Salvini si fermi

Ci vorrebbe un commento al giorno contro Matteo Salvini. Non ne fa e non ne dice una giusta. Ed è drammatico che tutto questo piaccia a una buona fetta degli italiani (oltre il 30 per cento – pare – oggi lo voterebbe). Contro gli immigrati (chissenefrega se affogano...); contro i rom (che peso averli in casa...); contro Saviano (una scorta buttata...); contro i magistrati (stiano al posto loro e non s'impiccino degli affari miei e del mio partito...). Ma l'ultima mossa – chiedere un incontro al presidente Mattarella per chiedergli di sconfessare la Cassazione – è veramente troppo. Innanzitutto per una ragione: Salvini è il ministro dell'Interno e dovrebbe essere il primo a dare l'esempio rispettando le leggi. A patto che le conosca. E qui sorge un dubbio: ma Salvini la Costituzione se l'è mai letta? Ha studiato e poi memorizzato cosa significa divisione dei poteri? Ha chiaro il ruolo del presidente della Repubblica che è anche il capo del Csm? Si rende conto dello strappo istituzionale che è insito nella sua richiesta di colloquio? Il minimo che possa accadere è che Mattarella declini la richiesta d'incontro. Perché comunque il colloquio sarebbe a rischio anche per lui, perché aprirebbe una singolare prassi: tutti quelli che sono destinatari di una decisione giudiziaria che non condividono, da domani, si rivolgono al Colle per avere “giustizia”. Il Quirinale diventerebbe così una sorta di “quarto grado di giudizio”, a cui però rischierebbero di poter accedere solo dei privilegiati, ministri e quant'altro. E l'uomo della strada? Costui, quando viene condannato dalla Cassazione, che fa? A chi si rivolge? Il Guardasigilli Alfonso Bonafede dichiara che le sentenze vanno rispettate e che non bisogna evocare la seconda Repubblica. Nella quale, merita ricordarlo, neppure Berlusconi ha mai osato tanto, chiedere all'allora capo dello Stato Napolitano un incontro contro i processi che spuntavano ovunque, da Milano a Napoli a Bari. Più diplomaticamente, magari l'ex Cavaliere inviava il salottiero Gianni Letta per un colloquio riservato. Ma già... che ci aspettiamo da un signore che chiama a raccolta le tv per farsi riprendere mentre fa il bagno nella ex piscina dei boss? Rispetti la legge, il Salvini, rispetti i giudici, e si faccia il bagno nella vasca di casa sua. Magari lontano dai flash dei fotografi.

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44 commenti

  • Per commentare queste sue giustissime e doverose considerazioni, gentile dott.ssa Milella, ritengo appropriato ricordare quello che dice Ciampa, nella commedia "Il berretto a sonagli" di Pirandelo, a proposito delle tre corde d'orologio che ognuno di noi ha in testa e che deve usare, per "regolare" il proprio atteggiamento, a seconda delle situazioni cui in viene a trovarsi e delle persone con cui entra, volta per volta, in contatto.
    Ebbene, riguardo a Salvini ed in particolare da quando è ministro, ritengo che non si possa e non si debba utilizzare la corda c.d. "civile". Rimangono le altre due. Ed allora, affidandomi alla corda "seria", condivido pienamente tutto quanto da Lei riportato nel nuovo blog, compreso l'auspicio- esortazione "Salvini si fermi".
    Ma, contemporaneamente, non posso non indicare anche quello che mi suggerirebbe, invece, la corda "pazza".
    Non si fermi affatto Salvini, lo si lasci continuare per la sua strada, anzi plaudiamo alle sue "rodomontate". In sostanza. continuiamo a dargli sempre più corda... finirà per impiccarcisi da solo.

  • Gent.ma Dott.ssa Milella, mi associo al Suo giudizio. Salvini fa MALISSIMO a chiedere un incontro col Presidente Mattarella perché intervenga sulla recente decisione della Cassazione. Sta di fatto che in Italia il Presidente della Repubblica, che pure può sciogliere le Camere, può scegliere il Presidente del Consiglio, può dettare la lista dei Ministri, è il Comandante in Capo delle Forze Armate, in materia di Magistratura non ha alcun potere diretto, neanche nei confronti dell’ultimo dei Giudici di Pace. Presiede, è vero, il CSM ma, nell’ambito di quel Consesso, il Suo voto vale quanto quello di ogni altro Consigliere. Queste cose Salvini le sa benissimo e, se anche non le sapesse, al Ministero ha decine e decine di collaboratori e consiglieri che gliele avranno dette o avrebbero dovuto dirgliele. E allora perché lo ha fatto? Perché un animale politico come lui ha chiesto un intervento impossibile e che comunque non gli verrebbe mai (giustamente) concesso? Questa è la domanda che si dovrebbe porre, Gent.ma Dott.ssa Milella. Io un’ideuzza ce l’avrei, ma mi riservo, se necessario, di esporla nel prosieguo della discussione.

  • Gentile dottoressa mi fanno tenerezza questi suoi post.
    Ieri in uno di un suo collega ho scritto una lunga spiegazione del perchè Salvini ha così tanto successo e si permette di invadere altri dicasteri ( dei 5 S in questo caso), ma mi è stato bannato. Non importa in effetti a me interssava che lo leggesse il suo collega perchè certe domande fanno molta tenerezza ... anche perchè le risposte sono davanti agli occhi e riuscire a NON vederle dimostra SOLO LA CECITA' che in tanti anni ha completamente avvolto gli occhi ma soprattutto le menti di quelli che si "dicono" di SX ... forse i tanti anni di spartizioni di lauti appalti con la DX di SB, ora che o sono finiti o che finiranno, mette così tanta paura???
    Lei si chiede se Salvini ha mai letto la Costituzione???
    Ma secondo lei chi lo ha preceduto l'ha mai letta??? e secondo lei l'ha mai rispettata???
    Non parli dei Presidenti del Consiglio nemmeno eletti o se eletti facevano da testa di ponte per le mafie, ma parlo dei Presidenti della Repubblica dal famoso Ciampi dell'anno 2000 ( che secondo lui era l'inizio del nuovo millennio e non la fine del precedente) ma che era quello che "venduto" la Banca d'Italia alle Banche Commerciali dando una decisa sterzata sia all'aumento del debito pubblico sia ai ladrocini perpetrati dalla Banche.
    O Napolitano che arrogava a se o faceva arrogare al Presidente del Consiglio firme su trattati internazionali che dovevano essere sottoposti a referendum come è sempre successo negli altri Paesi Europei. Oppure si è arrogato il diritto di mettere un serie di "servitori" dei Poteri Forti dopo aver acconsentito che accadesse lo sfacelo in Italia con la falsa crisi, in realtà originata dallo Stato stesso che non pagava e dalla Banche che ritiravano mutui e castelletti e fidi...
    Ma, le chiedo, dove è stata finora???
    Continuo con Mattarella che si è permesso di giudicare "politicamente" Savona mentre la sua prerogativa è solo di giudicare la moralità e NON le idee politiche ...
    però meno male che l'ha fatto perchè così ha fatto capire a tutti gli italiani che se Savona NON poteva essere messo perchè era bravo e non si poteva sconfessare, voleva dire che quelli che erano stati messi prima erano imbecilli e servitori degli "altri"
    per non parlare delle sue tesi europee ...

