Milano

Referendum autonomia, dai tablet guasti alla maxi propaganda in strada: le denunce

A Parabiago la giunta leghista usa i display della comunicazione istituzionale per ricordare di andare a votare, ma sembra un invito al Sì. A Milano e Varese voting machine guaste: gli elettori sono costretti a cambiare sezione con la delega del presidente scritta a penna
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Sezioni elettorali in cui non c'è stato modo di far funzionare i tablet, tanto che gli elettori sono stati costretti ad andare a votare altrove con una dichiarazione scritta a penna dal presidente del seggio. Display per le informazioni sulla viabilità utilizzati per fare una propaganda non troppo velata sul voto. In Rete, da quando si sono aperte le operazioni di voto per il referendum sull'autonomia di Lombardia e Veneto, arrivano diverse segnalazioni di disguidi tecnici per l'esordio del voto elettronico ma, anche, di tentativi di orientare l'elettorato a urne aperte.
 
In una sezione di Varese (la numero 32), il voto elettronico non ha funzionato: a raccontarlo su Facebook è l'assessore Pd Andrea Civati. Qui, scrive, "l'avveniristica voting machine non funziona: per tutta la giornata di ieri fino a tarda notte i membri del seggio hanno atteso pazientemente indicazioni da Regione Lombardia. Oggi gli elettori sono costretti a votare in un altro seggio e a sottoscrivere un modulo preparato a penna.Insomma, dalla futuristica "voting machine" alla medioevale penna a sfera. Sembra una barzelletta ma è tutto vero! 22 milioni di euro: soldi ben spesi!", denuncia, citando il dato sulla spesa per i 24mila tablet acquistati dalla Regione per il voto.

Il segretario del Pd milanese Pietro Bussolati fa un'altra denuncia, sempre sui social: a Parabiago, comune in provincia di Milano guidato dalla Lega, i cartelloni elettronici del Comune sono stati utilizzati per ricordare ai cittadini di andare a votare. Il problema è che la scritta - "Referendum autonomia - si vota oggi dalle 7 alle 23" - è fatta in modo che la parola "Si" sia molto ben evidente, con caratteri più grandi delle altre parole. E', per Bussolati, "l'ennesimo atto arrogante e contrario alle regole. Accade di nuovo, questa volta a Parabiago, con l’amministrazione comunale leghista che utilizza uno spazio riservato alla comunicazione istituzionale per fare propaganda elettorale. Un gesto che non solo sconfina nel campo della rilevanza penale ma rappresenta una grave scorrettezza sul piano politico. Chiediamo spiegazioni al sindaco Raffaele Cucchi, è inaccettabile che la Lega utilizzi spazi e risorse che sono di tutti per campagne di parte".

La battaglia politica degli ultimi giorni su questo referendum, del resto, ha alzato la soglia di attenzione di tutti su quanto sta accadendo nei singoli comuni. Tanto che gli stessi elettori ai seggi arrivano con qualche perplessità, soprattutto sul sistema del voto elettronico, con qualche sospetto sulla segretezza del voto: "Il presidente segna sempre l'orario in cui una persona è andata a votare. Se qualcuno volesse controllare come ho votato basterebbe risalire al voto che il tablet ha registrato a quell'ora", è una delle osservazioni di chi esce dai seggi. Anche perché non sempre i tablet funzionano: a Milano al seggio di via Martinetti, in zona Bande Nere, uno dei tre tablet messi a disposizione dalla Regione non funzionava al momento dell'accensione, alle 7. "La voting machine guasta è stata sostituita nel giro di un'ora, ma senza interrompere le operazioni di voto", spiega il presidente del seggio Sergio Ripa, sottolineando che c'era più di un dispositivo a disposizione. Quella sezione è la stessa in cui ha votato il segretario della Lega Matteo Salvini, nella scuola media De Marchi-Gulli.
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