostra razza bianca», «noi come realtà etnica»: fanno discutere alcune espressioni usata in un’intervista dal candidato alla presidenza della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Che alla sua prima uscita pubblica con Matteo Salvini, domenica, aveva affermato: «Se ci sarà un governo di centrosinistra e si bloccherà l’autonomia, saremo costretti ad andare Roma con i forconi». Sempre domenica, intervistato su Radio Padania nella trasmissione «Sulla strada della libertà», l’ex sindaco di Varese ha dichiarato: «Noi non possiamo accettare tutti» gli immigrati «perché, se dovessimo accettarli tutti, vorrebbe dire che non ci saremmo più noi come realtà sociale, come realtà etnica». «Perché - ha proseguito - loro sono molti più di noi, più determinati nell’occupare questo territorio di noi. Noi, di fronte a queste affermazioni, dobbiamo ribellarci, non possiamo accettarle: qui non è questione di essere xenofobi o razzisti, qui è questione di essere logici, razionali. Noi non possiamo, perché tutti non ci stiamo. Quindi, dobbiamo fare delle scelte: decidere se la nostra etnia, la nostra razza bianca, la nostra società deve continuare a esistere o la nostra società deve essere cancellata: è una scelta».

«Quanti farne entrare, come assisterli, case, scuole»

«Se la maggioranza degli italiani dicesse “Vogliamo auto-eliminarci”, vorrà dire che noi - quelli che non vogliono auto-eliminarsi - ce ne andremo da un’altra parte», ha argomentato Fontana. «Viviamo una realtà irraccontabile», ha affermato. «Uno Stato serio dovrebbe progettare, programmare» per gestire «una situazione di questo tipo», ha proseguito, «e dire “Noi riteniamo giusto che possano essere accolti mille, centomila, un milione, cento milioni”», dovrebbe dire «quanti migranti noi vogliamo fare entrare, come li vogliamo assistere, che lavori vogliamo trovare loro, che case vogliamo dare loro, che scuole». «A quel punto, un governo fa un progetto poi lo sottopone ai propri cittadini e chiede “Siete d’accordo su questa scelta? Vi va bene?”. Allora, ha un senso - ha sostenuto -. Ma fare il discorso demagogico e assolutamente inaccettabile secondo cui dobbiamo accettarli tutti... È chiaro che è un discorso di fronte al quale bisogna reagire, bisogna ribellarsi».

«È stato un lapsus»

Dopo che le sue dichiarazioni sono state rilanciate dalla stampa, Fontana si è sentito in dovere di fare marcia indietro e precisare: «È stato un lapsus, un errore espressivo, intendevo dire che dobbiamo riorganizzare un'accoglienza diversa che rispetti la nostra storia, la nostra società». «Rispetto a quella frase, ascoltando il mio discorso per intero si capiva cosa intendevo dire», ha spiegato ancora Fontana. «Da sempre dico che andrebbe presentato un progetto, cosa si vuole fare, quanti immigrati vogliamo accogliere. Nella mia città (Varese, ndr) c'erano immigrati che dormivano nelle fabbriche abbandonate, non credo sia questo il tipo di accoglienza che vogliamo dare». Ci vogliono quindi «numeri, modo di integrazione, poi la gente può decidere ma un'immigrazione incontrollata non può che creare dei disastri», ha concluso.

Salvini: «Siamo sotto attacco»

«Al governo normeremo ogni presenza islamica nel Paese», rincara la dose Matteo Salvini. «Esattamente come in tempi non sospetti ha sostenuto Oriana Fallaci, siamo sotto attacco, sono a rischio la nostra cultura, società, tradizioni, modo di vivere. È in corso un'invasione, a gennaio sono ripresi anche gli sbarchi. Il colore della pelle non c'entra e c'è un pericolo molto reale: secoli di storia che rischiano di sparire se prende il sopravvento l'islamizzazione finora sottovalutata».

Gori: «Formazione, lavoro, crescita, Europa»

Tra le prime reazioni quella del candidato del centrosinistra per la presidenza di Regione Lombardia, Giorgio Gori, che su Facebook scrive: «Campagna elettorale: c’è chi parla di forconi e razza bianca. Noi parliamo di formazione, lavoro, crescita, Europa. Scegliete voi. #FareMeglio si deve, senza isterismi e demagogia». Il deputato pd Emanuele Fiano sul suo profilo Twitter cita le parole di Fontana rivolgendosi ai partiti di sinistra che hanno deciso di non sostenere Giorgio Gori: «Per i signori a sinistra che pensano che il futuro della Lombardia sia giusto affidarlo alle divisioni nel centrosinistra: "Fontana (candidato centrodestra): con troppi migranti razza bianca a rischio" . Bravi compagni continuiamo così».

