Milano

Gualtiero Marchesi: Bottura e i grandi nomi della cucina ai funerali. "Adesso sei tra le vere stelle"

I funerali  
Folla nella chiesa di Santa Maria del Suffragio di Milano per l'addio al grande maestro, con le note di Bach eseguite dai nipoti musicisti
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I grandi nomi della ristorazione italiana, e centinaia e centinaia di milanesi che non sono voluti mancare. Ai lati dell'altare, gonfaloni di varie associazioni e una schiera di cuochi in divisa con alti cappelli candidi. A Milano è il giorno dell'addio a Gualtiero Marchesi. Folla ai funerali nella chiesa di Santa Maria del Suffragio, esequie accompagnate dalle musiche eseguite dai nipoti musicisti dello stesso Marchesi, Guglielmo, Lucrezia e Bartolomeo, che con la loro zia Paola, una delle figlie del 'maestro', per il nonno suonano Bach. Il feretro sarà sepolto a San Zenone Po, in provincia di Pavia, nella tomba di famiglia.
 

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La salma entra in chiesa portata a spalla dal genero e nipoti, coperta da una corona di rose bianche. Qualcuno issa un cartello: "Adesso sei tra le vere stelle", un accenno alla polemica che gli aveva fatto rifiutare i giudizi delle guide gastronomiche. 
 
Sfila il parterre de roi dei cuochi italiani, dai discepoli Davide Oldani, intervistatissimo dalle tv, ai tre stelle lombardi, Enrico Cerea del ristorante Da Vittorio a Bergamo, ad Antonio Santini del Pescatore a Canneto Sull'Oglio in provincia di Mantova, a Pietro Leemann. Non ci sono però, perché non sono riusciti a rientrare in tempo, Carlo Cracco da Dubai e Andrea Berton dalle Maldive.
 
Arriva Massimo Bottura ed entra in chiesa senza parlare, presenti anche Antonio Cannavacciuolo, Philippe Léveillé, Claudio Sadler, Enrico Darflingher, Toni e Terry Sarcina, Sergio Mei, Lino Stoppani. E ci sono anche i ristoratori della Milano di una volta, che con lui hanno camminato insieme imparando, filosofando e litigando ma sempre apprezzando l'intelligenza e la lungimiranza del maestro.
 
Affiorano gli aneddoti. Antonio Santini una volta gli portò in regalo un numero di un fumetto Disney che era la sua caricatura, "Gualtiero Barchesi". Davide Rampello del  Comitato scientifico della Fondazione Marchesi, e Angelo e Piero Solci, titolari fino a 10 anni fa di una celebre enoteca, ricordano quando una volta si erano trovati a Villa Fiordaliso sul lago di Garda per impostare la stesura di un libro sulla cucina italiana, una sorta di "codice Marchesi". "Dopo tre ore di discussioni ci siamo messi a mangiare e bere e del libro non si è più parlato".

"Ci ha lasciato un grande esempio di vita, quello di perseverare e non arrendersi mai, è stato uno stimolo - dice Iginio Massari - a incentivare la cucina e la cultura italiane, unendo il buono e il bello". Le stesse qualità che ricorda dal pulpito Don Gino Rigoldi, che legge un passo delle Beatitudini "perché parlano di cose belle, buone e giuste, quelle che rendono bella e serena la vita. Con il suo lavoro Gualtiero ha creato una bellezza che vale già da sola come bene assoluto, e l'ha unita al cibo che richiama familiarità, amicizia e allegria". Ecco quindi che, per Don Rigoldi, "la bellezza del mangiare può essere una virtù, che si condivida il mangiare è un luogo sacro per la vita umana, non a caso la messa è nata proprio durante una cena". Ed è quindi facile immaginare "Gualtiero a faccia a faccia con Gesù, magari proprio a parlare di cibo".

A ricordare le doti dell'uomo Marchesi, le figlie Simona, deve interrompersi per la commozione, e Paola, che spiega di essere stata cresciuta "nell'amore per il bello, il vero, l'essenziale, una filosofia di vita che voglio esprimere nella più alta forma artistica, che è la vita stessa. Papà, dicevi che l'esempio è la più alta forma di insegnamento e ricordo il tuo esempio, il tuo coraggio spettacolare di osare, non per provocazione ma perché hai sempre pensato con la tua testa". Simona parla invece degli ultimi tempi, "quando le abbiamo provate tutte per restituirti la voglia di vivere. Vederti chiuso in casa mi ha fatto un certo effetto perché ti ci ho sempre visto poco, anche da piccola, ma mamma ci spiegava che dovevi perseguire i tuoi ideali, che poi ho capito. Tu e lei, insieme, ci avete educate al bello e al buono, dando respiro all'anima".
 
Ieri via vai di amici, parenti e gente comune alla camera ardente nel foyer del Teatro Dal Verme di Milano dove sono passati, tra gli altri, il cantante Elio, il presidente della regione Lombardia Roberto Maroni, il leader del Movimento 5 Stelle Luigi di Maio, il ministro dell'Agricoltura Maurizio Martina e il sindaco di Milano Giuseppe Sala che ha annunciato l'intenzione di dedicare al primo cuoco 'stellato' d'Italia una via, ma tra dieci anni come da normativa. A portare il suo omaggio anche Andrée Ruth Shammah, che ha promesso al più presto una festa al Parenti per "l'amico Gualtiero". La famiglia ha chiesto non fiori, ma donazioni alla Fondazione Marchesi.