    Mi scusi sa ma questo suo post non so se mi fa ridere o semi piangere ...
    Usque tandem ... dicevano gli antichi ed io chiedo
    FINO A QUANDO VOI DELLA COSIDDETTA SX CONTINUERETE A PARLARE DI VACUITA' E NON COMINCERETE A PARLARE DI SOLUZIONI CONCRETE???
    FINO A QUANDO CONTINUERETE A MUOVERE STUPIDE CRITICHE INVECE CHE PROPORRE MODALITA' CORRETTE????
    FINO A QUANDO INCOLPERETE IL "NEMICO" DI INIQUIZIE SULLE QUALI PER TANTI ANNI AVETE SORVOLATO O VI SIETE ADDIRITTURA ADEGUATI, QUANDO VI ERA ORDINATO ????

    IL VERO VOSTRO PROBLEMA A QUESTO PUNTO E' SOLO L'IPOCRISIA ...
    ED IL SERVILISMO ORMAI SCOPERTO ...

    PECCATO LEI SAPEVA VERAMENTE APPROFONDIRE TEMI ...
    GA

  • Gianfranco Fiore 5 luglio 2018 alle 20:28

    Se un poveretto in un'aula si rivolge ad un magistrato in maniera innappropriata si ritrova condannato,se un potente si rivolta male è lotta politica, La colpa è della Magistratura che per le quote latte non ha fatto nulla viziando la Lega all'impunità.

  • "Di qualsiasi sentenza definitiva, e del conseguente obbligo di applicarla, non può che prendersi atto. Ciò vale dunque nel caso oggi al centro dell'attenzione pubblica come in ogni altro. Non mi nascondo naturalmente, i rischi che possono nascere dalle tensioni politiche insorte a seguito della sentenza definitiva di condanna pronunciata dalla corte di cassazione nei confronti di Silvio Berlusconi. Mi riferisco, in particolare, alla tendenza ad agitare, in contrapposizione a quella sentenza, ipotesi arbitrarie e impraticabili di scioglimento delle Camere".

    Questo è uno stralcio della nota diramata dall'allora PdR, Giorgio Napolitano (13 agosto 2013), quale indiretta risposta al quasi ricatto di Berlusconi - che col suo PdL sosteneva il governo di Enrico Letta - di togliere il suo appoggio, qualora Napolitano non avesse "fatto qualcosa" dopo la sentenxa definitiva della Corte di Cassazione che lo aveva condannato a quattro anni per frode fiscale.

    Purtroppo, quindi, un precedente simile a quello attuale di Salvini c'è stato, e non poteva che essere una riprovevole iniziativa del pregiudicato di Arcore, di cui Salvini è stato ed è tuttore alleato politico.
    Fortunatamente, in quell'occasione, Napolitano si mantenne in linea con le prerogative costituzionali ed affermo, inoltre: "Nell'esercizio della libertà di opinione e del diritto di critica, non deve mai violarsi il limite del riconoscimento del principio della divisione dei poteri e della funzione essenziale di controllo della legalità che spetta alla magistratura nella sua indipendenza. Né è accettabile che vengano ventilate forme di ritorsione ai danni del funzionamento delle istituzioni democratiche".

    L'unica "apertura" che il PdR fece all'epoca, fu quella di assicurare che "a proposito della sentenza passata in giudicato, va innanzi tutto ribadito che la normativa vigente esclude che Silvio Berlusconi debba espiare in carcere la pena detentiva irrogatagli e sancisce precise alternative, che possono essere modulate tenendo conto delle esigenze del caso concreto.
    In quanto ad attese alimentate nei miei confronti, va chiarito che nessuna domanda mi è stata indirizzata cui dovessi dare risposta". Ques'ultima precisazione si riferiva alla eventuale concessione della grazia (art. 681 c.p,p,) che molti sodali del "caimano" reclamavano da Napolitano anche in assenza della necessaria - a termine di legge - richiesta specifica al riguardo.

    Alla luce di questo precedente, c'è da augurarsi che, nei confronti di Salvini, da parte dell'attuale presidente Mattarella sia assunta una posizione possibilmente ancor più determinata e tranchant, nel pieno rispetto ed in attuazione della vigente Costituzione.

  • Domenico Corradini H. Broussard 6 luglio 2018 alle 06:15

    Mettiamo che Salvini chieda a Mattarella un incontro. Non so cosa vorrà chiedergli. Se davvero «sconfessare la Cassazione». O se altro, per es. un consiglio su come reagire alla sentenza della Cassazione. Materie, queste, che non possono far parte d’un odg del colloquio tra Mattarella e Salvini. Materie, queste, lo sa bene anche uno studente di primo anno in Giurisprudenza, che la Costituzione non permette e dunque vieta. Nel senso che, in questo caso, nessun Ministro ha diritto di varcare la porta del Quirinale. E nel senso che, sempre in questo caso, alla domanda ritualmente proposta da Salvini la risposta della Presidenza della Repubblica sarà quella, pur essa ritualmente espressa, del «non potest».

    Non vedo uno «strappo istituzionale» nell’eventuale domanda di Salvini. Né lo vedo nel «non possum» di Mattarella. Dal punto di vista del diritto costituzionale, sbaglierebbe Salvini se facesse questa domanda a Mattarella. Uno sbaglio criticabile fin sopra le stelle, ma non condannabile o punibile con una qualche sanzione. Una critica logica, fortemente logica, alla Wittgenstein, dove gli elementi della dialettica non sono A e B (contrari non contraddittori), ma A e non-A (contrari contraddittori). E dunque una critica che secondo me ha poco o niente a che fare col neo-fascismo di Salvini. Che rimane neo-fascista. Specie per il potere autoritativo che ha conquistato ed esercita nei confronti di Conte e Di Maio e di tutti i Ministri e nei confronti della società civile e della pubblica opinione. Che sul problema dei migranti gli è troppo favorevole.

    E che risolve Bonafede dicendo che le sentenze vanno «rispettate»? Niente. È dall’800 che si usa, Hegel ne fu il teorico più acuto, il verbo «rispettare» (respektieren) per le sentenze. E forse che l’Appello non rispetta le sentenze del Tribunale anche quando le rivolta in termini ermeneutici? Meglio il silenzio, credo, sul rispetto che meritano le sentenze. Anche da parte dell’Anm. Una verità lapalissiana non va detta. Né elogiata.

    «Velocità e attenzione nel dare accoglienza a chi scappa veramente dalla guerra ma anche nel bloccare tutti coloro che non ne hanno diritto». Salvini dixit, a proposito della Circolare inviata ai Prefetti. E poi, dopo aver dato un terribile colpo alle donne e ai bambini che nei nostri porti arrivano per motivi umanitari, si smentisce: «Donne incinte, bambini e rifugiati restano in Italia. Si vergognino i disinformati che dicono il contrario».

