Milano

Referendum Lombardia: vero e falso

(ansa)
Dalle tasse allo statuto speciale, dal ticket alla gestione dei migranti: facciamo chiarezza
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"Padania e Catalogna sono associate in questa battaglia di libertà" sentenziava qualche tempo fa il leader della Lega, Matteo Salvini, salvo correggere il tiro dopo i fatti accaduti in Spagna affermando che "si tratta di due scelte totalmente diverse". Fatto sta che in queste settimane, a prescindere dalle opinioni, nei bar, nelle strade e sui social sul referendum lombardo spesso sono circolate delle clamorose fake news. C'è chi promette che dopo il referendum, la Regione toglierà il superticket su esami e visite. Chi sostiene che se vince il sì, i treni dei pendolari saranno veloci come Ferrari e altri che la Lombardia, con il sì avrà, lo statuto speciale. Facciamo chiarezza.

LO STATUTO SPECIALE
Servono l'ok del governo e una legge parlamentare
Anche in caso di vittoria del sì, la Lombardia e il Veneto non diventeranno automaticamente regioni a statuto speciale. Il referendum infatti non avrà effetti immediati. Il percorso che consente alle Regioni di ottenere nuove competenze è stabilito dalla Costituzione. L'articolo 116, oltre ad elencare le Regioni a statuto speciale, stabilisce che "ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dell'articolo 119". Quindi anche nel caso la trattativa con il governo andasse a buon fine, la legge per concedere nuove competenze dovrà essere approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti, sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata. E' vero, invece, che una forte partecipazione al voto al referendum consultivo potrà dare maggiore forza ai governatori di Lombardia e Veneto nella trattativa con il governo.

IL SUPERTICKET
Cancellarlo è gia possibile ma costa 130milioni l'anno
I lombardi continueranno a pagare il superticket su esami e visite mediche almeno fino a quando il governo deciderà di toglierlo. L'esito del referendum non potrà avere alcun effetto su questa voce. Il superticket infatti è stato introdotto da una misura nazionale. Anche la decisione che era stata presa dalla giunta regionale di dimezzarlo da marzo è stata poi congelata lo scorso 28 febbraio, dopo che il governo ha fatto ricorso alla Corte Costituzionale impugnando la delibera approvata dalla giunta di Roberto Maroni. Se la Lombardia volesse tagliare il superticket, in realtà, potrebbe farlo a prescindere dal referendum, ma solo se riesce a garantire l'ingresso della stessa cifra come compartecipazione alla spesa pubblica da parte dei cittadini. Altrimenti, per legge, non può farlo. La cifra da compensare si aggira tra i 130 e i 150 milioni di euro l'anno. Attualmente i lombardi per prenotare esami e visite mediche pagano un superticket fino a 30 euro.

LE TASSE
Il denaro dei tributi andrà comunque versato allo Stato
La Lombardia e il Veneto continueranno a versare l'attuale gettito fiscale allo Stato anche se il 22 ottobre dovesse essere approvato il referendum regionale consultivo. Non sarà possibile trattenere né il 75 per cento del ricavato delle tasse pagate dai cittadini di queste Regioni, come Roberto Maroni aveva promesso nella campagna elettorale del 2013 e nemmeno il 50 per cento di cui il governatore ha parlato in queste settimane. L'articolo 117 della Costituzione, infatti, inserisce tra le materie di competenza esclusiva dello Stato, "il sistema valutario; quello tributario e contabile dello Stato; l'armonizzazione dei bilanci pubblici e la perequazione delle risorse finanziarie". Diversamente dalle materie cosiddette "concorrenti", sulle quali la competenza è condivisa. Tara queste, i rapporti internazionali e con l'Ue, la tutela e la sicurezza del lavoro, l'istruzione e la formazione professionale, la ricerca scientifica, la tutela della salute, la protezione civile, il governo del territorio, la previdenza complementare e integrativa. Questi temi sono stati spesso al centro ricorsi alla Consulta da parte delle Regioni.

L'IMMIGRAZIONE
Nessuno stop agli arrivi di migranti e profughi
La Lombardia non potrà decidere in modo autonomo la politica sull'immigrazione, né quella sulla sicurezza. A prescindere dal risultato del referendum del 22 ottobre. L'articolo 117 della Costituzione non lascia dubbi. Il secondo comma stabilisce che la competenza sull'immigrazione è esclusivamente statale. Come quella sulla sicurezza e sull'ordine pubblico, "ad esclusione della polizia amministrativa locale". L'esito della nuova trattativa di Lombardia e Veneto con il governo per ottenere più materie di competenza, anche se rafforzata da una elevata partecipazione al voto, non potrà quindi mai riguardare questi argomenti, che sono di pertinenza esclusiva dello Stato. Anche in caso di vittoria del sì, sarà il governo a decidere e a chiedere ai prefetti il rispetto delle proprie scelte in materia di immigrazione. In ogni caso, i governatori di queste Regioni non potranno attriburisi queste competenze. Diversamente da quanto è stato affermato da più parti durante la campagna referendaria.