Milano

Referendum autonomia, Maroni al New York Times: "Più voti, più potere"

Anche l'Economist si interroga sul significato e le conseguenze della consultazione di domenica

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Il referendum per l'autonomia in Lombardia e Veneto finisce anche sul New York Times. Il quotidiano statunitense dedica infatti un articolo al voto referendario del 22 ottobre dal titolo: "First Scotland, then Catalonia, and now? Milan and Venice". "Più gente voterà, maggiore potere contrattuale avrò", ha spiegato il presidente lombardo, Roberto Maroni, alla giornalista Elisabetta Povoledo che ha firmato il servizio da Milano. Maroni ha aggiunto che "la fase rivoluzionaria" della Lega secessionista non ha funzionato. E ha tenuto a ribadire la differenza fra i referendum di domenica e quello della Catalogna. "Come i catalani - ha detto - anche noi abbiamo deciso di dare voce al popolo. La differenza è che quello che chiediamo noi è consentito dalla Costituzione italiana".
  Il servizio del New York Times evidenzia però come la richiesta di autonomia di Lombardia e Veneto, così come il caso della Scozia e di regioni di altri Paesi, sia il sintomo di qualcosa che potrebbe cambiare l'Europa dal punto di vista politico. Nel servizio dall'Italia viene anche raccontata la strada alternativa per l'autonomia imboccata dalla Regione Emilia Romagna, guidata dal Pd, che ha chiesto una trattativa diretta col governo senza ricorrere al referendum. "Un referendum - afferma il governatore Stefano Bonaccini - convocato pochi mesi prima delle elezioni - che chiede agli elettori se vogliamo autonomia è come chiedere se vogliamo bene alla loro madre". Per Bonaccini, il voto è anche un "chiaro tentativo" di aumentare i consensi della Lega.
 

Voto Catalogna, Salvini: "Per Lombardia e Veneto non ci saranno polizia e cariche"

Non solo. Perché anche L'Economist analizza il significato dell'appuntamento, con una lettura che scava nell'anima del Carroccio. "Chi l'avrebbe detto che i referendum di domenica prossima in Lombardia e Veneto sarebbero potuti essere così divisivi e sconvolgenti per la politica italiana?": si chiede il settimanale britannico mentre fa il punto sulle possibili conseguenze della vittoria del sì, data per probabile, e quelle che ne deriveranno per gli equilibri interni alla Lega Nord, il partito che più di tutti ha spinto per andare alle urne. Paradossalmente, si legge, la vittoria del sì "potrebbe causare problemi per il suo leader Matteo Salvini" perché, mentre i suoi compagni di partito si concentrano su Milano e Venezia, "lui ha cercato di allargare il suo consenso in tutta Italia grazie a un programma elettorale populista", con il partito Noi con Salvini, presente nel centro e sud Italia. "L'aspetto anti-meridionale del referendum difficilmente potrà aiutare la sue ambizioni nazionali", scrive l'Economist secondo cui anche "la posizione personale di Salvini all'interno del partito è a rischio", incalzato da Luca Zaia, governatore del Veneto, "che secondo alcuni analisti politici sarà il futuro leader della Lega Nord".
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