    E dove, dunque, la verità? Nella prima o nella seconda affermazione? C’è un imbroglio linguistico con premeditazione?

    Alla larga da questi imbrogli. Anzi, contro questi imbrogli. Che si combattono pure coi fatti, et facta sunt servanda.

  • Ha ragione il Professore Corradini, a definire fascista o fascistoide il salvini, mi sembra proprio che si possa applicare il retaggio tanto caro al regime : Per la legge ma quando mi tocca,non può toccarmi.
    I signori della legalità, con 49 milioni svaniti nel nulla, si lamentano di Dongo e del tesoro trafugato dai comunisti a guerra finita pur di screditarli, ma a quanto sembra trafugare è un retaggio mai interrotto da chiunque dicendosi per la legge si ripromette di occuparsi della cosa pubblica e quando la legge tocca lui e la sua famiglia fa in modo che la legge non lo tocchi.

  • turata antonio 6 luglio 2018 alle 09:50

    Salvini aveva detto che avrebbe visto il Papa ora dice che vedrà Mattarella ma tutte e due non ne sapevano niente di quest'incontro. Mi sa che prima o poi gli italiani si stuferanno di questo bulimico

  • turata antonio 6 luglio 2018 alle 09:50

    Gentilissimo è vero che i Papi nei secoli non si sono rifiutati nemmeno ai peggiori tiranni, però in questo caso tra il Presidente Mattarella e Francesco maestro di povertà, credo che il sig. Salvini soffra di VISIONI.

  • UN # per la vita .
    Se di ogni blog si facesse ragion di vita in ragion di stato.

    #Salvini ha le visioni, tra un po’ dirà che ha visto Dio_dio eche gli ha detto di lasciare affogare madri, bambini e famiglie di diversa provenienza geografica( Adulti compresi ).
    La politica di bibbia e rosario, reminiscenza di bibbia e moschetto…

  • #

    LA POLITICA DI BIBBIA E ROSARIO IN PIAZZA, CON UNA MANO TI ACCAREZZA E CON L'ALTRA TI AMMAZZA.

  • Una soluzione che da più parti viene suggerita, e che personalmente riterrei ottima per risolvere senza stravolgimenti costituzionali le ambasce economico-giudiziarie della Lega di Salvini, è una raccolta straordinaria di fondi da realizzarsi presso parlamentari, amministratori locali, mlitanti, elettori, simpatizzanti e... affini (aggiungerebbe il grande Totò) del movimento ex "lumbard". Le ragioni dell'importanza e del probabile largo successo di tale soluzione sarebbero individuabili tenendo conto di due considerazioni: una di ordine "quantitativo", l'altra più di carattere "qualitativo".

    Soltanto come elettori, la Lega alle ultime elezioni ha superato i 5,5 milioni, di votanti, che lieviterebbero fino a circa 10 milioni secondo gli ultimi sondaggi. Ma a questa platea potrebbero aggiungersi altri soggetti che, pur non votando Salvini, si riconoscono comunque in quei "valori" di umanità, sensibilità socio-culturale, equilibrio, tolleranza e rispetto per il prossimo e le Istituzioni, di cui lui sta dando evidente prova in questi giorni. Ma c'è anche da non sottovalutare, come segnalano politologi e sondaggisti, che la maggior parte di chi vota questo movimento non si trova tra i dipendenti, magari precari o i pensionati sociali e "al minimo". Tra di essi, infatti prevalgono, da una parte, lavoratori autonomi e professionisti (avvocati, commercialisti, tributaristi, medici magari obiettori, ecc.), dall'altra, imprenditori e commercianti, magari con poca istruzione, ma con le loro belle ville (video protette e vigilate) che traggono i propri (sostanziosi) redditi dai loro bei negozi e dalle loro operose fabbriche o "fabbrichètte", dove impiegano mano d'opera non italiana, magari anche sottopagandola.

    A queste figure potrebbero anche aggiungersi coloro, soprattutto imprese, che hanno già finanziato, in passato, il movimento e le fondazioni ad esso riferibili. Per fare solo un nome, la onlus "Più Voci", gestita da commercialisti lombardi che Salvini ha voluto al suo fianco nel nuovo partito: Giulio Centemero, tesoriere, assistito dai colleghi Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni. E se questo organismo finora non ha pubblicizzato alcuna attività politica o sociale, il suo conto corrente di riferimento mostra una certa vitalità. Soldi - 313 mila euro in pochi mesi - che entrano, fanno una sosta e poi ripartono per altri lidi. O meglio, verso altri conti intestati a società della galassia leghista: aziende in cui i commercialisti preferiti da Salvini hanno ricevuto incarichi di rilievo.

    Ma chi sono i principali "benefattori" di questa quasi sconosciuta "creatura" leghista, che qualificano i loro interventi come "erogazioni liberali", cioè la causale classica usata per i contributi ai partiti? Un nome un po' "anomalo" è quello di Luca Parnasi, l'mmobiliarista coinvolto nella vicenda "stadio a.s.Roma" che ha elargito ben 250.000 euro. Poi troviamo, con 40 mila euro, Esselunga, la catena di ipermercati della famiglia Caprotti. Forse è superluo domandarsi il perchè di certe contribuzioni, ma da esse se ne può far derivare un aspetto che potrebbe tranqullizzare Salvini. Essendo tutti questi personaggi - sia come individui, sia come esponenti di imprese e società - dei soggetti che hanno molta "crana" (per usare l'espressione di Crozza-Antonio Razzi) non dovrebbe essere difficile per la Lega, ottenendo una congrua rateizzazione del pagamento di tutto quanto dovuto, riuscire in non molti anni a lasciarsi alle spalle questa vergognosa e umiliante vicenda, attraverso il disinteressato appoggio finanziario di cotanta... bella gente.

  • Gianfranco Fiore 7 luglio 2018 alle 07:13

    Scrive Sergio Rizzo su Repubblica di oggi:Puntualmente, ogni volta che scoppia un caso come quello che ieri ha investito il presidente della Regione Basilicata sentiamo ripetere lo stesso ritornello: "Fuori la politica dalla sanità". Da destra e da sinistra. Tutti riconoscono che il problema è quello, ma quando tocca a loro sembrano perdere improvvisamente la memoria. Con il risultato che gli scandali nella sanità battono per frequenza e creatività perfino quelli nelle opere pubbliche. Mi sarei aspettato dal governo più immaginifico e ricco di dichiarazioni della nostra Repubblica,basti pensare alla performance di Jacopo Morrone in qualità di sottosegretario alla Giustizia chiamato a intervenire al Csm in un incontro di formazione per magistrati in tirocinio.
    Se vogliono togliere "le correnti" riordinino le ASL,magari provvedendo a farle statalizzare tramite la fusione ASL,INPS ed INAIL la nostra sanità per democratizzarla ma nulla. Possibile che il potente Direttore Generale dell'ASL di BARI Vito Montanaro abbia la carriera troncata per un reato legato ad una raccomandazione ad opera della solerte Procura di Matera ?
    La Procura di Bari non si è accorta delle raccomandazioni o per l'emergenza edilizia se ne è andatata al mare? Essendo un garantista non posso tacere sul fatto che le raccomandazioni sono all'ordine del giorno nella Sanità,se oggi lo si considera un reato il 99,99% dei suoi colleghi andrebbero inquisiti. Possibile poi che la cassa ticket dell'Ospedale di Matera lavori senza interruzioni sino alle 18,30 e i colleghi del Policlinico di Bari che ospita il Pronto Soccorso Oculistico aperto H 24 alle 12 chiuda? http://www.repubblica.it/cronaca/2018/07/06/news/presidente_regione_basilicata_pittella_domiciliari-201006422/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-T1 http://bari.repubblica.it/cronaca/2018/07/06/news/matera_30_arresti_ai_domiciliari_anche_il_presidente_della_regione_basilicata-201008390/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P6-S1.8-L

  • Domenico Corradini H. Broussard 7 luglio 2018 alle 09:43

    Della pertinenzialità. Della somma dovuta, per Cassazione, dalla Lega. Dei reati di truffa e appropriazione indebita. Delle somme acquistande.

