Milano

25 Aprile, la provocazione neofascista: saluti romani al cimitero di Varese

Lo avevano annunciato e hanno messo in atto la loro azione: nel giorno della Festa della Liberazione hanno reso omaggio ai caduti della Repubblica sociale. Fratoianni di Leu promuove un'interrogazione parlamentare sul caso
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Si sta trasformando in un caso la parata in pieno stile nazifascista, coi tricolori, il saluto romano e il rito del "presente". Una sessantina di militanti di Do.Ra. - la comunità militante nazionalsocialista dei Dodici Raggi, già oggetto di un'operazione della Digos e dell'Antiterrorismo coordinati dalla procura di Busto Arsizio - si sono presentati la mattina del 25 Aprile al cimitero Belforte di Varese per rendere omaggio ai morti della Repubblica sociale italiana. Il tutto sotto gli occhi delle forze dell’ordine presenti al cimitero. Un caso quasi unico negli ultimi anni. Basti ricordare i mille saluti romani del 29 aprile al cimitero maggiore di Milano dei militanti di CasaPound e Lealtà Azione: lì le forze dell'ordine non sapevano nulla, e non c’erano. Qui si. Ma non è servito da deterrente.

Magliette nere con il simbolo del gruppo, capelli rasati, tatuati, i naziskin varesotti - guidati dal capo Alessandro Limido, figlio dell'ex calciatore della Juventus Bruno Limido - hanno dato vita alla manifestazione nostalgica (e provocatoria) proprio nel giorno della Liberazione: si sono presentati tra i viali del cimitero che era sorvegliato da polizia e carabinieri (schierati per seguire le varie fasi del raduno). "Noi siamo il fascismo, e non abbiamo altro vincolo che questo per rendere omaggio ai nostri uomini", ha detto il leader della formazione fuori dal camposanto. "Non siamo qui per equiparare i nostri morti ai loro (i partigiani, ndr), siamo qui per i nostri, per sapere chi erano, e per rendere loro il tributo che lo Stato gli nega". Il momento clou - come documentato da un video pubblicato da Varesenews.it - è stato quando i militanti di Do.Ra.si sono radunati nei colombari al piano interrato di fronte a un loculo dove è tumulato il comandante di una formazione della Rsi, la Compagnia Arezzo.


Prima di abbandonare Belforte, i Do.Ra. hanno visitato una vicina cappella dove pochi attimi prima una delegazione del Pd aveva portato un mazzo di fiori alla tomba del partigiano Renè Vanetti. Sul caso interviene Nicola Fratoianni di Liberi e uguali: "In precedenti episodi avvenuti in altre città, tali manifestazioni revisioniste e provocatorie sono state vietate dalle forze dell’ordine.  Per questo motivo abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro dell’Interno. Vogliamo sapere  - conclude Fratoianni - dal ministro dell’Interno per quale motivo il prefetto di Varese e le autorità di pubblica sicurezza della città non abbiano vietato tale tipo di manifestazione, svoltasi  nella ricorrenza del 25 aprile, in aperta violazione della Costituzione della Repubblica italiana. E quali provvedimenti intenda assumere dopo lo svolgimento di questa provocazione neofascista".