Milano

Mamma licenziata da Ikea, il caso in Parlamento. Il ministro Poletti: "Dalle aziende anche sensibilità e responsabilità sociale"

Marica Ricutti alla manifestazione davanti all'Ikea (fotogramma)
Rispondendo al question time alla Camera di Liberi e Uguali ha aggiunto di aver attivato i controlli dell'ispettorato del Lavoro di Milano
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Il caso dell'Ikea di Corsico (Milano), dove una mamma è stata licenziata perché non riusciva a stare al passo con i turni imposti, finisce in Parlamento. A esprimersi sul caso - che nel Milanese ha già visto la mobilitazione dei lavoratori e dei sindacati - è il direttamente il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, che nel corso del question time sollevato da Liberi e Uguali (per voce di Francesco Laforgia capogruppo di Mdp) alla Camera ha detto: "E' mia opinione che le imprese, quando sono chiamate ad assumere decisioni su situazioni personali connotate da specifiche e delicate condizioni, oltre al doveroso rispetto di norme e contratti, devono essere mosse anche dal rispetto dei generali doveri di sensibilità e responsabilità sociali".

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Poi Poletti ha aggiunto di aver attivato l'Ispettorato del Lavoro di Milano. Infine, uscendo dai ragionamenti legati a contratti e procedure, ha aggiunto una nota personale: "Alla lavoratrice sono vicino per la difficile situazione". La donna, infatti, Marica Ricutti, 39 anni, separata, madre di due figli piccoli di cui uno disabile, è stata lasciata a casa perché, dopo essere stata spostata di reparto, non è riuscita più a rispettare i nuovi turni imposti dalla multinazionale dell'arredamento che non è voluta andare incontro alle sue esigenze, nonostante le rassicurazioni che le erano state date nel momento in cui le era stato annunciato il cambio di mansione. In questa storia Ricutti ha sempre voluto metterci la faccia, tanto che ha anche partecipato a una manifestazione organizzata a Corsico, davanti allo store organizzata dai sindacati che hanno già annunciato causa nei confronti dell'azienda per chiedere il reintegro. E parlando, in lacrime ai suoi ex colleghi, ha detto: "Sono 17 anni che lavoro per Ikea, ho dato la mia vita per quest'azienda. Ho avuto dei problemi ma non ho chiesto privilegi, voglio solo continuare a lavorare dignitosamente, come ho sempre fatto. Voglio che queste cose non accadano più. Siamo lavoratori, vogliamo e dobbiamo lavorare, ma abbiamo una vita e va tenuta in considerazione".

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