    [1] Se non c’è pertinenza delle somme acquistande con la truffa e/o con l’appropriazione indebita consumate, il sequestro non è possibile.

    [2] Il che vale anche per somme donate o donande alla Lega da un qualsiasi quisque de populo o da una qualsiasi impresa col dichiarato motivo di voler contribuire alla campagna elettorale.

    [3] La neo-fascista Lega non può sparire dall’orizzonte politico sol perché indebitata. Infatti il diritto pubblico, criticabile quanto si vuole e quanto si vuole condannabile per via della Lega, di regola, e salvo eccezioni previste dalla Costituzione e/o dalle leggi ordinarie, non può e non deve soffrire effetti che gli sono estranei in quanto confinati al processo penale e all’esecuzione della sentenza in sede civile.

    [4] La neo-fascista Lega, con Salvini in testa, deve sparire dall’orizzonte politico solo per motivi politici, e grazie a un’opposizione politica non scompagnata dall’opposizione intellettuale.

    Altro, almeno per il momento, non ho da dire su questi punti di diritto e di politica.

    PS

    Ringrazio il Signor Gigas per la concordanza sul neo-fascismo di Salvini: 6 luglio h. 9.34.

  • Ringrazio il professore Corradini, per aver reso chiaro in che modo la legge tocca la lega, e da cosa la lega cerca di sfuggire.
    Se è stato disposto il sequestro è evidente che ci siano i presupposti di truffa e acquisto di beni avvenuto con “Violenza” caratteristica del fascismo (…)
    (Violenza In senso più ampio, l’abuso della forza (rappresentata anche da sole parole, o da sevizie morali, minacce, ricatti), come mezzo di costrizione, di oppressione, per obbligare cioè altri ad agire o a cedere contro la propria volontà )

    Domenico Corradini H. Broussard 7 luglio 2018 alle 09:43
    Della pertinenzialità. Della somma dovuta, per Cassazione, dalla Lega. Dei reati di truffa e appropriazione indebita. Delle somme acquistande.
    [1] Se non c’è pertinenza delle somme acquistande con la truffa e/o con l’appropriazione indebita consumate, il sequestro non è possibile.

  • Egregio Prof. Corradini, che aggiungere al Suo esemplare e lapidario intervento? In un Paese democratico un partito dovrebbe sparire dall’orizzonte politico solo per motivi politici. Perché così decide il Tribunale Supremo rappresentato dagli Elettori. Non lamentiamoci poi se il Popolo, vedendosi espropriato del suo potere, quel potere che gli deriva direttamente dall’essere il vero e unico detentore della Sovranità (art. 1 Cost.), reagisce o non recandosi alle urne oppure dando i suoi voti a quei partiti che si vorrebbero cancellare con “strumenti diversi”.

  • Per la serie "i fatti separati dalle opinioni (personali)".

    "In merito al dibattito successivo alla sentenza emessa dalla Suprema Corte di Cassazione relativa al sequestro di somme di un movimento politico, l'Associazione Nazionale Magistrati ribadisce con forza che i magistrati non adottano provvedimenti che costituiscono attacco alla democrazia o alla Costituzione, nè perseguono fini politici, ma emettono sentenze in nome del popolo italiano, seguendo principi e regole di diritto di cui danno conto nelle motivazioni. Evocare un possibile intervento del Capo dello Stato nella vicenda risulta essere fuori dal perimetro costituzionale, così come le modalità con cui il dibattito si è alimentato creano confusione e rischiano di produrre effetti distorsivi sui precisi confini, fissati dalla Costituzione, tra la magistratura, autonoma e indipendente, e gli altri poteri dello Stato".
    (stralcio della nota diramata dalla Giunta Esecutiva Centrale dell'ANM).

    "Tutti devono potersi difendere fino all'ultimo grado di giudizio, ma le sentenze vanno rispettate, senza evocare scenari che sembrano appartenere più alla Seconda Repubblica".
    (stralcio delle dichiarazioni del guardasiglilli Alfonso Bonafede).

    "Non si tratta di un processo politico. Come non lo sono i procedimenti fatti dalla procura di Genova per fatti che coinvolgevano esponenti di altri partiti. Qui parte civile è il parlamento italiano. Si tratta solo di problemi tecnici, procedurali".
    (puntualizzazione del procuratore di Genova, Francesco Cozzi, in merito al sequestro dei fondi della Lega)..

    "Ovunque venga rinvenuta qualsiasi somma di denaro riferibile alla Lega Nord - su conti bancari, libretti, depositi - deve essere sequestrata fino a raggiungere 49 milioni di euro, che sarebbero il provento della truffa allo Stato per la quale è stato condannato in primo grado l'ex leader leghista Umberto Bossi. La Guardia di Finanza può procedere al blocco dei conti della Lega in forza del decreto di sequestro, emesso lo scorso 4 settembre dal pm di Genova, senza necessità di un nuovo provvedimento per eventuali somme trovate su conti in momenti successivi al decreto".
    (stralcio delle motivazioni della decisione della Cassazione che ha accolto il ricorso del pm di Genova contro Matteo Salvini contrario ai sequestri a 'tappeto').

    "Il sequestro di somme disposto a carico dell'ex leader della Lega Umberto Bossi, condannato in primo grado a 2 anni e mezzo per il reato di truffa allo Stato relativo a rimborsi elettorali, e' "legittimo" e "anzi doveroso" data la "parziale infruttuosita' dell'esecuzione del decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca", emesso nei confronti della Lega.
    Sarebbe onere dell'imputato indicare al pm dove indirizzare le ricerche per rinvenire i fondi allo stato non rinvenuti in disponibilita' della Lega Nord, ma, secondo il ricorrente (lo stesso Bossi, ndr), esistenti".
    (stralcio delle motivazioni della sentenza con cui la Cassazione ha confermato il sequestro disposto dai magistrati di Genova nei confronti di Umberto Bossi).

