Milano

Post Expo, è già guerra di ricorsi: contestata l'asta internazionale

A rivolgersi al Tar è la francese Stam Europe che ha perso la gara contro l'australiana Lendlease. L'accusa: la vincitrice era avvantaggiata, tra i partner una società che aveva fatto da consulente
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Si è trasformato (anche) in una battaglia legale, il post Expo. Perché adesso, per contestare la vittoria della cordata guidata dal colosso australiano Lendlease che si è aggiudicata il bando lanciato da Arexpo per disegnare la mappa dei terreni e soprattutto gestire per 99 anni la trasformazione di tutta la parte privata del futuro Parco della scienza, sono entrati in gioco gli avvocati.

Sono i legali di Stam Europe, l'altro gigante internazionale, questa volta con base in Francia, che ha trainato la seconda compagine in corsa. Sono stati anche gli unici avversari di Lendlease rimasti in gara fino alla fine. E ora hanno presentato un ricorso al Tar per opporsi alla decisione.

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E' un'accusa in otto punti, in cui si fanno le pulci a diversi aspetti anche molto tecnici del piano, ma che sostanzialmente ruota attorno a un elemento principale. Perché è stato soprattutto il giudizio sul progetto a fare la differenza e a determinare il podio. Ma, è la tesi, i loro avversari avrebbero avuto un indebito vantaggio, visto che a bordo avevano un partner come PricewaterhouseCoopers che "ha attivamente partecipato, come consulente di Expo prima e di Arexpo poi, a un approfondito studio dell'intera area oggetto di affidamento e ha predisposto le linee guida del piano strategico, che sono state alla base dell'affidamento".

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