Milano

Sesto San Giovanni, il sindaco diserta la cerimonia antifascista: l'Anpi insorge "E' la prima volta"

Roberto Di Stefano, sindaco dela città medaglia d'oro per l'alto contributo alla guerra di Liberazione non sarà alla manifestazione al monumento al deportato al Parco Nord danneggiato dai vandali. La replica alle critiche del Pd: "E' uno spot politico per la legge Fiano"
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Il gonfalone di Sesto San Giovanni, città medaglia d'oro della Resistenza non sarà alla manifestazione domenica al monumento al deportato al Parco Nord, ancora una volta danneggiato da vandali nei giorni scorsi. Anche il neo sindaco della ex Stalingrado d'Italia, Roberto Di Stefano, che guida una giunta di centrodestra eletta alle ultime Amministrative dopo oltre settant'anni di governi di centrosinistra,  non parteciperà. L'annuncio è stato dato con "sgomento e incredulità" dall'Anpi di Sesto San Giovanni: "il sindaco Di Stefano non parteciperà alla manifestazione al monumento al deportato al Parco Nord, ancora una volta violato con spregio dei martiri per la libertà della nostra città - denuncia in una nota la sezione sestese dell'associazione nazionale partigiani - Per la prima volta ad una manifestazione antifascista  - non sarà presente il gonfalone decorato con la medaglia d'oro per l'alto contributo alla guerra di liberazione.

La manifestazione, prevista per domani alle 10.30 presso il Monumento al Deportato del Parco Nord, è stata indetta dall'Anpi e dall'Associazione Nazionale Ex Deportati (Aned) dopo che, nella notte tra il 24 e il 25 settembre, sono state distrutte le teche di Auschwitz, Mauthausen, Ravensbrück, Gusen e Ebensee, contenenti le ceneri e le terre dei lager. Il sindaco Di Stefano, però non non ci sarà. Anche se ribadisce la sua condanna all'atti di vandalismo.  "Purtroppo la manifestazione è diventata un corteo di pubblicità per Fiano e la sua legge, con tutte le formazioni di sinistra pubblicizzate in maniera ampia e sconveniente - spiega in una nota il sindaco Di Stefano - Non ci prestiamo alle strumentalizzazioni della sinistra. Un evento neutro o istituzionale, senza forzature di partito, sarebbe stato sicuramente meglio".
 
Il presidente dell'Aned di Sesto, Giuseppe Valota,  figlio di Guido, morto a Mauthausen, aveva  scritto una lettera aperta al sindaco di Sesto per dirgli che "la Storia, i Valori, la Memoria della nostra città sono un bagaglio di tutti, al di là della lotta politica. Sta a Lei conoscere la storia della nostra città, sta a Lei, signor Sindaco, non immiserirla a beghe di partito. Per essere il Sindaco di tutta la città e della sua storia, e non di una parte". Secondo Valota, Di Stefano avrebbe espresso disappunto per la presenza del deputato Emanuele Fiano: "Lei in lui vede solo un deputato del PD la cui sola presenza La irrita. In realtà Emanuele Fiano è lì perché deve essere lì. Suo padre è stato deportato ad Auschwitz e liberato a Buchenwald. Molti suoi parenti sono stati uccisi a Auschwitz. Se proprio non vuole presenziare, faccia almeno pervenire il Gonfalone di Sesto, con la sua Medaglia d'oro oppure qualcuno che la sostituisca con la Fascia Istituzionale. Per rispetto della città, e dei suoi valori".

L'appello rivolto al sindaco Di Stefano è  caduto nel vuoto. Il primo cittadino di Sesto San Giovanni affida a una nota del Comune la replica alla polemica sollevata dall'Anpi sestese.   "In merito alla manifestazione di domenica l’amministrazione di Sesto San Giovanni ha deciso di non concedere il gonfalone in quanto il corteo è stato purtroppo strumentalizzato volontariamente in chiave politica - scrive il sindaco Di Stefano -  Nel momento in cui il volantino di invito all’evento pubblicizza in maniera ampia la presenza dell’onorevole Pd Fiano e l’adesione di Pd metropolitano, Pd Sesto San Giovanni, Articolo 1, Campo progressista, Pci, SinistraXMilano, Sinistra Italiana, Rifondazione Comunista e tante altre sigle di sinistra risulta chiaro che sia un corteo chiaramente di parte e politicizzato. Purtroppo la manifestazione è diventata un corteo di pubblicità per Fiano e la sua legge, con tutte le formazioni di sinistra pubblicizzate in maniera ampia e sconveniente. Un evento neutro o istituzionale, senza forzature di partito, sarebbe stato sicuramente meglio. Si ricorda inoltre che sul gesto vile al monumento al deportato la condanna dell’amministrazione comunale è stata forte, chiara e inequivocabile. Non dimentichiamo che il mio primo atto da Sindaco è stato commemorare due lavoratori sestesi, Luciano Migliorini e Pantaleo De Candia, perseguitati dai fascisti che hanno sacrificato la loro vita per rivendicare i diritti della libertà e della democrazia. L'amministrazione sarà sempre presente negli eventi istituzionali e di commemorazione ma non si presta a discutibili raduni di parte e pubblicità per esponenti o partiti di sinistra".
 
Nei giorni scorsi, Di Stefano, in un'intervtsta a Repubblica aveva affermato di "riconoscersi nei valori della Resistenza, ma che la Sesto del futuro non può guardare solo al passato, ma al futuro della Città della Salute e dell'arrivo della facoltà di medicina".