  • Credo che il modo migliore, e più incisivo, per stigmatiizare le incredibili ed incresciose affermazioni del leghista Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia (purtroppo), che, testualmente, ieri ha detto. "Mi auguro che anche in magistratura siano sempre meno presenti le correnti, soprattutto quelle di sinistra", sia quello di estrapolare e sottolineare alcuni dei passaggi dell'impeccabile articolo ("Bufera sulla Lega anti giudici: 'Si calpesta la Costituzione'" ), apparso oggi su Repubblica a firma della dott.ssa Milella.

    "L'avvocato civilista di Forlì (Morrone, ndr) che, racconta chi lo conosce, si occupa soprattutto di multe e recupero crediti, è un ex berlusconiano, passa alla Lega, prima bossiano, poi maroniano, infine salviniano". Ciò porta ad osservare che, considerate le sue origini politiche, si conferma che una "rapa", pur se trapiantata altrove, sempre rapa rimane.

    "Le mie parole (di Morrone, ndr) sono un'opinione personale che non rappresenta quella del ministro, (...) un giudizio politico espresso in un luogo dove non dovrebbero entrare opinioni personali". Ora, poichè il ministro Bonafede ha sostanzialmente "accettato" (a mio avviso sbagliando) questa autodifesa, se ne può far discendere l'assunto che un sottosegratario.possa dire qualunque "bestialità" purchè non impegni il "suo" ministro?

    "Sarà costretto a dimettersi Morrone? Su di lui è gelido il giudizio del sottosegretario leghista Giorgetti: 'Morrone deve distinguere tra l'essere miltante ed essere sottosegretario. Quando fa il sottosegretario deve parlare da sottosegretario quando fa il militante da militante'". Ma, che queste giuste osservazioni possano, forse, essere considerate riferibili anche a Salvini, attesa la sua duplice funzione di ministro della Repubblica e segretario del movimento leghista?

    "Il guardasigilli Bonafede in imbarazzo prende le distanze dal suo vice dopo ore. Il numero due del CSM Legnini gli scrive riportando le parole di Morrone che giudica inaccettabili. (...) Bonafede chiama Legnini. Chi ha parlato col ministro lo descrive "nerissimo". Nè tranquillizzato dalle parole di Morrone con cui ha avuto un burrascoso colloquio".
    Bene, poichè tra i primi impegni assunti da Bonafede c'è quello di regolare meglio ed in senso limitativo le c.d. "porte girevoli" tra magistrati e politica, non sarà il caso di reclamare qualche cosa di analogo anche nei confronti degli esponenti della "Avvocatura"? Non è disdicevole che certi "fenomeni" di avvocati come Morrone (e molti altri in passato) possano agevolmente approdare in Parlamento e al Governo? E questo, ahimè, non è che l'ennesimo pessimo esempio. Come non ricordare tutti i legulei piazzati, per i propri interessi, da Berlusconi?
    Non sarebbe invece auspicabile, per tutti, cercare di evitare quelle tragiche (o farsesche) situazioni, verificatesi con i precedenti governi, dove non si poteva mandare a casa l'avvocato Angelino Alfano, pena l'automatica crisi ministeriale, malgrado le tante "str.anezze" di cui si rendeva periodicamente artefice nei suoi diversi incarichi di governo?

  • Ringrazio la gentile sig.a Maddale Na, per aver esplicitato - col suo ultimo post - il suo pensiero riguardo alla sottomissione alla "Legge" degli esponenti dei partiti politici, anche a conferma del "percorso" da Lei intrapreso all'interno delle forze politiche della destra italiana. La qual cosa è anche d'ausilio per poter definitivamnte spiegare le ragioni di fondo degli altri suoi interventi poco meno recenti.
    Me che con la Lega di Salvini si vogliano ripetere quelle lamentazioni tipiche del comportamento, mi si passi il termine vernacolare, del "chiagne e fotte", che ha fatto e fa ancora le fortune del pregiuducato di Arcore?

  • Gent.mo. Sig. alexandertwo, premesso che sentirsi dire “grazie” fa sempre e comunque piacere, ho riletto più volte il Suo intervento per tentare, senza riuscirvi, di capire i motivi della Sua gratitudine. Con le mie parole del 7/7/2018, ore 10,36, avevo solo ripreso l’intervento dell’Egr. Prof. Corradini per sottolineare l’ineccepibilità delle Sue considerazioni. Ribadisco insieme a Lui che “un partito dovrebbe sparire dall’orizzonte politico solo per motivi politici”. Comunque la colpa di questa scarsa capacità di comprensione è solo mia e me ne assumo tutta la responsabilità.

  • No, gentile sig.a Maddale Na, Lei ha dimostrato, con i numerosi suoi interventi qui nel blog, di essere troppo intelligente - almeno a mio avviso - per poter dire di non aver compreso il perchè della mia gratitudine e il motivo di fondo del mio commento (anche alla luce di quelli di poco precedenti).
    Non ritemgo affatto che ogni esponente politico italiano, qualora abbia commesso dei c.d. "reati comuni", debba essere considerato comunque "legibus solutus", solo perchè a quella carica vi è stato mandato dai cittadini elettori.
    Il piano "politico" di ogni vicenda che tocca un partito, ed i suoi esponenti, va tenuto nettamente (e costantemente) distinto da quello "giudiziario", soprattutto se si è nel campo del penale.
    Il caso più eclatante di un partito italiano travolto dalle conseguenze dei comportamenti illegali di suoi esponenti, non devo certo rammentarglielo, è stato quello del pur glorioso Partito Socialista Italiano. E se alla Lega di Salvini dovesse capitare una sorte analoga, i suoi elettori e tutto il corpo elettorale italiano se ne faranno una ragione. Anche perchè questo partito, ricordando anche le sue originarie spinte "secessioniste", ha una storia immensamente meno gloriosa rispetto a quella del PSI nella nostra Repubblica.

  • Gianfranco Fiore 8 luglio 2018 alle 06:57

    Non vi preoccupate la lega non sparirà al limite cambierà ragione sociale.

  • Gent.mo Sig. alexandertwo, Lei afferma di non ritenere affatto “che ogni esponente politico italiano, qualora abbia commesso dei c.d. "reati comuni", debba essere considerato comunque "legibus solutus", solo perché a quella carica vi è stato mandato dai cittadini elettori”. Verità solare la sua; ma, di grazia, quando mai io avrei detto il contrario? E che c’entra la responsabilità penale, che è sempre personale e deve riguardare TUTTI i cittadini senza distinzioni, con quella di un intero partito? I politici che hanno commesso reati siano condannati penalmente, e condannati molto severamente, e i loro beni siano confiscati fino all’ultimo centesimo. Ma questo che c’entra col “tagliare i viveri” ai partiti di cui fanno parte? E tagliarli (i viveri) non solo per il passato ma anche per il FUTURO? Per ricambiarLe il complimento, Le dirò che Lei è “troppo intelligente” per non rendersi conto che l’esempio del “pur glorioso Partito Socialista Italiano” è addirittura CONTROPRODUCENTE. Quel Partito, infatti, sparì (sostanzialmente) dall’orizzonte politico proprio “per motivi politici” e cioè per il giudizio del Tribunale degli Elettori che, alle elezioni del 1994, lo punirono pesantemente facendo crollare il numero dei deputati da 92 a 14 e quello dei senatori da 49 a 9. E’ evidente che questa punizione fu la diretta conseguenza delle inchieste di tangentopoli, ma è altrettanto evidente che il PSI sparì dall’orizzonte politico proprio per “motivi politici” (volontà degli Elettori), così come dovrebbe avvenire in ogni Paese libero e democratico. E con questo mio ping o pong, faccia Lei, La saluto cordialmente.

