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Milano in piazza per l'Aquarius, in cinquemila contro i porti chiusi di Salvini

Uno dei cartelli della manifestazione milanese (ansa)
Striscioni, slogan e personalità per dire no alla posizione del ministro dell'Interno sui migranti
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Ci sono bambini nel passeggino, anziani col bastone, intere famiglie con numerosi figli grandi e piccoli. La Milano antirazzista scende in piazza contro Salvini e la sua chiusura dei porti italiani ai migranti e alle Ong. E in manifestazione oltre a quelli che sono abituati a protestare, ci sono anche tante persone che non l'hanno fatto spesso, o addirittura mai. "Ma questa volta era proprio necessario", come dice Riccardo Baldinotti, impiegato pubblico venuto in piazza Scala in sedia a rotelle. 

"Apriamo i porti", #NotInMyName, "nessuna persona è illegale", "no Salvini", "l'unica razza è quella umana": sono alcuni degli slogan che si sono visti in piazza Scala a Milano dove migliaia di milanesi - cinquemila secondo gli organizzatori - sono scesi in piazza per dimostrare la propria vicinanza ai migranti dell'Aquarius e per dimostrare tutta la propria contrarietà al neo ministro dell'Interno, il leghista Matteo Salvini, che ha chiuso i porti proprio per evitare gli sbarchi dei migranti. In piazza, tra Palazzo Marino, la sede del Comune di Milano, e il teatro alla Scala c'erano i movimenti antirazzisti, le sigle sindacali, i partiti della sinistra, migliaia e migliaia di cittadini comuni. E, certo, anche diversi testimonial, tra cui il fondatore di Emergency Gino Strada, il cantante Roberto Vecchioni, i presidente della Casa della Carità, don Virginio Colmegna, Gad Lerner, Moni Ovadia (che poi ha cantato accompagnato dalla Banda degli Ottoni).

Molte le bandiere (di sindacati, di Emergency, di associazioni umanitarie, dei Sentinelli di Milano) e molti gli striscioni, spesso fatti a mano dai manifestanti. Per tanti sopra agli abiti c'erano teli di plastica color argento-oro come le coperte termiche che vengono distribuite ai migranti raccolti in mare dalle Ong a cui il vicepremier Salvini ha dichiarato guerra.

Molti anche i migranti che sono arrivati a Milano da diversi centri di accoglienza d'Italia. Molti anche i rappresentanti di Palazzo Marino, sia assessori che consiglieri. Il primo a parlare al megafono è stato don Colmegna: "Qui è in corso una rottura della civiltà, se addirittura si irride al cardinale Ravasi che cita il Vangelo. Non solo si sta andando contro il diritto internazionale, ma si sta tentando di rompere anche il patto di civiltà e umanità che lega gli uomini fra loro. Occorre reagire ma senza scendere sul loro piano del rancore, occorre reagire con la mitezza di chi lotta per la dignità e la vita umana".

ll cantautore Vecchioni spiega così la sua presenza in piazza: "Bisogna manifestare per forza. Ogni volta che succede una cosa che è contro i principi fondamentali dell'umanità bisogna farsi vedere. Magari è inutile, ma bisogna farlo. Io ci sono". E ancora: "Dal punto di vista di Salvini è una idea geniale ma purtroppo passa sopra un sacco di cose, c'è in ballo la vita di 600 persone. E' come dire che il fine giustifica i mezzi".

Fra le bandiere di Emergency, dei Sentinelli, della Cgil e di Rifondazione, e dei centri sociali, sono comparsi cartelli con le scritte "Ama il tuo prossimo se ha i documenti, dal Vangelo secondo Matteo Salvini", "umanità aperta", "prima le persone". "Non possiamo giocare sulla pelle di persone in fuga da situazioni complicate, lasciandole nel mediterraneo e dando vita a questo conflitto tra stati - ha detto l'assessore Majorino - Oggi siamo qui per una scelta di carattere solidale, umanitario, ma domandiamo alla politica e all'Europa di cambiare passo radicalmente". Quanto alla decisioni prese sulla chiusura dei porti dal ministro dell'Interno, l'assessore va giù pesante: "Salvini fa campagna elettorale sulla pelle di bambini e ragazzini in mezzo al mediterraneo. E' una cosa indegna. Lo è in sè ma ancora di più se sei la persona che deve risolverli i problemi e non crearli".
 
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