Milano

Elezioni, programmi e stoccate: videosfida a quattro (Fontana, Gori, Rosati e Violi) nei forum di Repubblica

Le interviste agli sfidanti principali per la corsa al Pirellone nella redazione di Milano. Sul tavolo: ticket, trasporti e lavoro, ambiente, diritti

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La sfida è aperta. In palio c'è la vittoria nella regione che da più di venti anni è dominio incontrastato del centrodestra, prima con Roberto Formigoni e poi con Roberto Maroni. Il 4 marzo la Lombardia va al voto per scegliere il suo nuovo governatore: ad affrontarsi sette candidati - con decine di liste e centinaia di candidati consiglieri a loro sostegno - che vanno dall'estrema sinistra all'estrema destra.

Repubblica ha scelto di intervistare i quattro candidati principali: Giorgio Gori (centrosinistra), Attilio Fontana (centrodestra), Dario Violi (M5s) e Onorio Rosati (Leu), quelli che - per seguito elettorale o per le polemiche legate alla loro scelta - stanno animando di più il dibattito di queste settimane. Quattro interviste nella redazione di Repubblica Milano, con domande sui loro programmi, sulle alleanze, sulla situazione politica, sul futuro della regione. Con giudizi sui loro avversari e anticipazioni di quello che vorrebbero fare, se fossero eletti. Ecco la sintesi (anche in formato video) di quello che hanno spiegato a proposito dei loro programmi in un'ora di intervista.

Elezioni Lombardia, Gori: "E' l'occasione per cambiare, io unica alternativa alla destra di Salvini"

GORI. Nel suo schieramento, il centrosinistra, qualcuno gli ha consigliato di lasciar perdere il fair play e di attaccare di più. E sul finale della campagna elettorale il sindaco di Bergamo Gori affonda sul suo principale avversario: "Fontana è eterodiretto da Salvini, non è autonomo. E queste elezioni regionali hanno anche valenza nazionale: perché o vince il candidato di salvini e si consegna la Regione alla destra-destra, o vince finalmente un'espressione democratica e riformista". Sul tavolo mette come primo provvedimento un Patto per il lavoro, lo stop totale a diesel e benzina entro il 2035, con il primo step nel 2023 del trasporto pubblico interamente ibrido, a metano o elettrico, una revisione totale delle partecipate (Lombardia Informatica, Aler Milano, Trenord: "Troppe lamentele, in molti casi sarà necessaria anche una sostituzione dei vertici") e una soglia di esenzione più alta per i ticket, rendendoli progressiv da 30mila euro lordi in su. Stop al telefono antigender della Regione, sì ai diritti, anche di culto. E sul mancato accordo con Leu: "Gli elettori hanno ben compreso il film di queste elezioni, la partita in ballo è la Lombardia".

Regionali, Attilio Fontana al forum di Repubblica: "Se vengo eletto non comanda Salvini"

FONTANA. I concorrenti lo chiamano "il candidato fantasma", perché finora ha rifiutato diversi confronti. Fontana, candidato governatore del centrodestra, non si scompone. "Perché la Lega ha scelto me? Credo per la mia esperienza amministrativa come sindaco e in Regione". E quando gli viene chiesto se quindi è "l'usato sicuro", aggiunge: "Non è una bella definizione, ma la accetto". Dato per favorito nei sondaggi, Fontana spiega che "proporre una discontinuità sarebbe un errore di fondo", propone qualche modifica sulla burocrazia eccessiva, sulla sanità - "Bisogna assumere più medici e proseguire l'iniziativa della giunta uscente di istituire un unico centro di prenotazione per distribuire le richieste, valutando se estenderlo anche ai privati" -, sul processo per l'autonomia lanciato da Roberto Maroni con il referendum, su Aler  e sul trasporto regionale ("Valuteremo se proseguire con Trenord o fare un bando"). Ma affronta anche temi politici: il sostegno di gruppi di estrema destra a candidati della Lega, i diritti civili, la sua uscita sulla razza bianca: "Un errore linguistico, me ne sono vergognato"). E alla domanda su chi comanderà al Pirellone in caso di vittoria tra lui e Salvini assicura: "Nella mia vita ho dimostrato che neanche Bossi, che per me era più di un segretario, riusciva a farmi deflettere dalle mie posizioni". 

Elezioni Lombardia, Rosati: ''Il centrosinistra non esiste più, Leu più vicino al M5s che al Pd''

ROSATI. Il primo intervistato era stato il candidato e presidente di Liberi e uguali: ex sindacalista, consigliere regionale eletto con il Pd nel 2013, è l'uomo simbolo in Lombardia dello strappo tra il Pd "renziano" e il movimento nato a dicembre dall'accordo tra Mdp, Sinistra Italiana e Possibile. Uno strappo che, dalle sue parole, sembra irrecuperabile: "Mi sento meno lontano dai 5 Stelle che da questo Pd, il centrosinistra non esiste più", dice. E, parlando di programmi, spiega: "Vogliamo aumentare la fascia totale di esenzione del ticket sanitario e per chi paga, introdurrei un meccanismo progressivo, bisogna avere il coraggio di mettere mano alla fiscalità".

Regionali, Violi (M5s): "Via buono scuola e più ferro nei trasporti, le priorità in Lombardia"

VIOLI. Si è sottoposto alle domande del forum anche il volto del Movimento 5 Stelle. Consigliere regionale uscente, Violi è il candidato più giovane (ha 33 anni) e sta girando la regione con i leader grillini, da Luigi Di Maio ad Alessandro Di Battista. Una campagna all'attacco dei suoi principali avversari soprattutto sui programmi: cura del ferro su tutta la regione, abolizione del buono scuola. E sulla questione rimborsi, che sta agitando i parlamentari grillini coinvolti nello scandalo delle mancate restituzioni, assicura: "Noi nove consiglieri regionali abbiamo restituito 1,5 milioni in cinque anni, soldi messi in un fondo per il microcredito con altri 12 milioni di contributi della Regione".

GLI ALTRI SFIDANTI. La sfida principale - stando ai numeri - è tra Fontana, candidato dal centrodestra dopo la rinuncia di Roberto Maroni, e Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo scelto da Pd, +Europa, Lombardia progressista, Insieme e civici. I sondaggi (che non è più possibile pubblicare) danno in testa Fontana, ma Gori sta cercando in queste settimane la rimonta. A completare il quadro delle candidature, ci sono Massimo Gatti di Sinistra per la Lombardia, Giulio Arrighini del Grande Nord e Angela De Rosa di CasaPound.
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