  • Ancora un sentito grazie alla dott.ssa Milella per i pregevoli articoli odierni su Repubblica (in uno dei quali vi è una puntuale intervista al dott. Giancarlo Caselli) dove si approfondiscono ulteriornente gli incresciosi aspetti della vicenda della truffa dei contrbuti pubblici da parte della Lega e si mettono ancora più nel giusto risalto gli inconfutabili elementi di antidemocraticità che il partito conferma di presentare anche in tale occasione.
    E come per la precedente "performance" del suo sottosegretario, per far emergere tali "eccellenze" leghiste, credo sia bastevole enuclueare ed evidenziare alcuni passaggi di questi articoli.

    "Dell'opportunità di abolire le correnti ho sentito parlare spesso. Ma mai nessuno era arrivato a teorizzare la soppressione di solo alcune correnti, escludendo le altre. Questa non è più un'opinione, discutibile, ma sempre opinione. E' una discriminazione vera e propria. Qualcosa che si pone in rotta di collisione con la democrazia".
    "Per cortesia e galateo istituzionale un rappresentante del governo si ascolta e si ringrazia. Questa volta (parlando ad un incontro di magistrati di prima nomina), stando alle cronache, non è andata così. Fischi, urla, proteste e magistrati che ostentatamente se ne vanno, Anche questa è una novità". (pessima novità, ndr).
    "Di cambiamento c'è gran bisogno. Ma la trasformazione del Viminale e ora del ministero della Giustizia, attraverso un suo sottosegretario, in uno strumento di conflitto e propaganda a tutela di interessi particolari, non va in questa direzione. Così pure la tendenza a tirare per la giacca il Capo dello Stato".

    Ad ulteriore dimostrazione della ignoranza istituzionale (e non solo) di certi politici ex "lumbard", mi permetto di osservare, a proposito di questa sorta di "fatwa" contro i giudici c.d. di sinistra, che fra indagini e processi dalla Calabria a Napoli, da Milano a Genova, in quattro procure, due tribunali (più i Riesami) e la Cassazione, lo scandalo dei fondi della Lega è passato per le mani di una trentina di magistrati di sedi, funzioni e gradi differenti. Possibile che fossero tutti di sinistra? Ma poi, chi lo ha detto che per riconoscere, indagare e condannare ladri e truffatori bisogna "essere di sinistra"? Non è sufficiente essere in grado di... vederci bene?

    In conclusione, quante persone di buon senso sarebbero pronte a gridare allo scandalo se - rebus sic stantibus - una forza politica con tali connotazioni alquanto "ambigue", dovesse, magari gradualmente, "sparire dall’orizzonte politico", a prescindere dalle cause e dai motivi, ovviamente sempre rispettosi del diritto e della "legge", per cui tale "pulizia" potesse avere luogo?

  • Gentile sig.a Maddale Na, quando ho iniziato a scrivere il commento delle ore 14,55, il suo delle ore 08,37 non era stato ancora pubblicato (potendolo, quindi, leggere solo successivamente). Sono quindi obbligato, ora, soprattutto per cortesia, a risponderle anche richiamando quello di poco precedente.

    Il "furbo" Salvini, dopo averlo annunciato, non ha fatto costituire la Lega come parte civile al processo Bossi-Belsito, cosa che viceversa fece lo Stato che ora giustamente reclama indietro quanto truffato dai due, a titolo di rimborsi parlamentari, rispettivamente, come segretario e tesoriere del partito. Quindi Salvini non potrà, eventualmete, finire in galera al posto di quei due galantuomini, ma non potrà neanche rivalersi sui due per le somme reclamate in quanto da loro incassate non "uti singuli", ma quali esponenti apicali del partito autore della truffa.
    E che la "pretesa" dei giudici di Genova sia pienamente fondata, deriva anche da una decisione della Corte di Cassazione a Sezioni Unite dove si afferma che "appare legittima la confisca diretta del “relativo importo, ovunque e presso chiuque custodito e quindi anche di quello pervenuto sui conti e/o depositi in data successiva all’esecuzione del provvedimento genetico”.

    Forse, che per Salvini si avvicina sempre più il momento di dare il via alla da lui (ironicamente) anticipata... colletta?

  • P.S. al commento delle ore 15,25.

    Riguardo alla "estinzione" del PSI, credo doverosa una breve precisazione, a conferma del perchè ho accostato quella vicenda ad una possibile analoga evoluzione che potrebbe toccare alla Lega, configurando, quindi, niente affatto "contruproducente" quell'esempio.
    Personalmente, credo sia più preciso parlare della "punizione" elettorale subita dal PSi come la "causa formale" che ha sancito ufficialmente l'inizio della fine del partito. Ma l'inizio "sostanziale" di quella fine era antecedente. E la conseguenza di ciò non va, erroneamente, individuata nelle "inchieste di tangentopoli", ma in tutto il marciume all'interno del partito, che tali inchieste hanno portato alla luce, con la conseguenza delle condanne ai suoi esponenti. A quel punto anche il più "ingenuo" degli elettori socialisti ha compreso cosa era diventato il partito di Craxi. Faccio difficoltà, e me ne scuso, a considerare "motivi politici" le ragioni che, verosimilmente, hanno spinto chi, magari da molti decenni, votava PSI ad allontanarsi definitivamnte da esso. Non credo perchè abbia avvertito un drastico cambiamento, ad esempio, della "linea politica" o della "collocazione ideologica o programmatica nel contesto socio-politico".

    Per una eventuale "rinfrescatina" riguardo alle vicende giudiziarie che travolsero Craxi ed il partito, segnalo, per correntezza, solo il seguente articolo, ma facilmente si può accedere attraverso il web ad altre fonti anche più cospicue..
    "Craxi, tutti i processi e le condanne - Sono definitivi i 9 anni per Eni-Sai e Metropoliana Milanese; Enimont, Conto Protezione, All Iberian ed Enel ancora in corso". ("la Repubblica.it" - 19 gennaio 2000).

  • Gianfranco Fiore 9 luglio 2018 alle 08:05

    Molto bella l'intervista di ieri a Giancarlo Caselli,un vero Signore che con la citazione di Calamandrei di Aurelio Sansoni ci pone il problema dell'indipendenza della Magistratura partendo dalla coscienza del magistrato che non può rinnegare la giustizia per fare la volontà degli squadristi e deve soffrire se non è disposto a servire una fazione ad essere accusato di essere al servizio di quella contraria. Da questo punto fermo si deve partire.

