Milano

Attilio Fontana spiega il segreto della vittoria: "I consigli di Bossi, ma non mi aspettavo un risultato così"

Maroni, Fontana e Salvini (fotogramma)
Il Senatur gli aveva detto: "Stai tra la gente non in tv". Minivertice con Salvini e Maroni. Primi provvedimenti: "Autonomia e nidi gratis". Alla Lega un terzo di consiglieri regionali
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"Non mi aspettavo questo risultato. Credevo che lo scarto fosse più ridotto": il giorno dopo la vittoria, Fontana sembra incredulo di fronte al risultato elettorale che lo ha portato a vincere sul candidato del centrosinistra Giorgio Gori con uno scarto di 20 punti: 49.7% contro il 29%.

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I primi provvedimenti da governatore. Secondo Fontana a dargli la spinta è stata "l'alleanza di centrodestra, la politica di Salvini ma anche il consiglio di Bossi". Quale? "Uno dei primi. Mi disse che per fare politica 'devi stare in mezzo alla gente non devi andare in tv'". A chi gli ha chiesto quali siano i primi provvedimenti che intende realizzare, Fontana ha detto: "Autonomia e asili nido gratis". Nessuna anticipazione, invece, sulla sua giunta. "Nessun nome - ha detto il neoeletto - il metodo sarà quello della meritocrazia e anche quello della rappresentanza territoriale".

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L'incontro con Maroni e Salvini. Fontana incontrava il leader della Lega, Matteo Salvini, e il governatore uscente, Roberto Maroni, che a gennaio aveva deciso in maniera del tutto inaspettata di non ricandidarsi alla carica di governatore, per un minivertice a Palazzo Lombardia, sede del governo regionale, durante il quale c'è stato una sorta di passaggio di consegne. Parlando del suo futuro, Maroni ha detto: "Largo ai giovani. Io continuerò a fare politica senza incarichi professionali, perché la politica è passione". Non ha voluto aggiungere molto altro: "Ci sono tante cose belle da fare nella vita - ha aggiunto - farò il tifo per Attilio e se avrà bisogno di consigli glieli darò". Lavorerà fra Varese e Milano? "Anche fuori dalla Lombardia e fuori dall'Italia".

I rapporti di forza nel nuovo Consiglio. Per quanto riguarda la composizione del Consiglio regionale, alla Lega va oltre un terzo dei posti. Il riparto, infatti, prevede che 28 consiglieri su 79 (l'ottantesimo è Fontana) vadano al Carroccio, 15 al Pd, 14 a Forza Italia, 13 a M5s, tre ai Fratelli d'Italia, due alla lista 'Gori presidente' e, infine, uno a +Europa, 'Energie per la Lombardia', uno a 'Noi con l'Italia' e uno a 'Fontana presidente'.

Chi esce dal Pirellone. Escono alcuni esponenti storici come l'ex assessore di Fdi Romano La Russa, fratello di Ignazio, e il presidente del Consiglio uscente Raffaele Cattaneo, che era candidato con Nci. Non ce l'ha fatta nemmeno l'assessore alle Culture Cristina Cappellini, seconda per preferenze all'interno della Lega a Cremona dietro il consigliere regionale Federico Lena.

E chi viene confermato. C'è l'assessore al Welfare Giulio Gallera (Fi), che con 11.722 voti è stato il più votato in assoluto, e l'assessore al Territorio Viviana Beccalossi (Fdi) così come il vicepresidente uscente Fabrizio Sala, che è stato il più votato di Forza Italia a Monza. In Regione arrivano alcuni ex presidenti di Provincia: il votatissimo leghista Massimo Sertori di Sondrio, il monzese Gigi Ponti (Pd). Da Monza arriva in Regione anche l'ex assessore leghista della città Marco Mariani ed entra in consiglio Andrea Monti, figlio del senatore leghista Cesarino, morto alcuni anni fa.

 
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