Le reazioni da Renzi a Laforgia

Le parole di Fontana hanno subito suscitato una bufera politica con critiche e attacchi a livello nazionale. «La Lega parla di invasione e razza bianca. Noi con @giorgio_gori parliamo di innovazione e capitale umano. In Lombardia il voto del #4marzo è un derby tra rancore e speranza, tra passato e futuro. #faremeglio». Così Matteo Renzi, segretario del Pd, su Twitter. «La Lombardia è la più grande regione del Paese: la sua economia traina tutta l’Italia ed è punto di riferimento per l’Europa. Ci aspettavamo un dibattito alto, bello, nobile, sui contenuti. E invece il candidato della destra, leghista, parla di `razza bianca´ e di invasioni. Noi insieme a Giorgio Gori parliamo di innovazione e capitale umano. Siamo una squadra che sceglie il futuro, non la paura. Altro che farneticanti dichiarazioni sulla `razza bianca´: il derby tra rancore e speranza è la vera sfida che caratterizzerà il 4 marzo, in Lombardia come nel resto del Paese. Andiamo avanti, insieme», ha aggiunto il segretario Pd su Facebook. «Quelle di Fontana sono parole razziste inaccettabili. Il fatto che i sondaggi diano il candidato leghista molto avanti è un dato preoccupante. Ma è anche il segno che la discussione sulle coalizioni si concentra spesso solo sull’aritmetica e dimentica la politica - ha attaccato sempre su Facebook il capogruppo di Mdp a Montecitorio ed esponente di Liberi e Uguali, Francesco Laforgia - . Forse quello che è mancato in tutti questi anni è un pensiero autonomo della sinistra che affrontasse le paure e le solitudini generate dalla crisi economica. Quando accade questo, è il volto reazionario della destra a prendere il sopravvento, come è accaduto in Lombardia. Per questo occorre ricostruire un legame con le fasce più fragili della popolazione rimettendo al centro questione sociale, lavoro e diritti. Altrimenti quei cittadini impauriti continueranno a votare a destra, a prescindere dalle scelte di alleanze che faremo noi». E il deputato M5S Roberto Fico su Twitter: «La razza bianca è a rischio (che stupidaggine) ma la mamma dei cretini è sempre incinta». «Le parole sono un lapsus freudiano, perché quello che ha detto lo pensano in molti e questo non può che preoccupare. Io credo che dietro a molta della propaganda xenofoba che è stata alimentata in questi anni ci sia anche un tratto razzista», ha poi commentato il ministro della Giustizia, Andrea Orlando.

Coro di critiche

Le dichiarazioni di Fontana hanno suscitato un coro di critiche dal centrosinistra. «Siamo all’inizio della campagna elettorale, chissà quale sarà il prossimo passo. Probabilmente prima della fine della campagna dirà che tutti quelli che si chiamano Calogero e vengono dalla Sicilia hanno un mese di tempo per tornare a casa. Se tanto mi dà tanto..», ha commentato il sindaco Giuseppe Sala. E Maurizio Martina, ministro e vicesegretario pd: «Un candidato presidente che si lancia in dichiarazioni così deliranti dimostra drammaticamente di non essere all'altezza della più importante regione del paese». Franco Mirabelli, senatore Pd: «È chiaro che la deriva della destra non ha più limiti, altro che moderati». Angelo Bonelli di Verdi Insieme: «Che razza di ignorante!». Dario Violi, candidato del M5S per la Lombardia: «Parole vergognose, pensi prima a fare pulizia nel suo partito». Riccardo Nencini, segretario del Psi: «Parla di razza bianca proprio come il governatore dell'Alabama sessanta anni fa». Pietro Bussolati, segretario metropolitano del Pd: «Presentato come volto moderato della Lega, non è altro che un razzista». Ettore Rosato, capogruppo del Pd alla Camera: «Vergogna razzista». Ruth Dureghello, presidente della Comunità Ebraica di Roma: «È concepibile nel 2018 dover ribadire agli ignoranti che non esiste una razza bianca da difendere, a ottanta anni dalla promulgazione delle leggi razziali?».

La difesa

Dopo le critiche sono arrivate anche attestazioni in difesa di Attilio Fontana. «Il candidato del centrodestra in Lombardia - ha subito replicato su Facebook il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta - ha usato un’espressione infelice, ha avuto un lapsus e ha chiesto scusa. Ma francamente preferisco lo scivolone lessicale del nostro amico leghista all’opportunismo di Matteo Renzi e della sinistra al caviale che, lontani anni luce dai problemi reali della gente e dalle legittime paure legate all’invasione che il nostro Paese da ormai troppi anni subisce, con la scusa del politicamente corretto cercano di sfruttare subdolamente quanto accaduto». Per poi aggiungere: «In queste ore stiamo assistendo a indegne criminalizzazioni da parte dei soliti radical chic che, avendo perso ogni contatto con la realtà, si ergono a paladini della giustizia e della verità. Fontana ha sbagliato, ma è insopportabile chi prova a strumentalizzare cinicamente un errore, non rendendosi conto, colpevolmente, del sentiment del Paese»

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