  • Domenico Corradini H. Broussard 9 luglio 2018 alle 09:44

    Ha scritto la Cassazione che è Onere di Bossi, ovviamente per togliersi o per diminuire la sua responsabilità debitoria nei confronti dello Stato, dire dove si trovano quei 49 ml pertinenti alle consumate truffa e/o appropriazione indebita. A chi sa, conviene parlare per conseguire un vantaggio.

    Onere, non Obbligo. Il diritto, non solo quello penale, distingue infatti l’Onere dall’Obbligo. Per es., dare la prova è un Onere, non un Obbligo. Con la conseguenza che in giudizio può essere chiamato solo chi non adempie a un Obbligo.

    Se le carte avranno, la Procura di Genova o altra Procura potranno mandare Bossi in un altro giudizio, motivando con prove il fatto che conosceva i nomi di quelli che in concorso con lui o senza concorso hanno nascosto in qualche Banca o in qualche abitazione privata, in Italia o all’estero, i 49 ml sopradetti, corpus del reato o dei reati.

    Bossi fu il neo-fascista che si alleò con i neo-fascisti Berlusconi e Fini. Da Bossi a Salvini, il neo-fascista oggi più sulla scena della vergogna. Non solo a difesa dei migranti, le magliette rosse. Ma anche per l’augurio che Salvini si dimetta dal governo. E che si dimetta, in tutto o in parte, l’intero governo.

    Che dirà stamattina Mattarella a Salvini? Con i propri artigli si fermano gli altrui artigli.

  • Grazie Fiore, anche a nome di Caselli, e buona giornata

  • Domenico Corradini H. Broussard 9 luglio 2018 alle 10:12

    PS Al commento precedente: ringrazio la Gentile Sig.ra Maddale Na per le parole che mi ha rivolto il 7 h. 10.36.

  • In attesa di conoscere quali potranno essere gli sviluppi dell'incontro odierno - alle 12.00 - tra il PdR Mattarella e Salvini, augurandoci che siano dei... "non sviluppi", può essere interessante conoscere, attraverso questo articolo redatto in tempi non sospetti (2015), come questo sostanziale "barbaro" padano già prometteva "bene".
    "Tutto quello che non ci dicono su Matteo Salvini - Gli scandali della Lega. I 61 milioni di euro per "La Padania". Gaffe, miserie e ipocrisie in 22 anni di potere", pubblicato su FACE.MAGAZINE.IT, e raggiungibile (forse) dal link seguente:
    https://www.facemagazine.it/tutto-quello-che-non-ci-dicono-di-matteo-salvini/

  • Domenico Corradini H. Broussard 10 luglio 2018 alle 10:09

    Ministro Salvini,

    lei non può impedire a un migrante d’esercitare il suo diritto all’ascolto in qualsiasi porto italiano, è un diritto inviolabile. E ascoltarlo è un dovere inderogabile. Alla pari del dovere di dargli da mangiare e di curarlo e d’istruirlo eccetera.

    Lei non potrà, nella Conferenza di Tripoli, seguire il modello Berlusconi-Gheddafi.

    Lei non può e non potrà continuare a spingere il nostro paese verso una destra che ancora coltivi l’odio per qualcuno. Da cittadino, innanzitutto, non può e non potrà.

  • Della serie "Come i pifferi di montagna, che andarono per suonare e……vennero suonati".

    "Salito al Colle a mezzogiorno e ridisceso trenta minuti più tardi, Salvini e il suo staff hanno glissato sui dettagli della conversazione, limitandosi a rimarcarne i toni cordiali e “costruttivi”. Si è effettivamente parlato dell’attività del ministero: immigrazione, sicurezza, terrorismo, confisca dei beni dei mafiosi e Libia. Solo un accenno da parte di Salvini alla questione dei soldi leghisti confiscati dopo le condanne per truffa di Umberto Bossi e Francesco Belsito. Mattarella, al riguardo, si sarebbe limitato ad ascoltare".
    Questo è lo stralcio di uno dei vari articoli di stampa che hanno illustrato l'andamento l'incontro di ieri al "Colle", sollecitato da Salvini. Se così è effettivamente andata, possono tranquillizzarsi coloro che temevano una qualche eventuale azione "impropra ed improvvida" da parte del presidente Mattarella.

    E, fortunatamente per gli onesti, la giornata di ieri sembra essere andata "per storto" a Salvini anche per un altro aspetto concernente sempre la truffa leghista ai danni dello Stato. Ci informa, infati, la stessa fonte: "Sul tema. peraltro, le preoccupazioni del vicepremier sono destinate a crescere. I pubblici ministeri genovesi che hanno mandato di cercare “ovunque e presso chiunque” (parole della Cassazione) i 49 milioni della Lega, stanno per essere affiancati dalla Banca d’Italia. I pm hanno nominato come consulenti gli ispettori della Uif, Unità di informazione finanziaria, per verificare se ci sia stato un trasferimento all’estero dei fondi del partito, e in particolare ricostruire se i soldi spostati in un fondo
    fiduciario lussemburghese dalla banca Sparkasse (Cassa di Risparmio di Bolzano, ndr) siano riconducibili o meno al Carroccio".
    A questo punto, credo sia doveroso augurare a questo team di "segugi" il più caloroso "in bocca al lupo", auspicando che possano effettivamente rintracciare i fondi che dovrebbero essere stati occultati dai successori di Bossi e Belsito, per poterli far riacquisire alle casse dello Stato.

  • AVVISO IMPORTANTE

    PER RAGIONI TECNICHE VI SAREI GRATA, DA ADESSO, E PER 24 ORE, DI NON INVIARE POST PERCHÉ NON SONO IN GRADO DI PASSARLI. GRAZIE
    CI RIVEDIAMO DOMANI DOPO LE 16.

  • NUOVO AVVISO IMPORTANTE

    PROBLEMA RISOLTO IN ANTICIPO
    POTETE RICOMINCIARE A INVIARE POST
    GRAZIE

  • Salvini credeva che sarebbe riuscito a turlipinare il pdr Mattarella lui che, fino a oggi, sembrava non aver commesso alcun passo falso.( L'esatto contrario di Di Maio che pare non azzeccarne una,nemmeno a cantare cinese)Il nostro invece,stava diventando ogni giorno più sicuro di sè e arrogante,quasi prepotente e questo vero e proprio ridimensionamento non potrà fargli altro che bene,e anche di questo dobbiamo ringraziare il pdr. Quello che si sono detti,veramente, Salvini e Mattarella,non lo sapremo mai. E' lo stile presidenziale dal quale dovrebbero prendere esempio tanti,troppi, politici che parlano anche a vanvera,pur di farsi notare.E questo invece, è lo stile dei politicanti da strapazzo dei quali il nostro parlamento ne è stracolmo.

    S. M.

  • Aderisco molto volentieri al cortese invito della dott.ssa Milella, non mancando un caso emblematico di certe "devianze".

