Milano

Strage nazifascista di Piazzale Loreto, Sala: "Legge Mancino trattata come un orpello, Milano si ribelli"

Giuseppe Sala alla commemorazione di piazzale Loreto (ediroma)
Il sindaco alla commemorazione dell'eccidio ordinato dalle SS ed eseguito il 10 agosto del '44 dai militi dell'Rsi: "Viviamo un momento drammatico, dobbiamo impegnarci di più perché l'antifascismo non può essere un rituale"
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MILANO - "Quando sento un ministro della Repubblica trattare la legge Mancino come un orpello credo che Milano si debba ribellare, non è indispensabile essere maggioranza per far vincere le proprie idee": in piazzale Loreto, a Milano, il sindaco Beppe Sala celebra il ricordo del 74esimo anniversario dell'eccidio dei quindici martiri ai quali è dedicata una stele. Quindici partigiani, fucilati dai fascisti della Rsi il 10 agosto del 1944 su ordine del capo delle SS, il capitano Theo Saevecke, ed esposti in quel piazzale che, meno di un anno dopo, si legò per sempre al nome di Mussolini.

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Parla il sindaco di Milano Sala, nella cerimonia tra bandiere dell'Anpi e vecchi partigiani con il fazzoletto della loro brigata al collo. E collega i fatti di oltre settant'anni fa a oggi, a quello che ormai non è più solo un rigurgito di fascismo. "Quello che stiamo vivendo non è un momento drammatico, ma in questi ultimi tempi sono accaduti fatti gravissimi, non dobbiamo tollerare neppure la malcelata accettazione di tanti piccoli segni che vogliono portare sotto una luce diversa gli anni bui del Ventennio".
(fotogramma)

Lo fa, Sala, citando indirettamente il ministro leghista Lorenzo Fontana, che qualche giorno fa aveva attaccato la legge che punisce azioni e slogan nazifascisti, sostenuto (prima di una parziale retromarcia) dal suo vicepremier Matteo Salvini. Quel Salvini che ha detto più volte di essere tentato dalla candidatura a sindaco di Milano, la sua città. "Si immagina Salvini al suo posto, tra qualche anno, alla commemorazione dei martiri di piazzale Loreto?", viene chiesto a Sala. Risposta netta: "No, non ce lo vedo". In prima fila, tra i sindaci dell'hinterland, c'è anche qualche leghista, ma Sala aggiunge: "Sì, erano qui, ma nel quotidiano non li vedo impegnarsi su questo fronte".

Piazzale Loreto, Sala: "Milano si ribelli a chi tratta la legge Mancino come un orpello"

Il fronte è quello dell'antifascismo, con il presidente dell'Anpi Roberto Cenati che ricorda i fatti di ieri per alzare la guardia su quelli di oggi. "Dai 15 Martiri di piazzale Loreto giunge a noi un monito", dice. "Quello di non essere indifferenti a quanto ci accade attorno, alla deriva razzista, xenofoba e antisemita che sta investendo l'Europa e il nostro Paese. Non dobbiamo essere indifferenti, come non furono indifferenti i 15 di piazzale Loreto, i Combattenti per la Libertà e tutti coloro che furono deportati perché fecero una scelta ben precisa: quella di opporsi alle nefandezze del nazifascismo."

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Sala, davanti alla stele, aggiunge: "Sono qui in prima linea da sindaco, perché rendo onore alla storia della mia città, ma ci sono anche da cittadino. E se anche fossimo di meno dobbiamo impegnarci di più ed esserci anche domani, perché l'antifascismo non può essere un rituale e noi  dobbiamo essere degni  eredi dei valori di Milano", città Medaglia d'oro della Resistenza. In rappresentanza della Regione c'è l'assessore Stefano Bolognini, leghista molto legato al ministro Salvini. Ma Bolognini mantiene un profilo istituzionale. E nel suo discorso ricorda l'importanza di due istituzioni milanesi, il Memoriale della Shoah e la Casa della memoria come "miglior risposta agli episodi che sono stati richiamati e per combattere indifferenza, razzismo e xenofobia". Chiude Massimo Castoldi, nipote di uno dei martiri di piazzale Loreto. E ricorda: "Un popolo che non sa vergognarsi della propria storia non è un popolo maturo".