Milano

Intervista a M¥ss Keta: "Canto mascherata. Sono una, nessuna e centomila"

M¥ss Keta 
"I miei testi sono folli, nei video sono mezza nuda: non credo che gli avvocati per cui lavoro sarebbero contenti"
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Era dai tempi dei film di Pierino che non si sentivano frasi come "Ma che vita del cazzo/ te lo dico col capslock, vaffanculo capslock, il mio nome è in capslock". Certo, Alvaro Vitali operava pre-computer, quindi non poteva sapere cosa fosse il capslock (per la cronaca, il tasto che permette di scrivere tutte le lettere maiuscole). M¥ss Keta invece sì e anche su questo ha costruito il proprio successo, con canzoni come Stress, Botox e Una vita in capslock, che adesso dà il nome al primo disco, che esce venerdì e viene festeggiato domani ai Magazzini Generali.

Frasi ambigue, al limite (spesso superato) del doppio senso, provocanti, che però cercano di dire qualcosa, di raccontare un mondo. Il tutto con un sound elettronico, dance pop, con forti richiami anni Ottanta, cantato col volto coperto, ora da una maschera, ora da un velo da bajadera. Non si sa nulla di questa milanese, neanche a insistere, e se dice qualcosa di sé c'è il forte sospetto che sia una palla. In interviste passate ha raccontato che D'Alema ci provò con lei sul suo yacht e di aver passato soggiorni glamour a San Vittore.

Età? Al telefono si direbbe sui 25.
"In realtà ne ho 20 e ho iniziato a fumare a 13".

Perché questa maschera? Non è neanche questa grande novità: i Tre Allegri ragazzi morti, i Cani, Mezzosangue, Gazzelle.
"Non si fermi al contemporaneo, pensi agli attori del teatro greco antico, erano tutti mascherati. Perché erano il personaggio che interpretavano, cioè lo diventavano. Io prendo dalle mie maschere e le utilizzo".

Però i nomi si sapevano. Il suo no. Ha qualcosa da nascondere? È un personaggio pubblico? Lavora nella musica?
"Guardi, io lavoro in uno studio legale e non credo che i miei avvocati approverebbero certe canzoni, i miei atteggiamenti così sensuali e le mie mezze nudità nei video. Questo è il vero motivo dell'anonimato, se vuole crederci".

Saltiamo l'anagrafe, ci racconti chi è M¥ss Keta.
"Una persona che è vissuta negli anni Ottanta, quella degli yuppies, e che trova identico il modus operandi degli hipster . Anzi, gli hipster sono proprio gli yuppies di oggi. Forse proprio le stesse persone, hanno solo fatto crescere la barbetta. Per il resto, c'è la stessa ricerca della velocità, la stessa filosofia del clubbing e del godereccio, lo stesso clima festaiolo in cui mi tuffo gambe e braccia".

Quindi da tutto questo non si sente assolta, ma coinvolta.
"Mettiamola così: si può ridere solo delle cose che si conoscono e io le conosco. Però appunto rido: se legge i testi, vede che c'è parecchia ironia, ma nasconde malessere e pessimismo. Insomma, ho uno sguardo critico, ma intanto me la godo".

Cosa non le piace di quel che vede e racconta?
"Ci sono dei meccanismi inceppati in questa vita moderna: stai nei party, ma trascuri l'interiorità, e c'è una tendenza all'accelerazione totale, devi sempre andare oltre e fare di più".

Lei però ci mette del suo con una musica festaiola così, alla Peaches.
"Vero, è un po' lei il mio riferimento, soprattutto per la voce tirata più che cantata. Ma penso anche a Madonna e Lady Gaga, che inventano ogni volta un personaggio diverso da esplorare. Le sonorità che scelgo sono naturali, per me cresciuta con il clubbing, fissata con la fidget house".

E i video in cui è mezza nuda? Crede che ci sia ancora chi li trova scandalosi?
"Ma infatti, cos'è scandaloso ormai? Pure i video di Katy Perry hanno i nudi. Io uso l'erotismo come modo per veicolarmi, tutto qui. Botox, l'ultimo, in cui sono assieme a Tea Falco, è un richiamo alla Fenech dei film, una figura magnifica, è un citazionismo che adoro".

E quindi anche l'umorismo che usa...
"Certo, Alvaro Vitali mi è stato di ispirazione, non sa quanti stornelli romani ho ascoltato".

Ma perché? L'ironia è un conto, l'umorismo da doppi sensi è un altro.
"Lei crede? Io credo che l'ironia sia ironia sempre, e che la serietà sia qualcosa di diverso dall'usare o non usare i doppi sensi. Bisogna sempre ridere, in qualunque maniera, degli altri e di sé stessi".
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