    Si tratta di un'altra vicenda che si inserisce nella lunga serie dei politici che, come Salvini e la Lega, ambiscono ad essere riconosciuti "legibus solutus", gentile sig.a Maddale Na.
    Il governatore della Basilicata, Marcello Pittella (PD) è ai domiciliari da 5 giorni per il coinvolgimento nell'inchiesta sulla sanità. In particolare, lui è accusato di abuso d’ufficio e falso, ed è stato definito dal giudice come il “deus ex machina di questa distorsione istituzionale” in cui è piombata la sanità lucana, dove “nulla si muove” senza i suoi “diktat“. e che ha portato a manipolare concorsi e gestire con raccomandazioni le aziende sanitarie locali. E tutto ciò, nell'ambito dell’inchiesta che ha portato a 30 misure cautelari, tra cui due arresti in carcere e 20 ai domiciliari: soprattutto dirigenti e commissari di aziende sanitarie sono le persone colpite dal provvedimento del tribunale di Matera.

    Per la legge Severino non può già più fare il presidente di Regione. Ed è improbabile, per dire poco, che davvero sarà lui il candidato del centrosinistra, alle elezioni regionali fra qualche mese, com’era stato deciso solo alcune settimane fa. In ogni caso, nonostante tutto, Marcello Pittella non ha ancora rassegnato le dimissioni da presidente della Basilicata. Né il suo partito, il Partito Democratico, sembra intenzionato ad avviarlo all’uscita. Da adesso, quindi, a guidare la Regione, come se niente di grave fosse accaduto, sarà la vicepresidente Flavia Franconi.

    E con questo molto censurabile comportamento. il PD decide così di procedere in totale spregio della legge. E, ciò, riguardo sia alla forma che alla sostanza. Per la forma: avere un presidente ai domiciliari e proseguire come nulla fosse con la vice. Per la sostanza: alcuni passaggi degli atti dell’inchiesta che, a prescindere dalla concretezza dei reati inviterebbero almeno alla cautela nella apparente solidarietà nei confronti del governatore arrestato.

    Ma che, forse, anche il PD della Lucania stia pensando, come ha fatto Salvini, di rivolgersi al PdR Mattarella per essere ricevuto al Quirinale onde chiedergli di "fare qualcosa" conìtro lo "strapotere" della Magistratura che finisce per ostacolare il "libero" esercizio dell'azione politico-amministrativa?

  • Che Cosimo Maria Ferri sia ormai generalmente riconosciuto come un "poco di buono" (anche per la sua non elevata statura fisica) è cosa notoria, ma leggendo il divertente ed arguto articolo odierno della gentile dott.ssa Milella scompaiono anche quei pochi residui dubbi circa un'altra sua prerogativa: essere dotato una indifendibile "faccia di bronzo".
    Ma riguardo a questo attuale esponente del PD, eletto in quota Renzi, ed ex "tante cose" (magistrato, sottosegretario alla Giustizia, segretario della corrente "Magistratura Indipendente", quella più destrorsa e retriva), bisogna dargli atto di non aver "tradito" la sua discendenza familiare, peraltro difesa ineffabilmente qui in Toghe, in passato, da qualche frequentatore. Come non ricordare suo padre Enrico, il famoso "ministro dei 110 all'ora" (e parlamentare eletto, in sequenza, con PSDI, PSI, UDC, UDEUR, Forza Italia), o suo fratello Jacopo, ex consigliere regionale PDL? Ed ancora, last but not least, l'altro fratello Filippo, ex capo della mobile che ha dovuto lasciare la polizia a seguito della condanna definitiva a 3 anni e 8 mesi di carcere (pena sospesa) più 5 anni di interdizione dai pubblici uffici per i fatti del G8 del 2001 alla DIAZ di Genova?

    Ma, in occasione delle elezioni per il CSM (componente togata), di domenica e lunedì scorsi, Cosimo Maria è andato oltre, rispetto al passato (quando da sottosegretario mandò sms per raccomandare esponenti di M.I., la corrente di cui è "capo di fatto") e si è superato, come scrive la dott.ssa Milella, "nel suo trasformismo". Infatti,"dalla sinistra del PD contribuire al successo dei giudici più conservatori, a danno di 'Area', il gruppo di sinistra", Non voglio togliere il piacere agli interessati di andarsi a leggere le sfiziose espressioni della dott.ssa Milella su come si sono svolti i fatti; qui, anticipo solo che stavolta la telefonata con la garrula voce di Ferri - che perorava l'elezione di un suo "pupillo" - è stata ascoltata in "viva voce" da più persone.
    In conclusione, come non concordare con le frasi dell'articolo dove si afferma che "non cambierà mai C.M. Ferri... la sua anima di magistrato di destra"? Oppure che manterrà sempre "il vizietto di fare campagna elettorale per gli amici della sua ex corrente, di cui in realtà resta il principale punto di riferimento"?

    P.S.
    Fortunatamente, di Magistrati ed ex Magistrati della "pasta" di questo Ferri sembrebbero non essercene molti. Sempre dalla dott.ssa Milella, apprendiamo, su "Repubblica.it", che, mentre è tuttora in corso lo spoglio delle votazioni alle cennate elezioni, per la rappresentanza dei giudici di Cassazione (due posti), il dr. Piercamillo Davigo, quando sono state scrutinate olte la metà delle schede, è nettamente il testa, Si spera che ciò possa essere confermato a scrutinio concluso e che, con la presenza di Davigo, e di altri Magistrati alla sua altezza, augurandoci che anche per i componenti laici si "volti pagina", il CSM possa far dimenticare le gestioni sonoramente contestate dagli stessi Magistrat, in primis quella attuale dell'ex sottosegretario renziano Giovanni Legnini.

  • Gianfranco Fiore 11 luglio 2018 alle 20:55

    Chissà cosa dirà Salvini del successo elettorale del dottor Piercamillo Davigo.peraltro ampiamente previsto visto anche l'endorsement della Dottoressa Milella a suo favore che gli ha senz'altro portato fortuna.
    Anch'io sono contento perchè è un grande giurista ed ha la virtù di dire quello che pensa
    http://www.repubblica.it/politica/2018/07/11/news/csm_cassazione_davigo-201468636/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P4-S1.8-T1

  • Per la serie... se il buon giorno si vede dal mattino.

    “Nella scorsa legislatura persone degnissime hanno fatto un salto dal governo in carica direttamente al Csm, non si era mai visto. E anche su questo ci sarà ora discontinuità“. Così si era espresso ieri, prima della elezione dei consiglieri del Csm, il ministro delle Giustizia Alfonso Bonafede. E per fugare ogni dubbio che si riferisse proprio all'attuale Vicepresidente di questo organismo, aggiungeva: "Il mio non è un attacco personale a Legnini, che ha lavorato benissimo e ho già avuto modo di esprimergli il mio apprezzamento. Mi sono limitato a sottolineare la prassi inaugurata dal governo precedente di portare all’interno del Csm un membro in carica".
    Furbetto di un guardasigilli: "lodando" (immeritatamente, come tutti riconoscono) il lavoro di Legnini, ne hai indirettamente ricordato, evidenzindole, invece, la parzialità e l'inefficacia, aggiunte alle disparità di trattamento nei confronti di Magistrati oggetto di provvedimenti discipinari. Basta qui ricordare gli "opposti" comportamenti tenuti, da un lato, contro un Woodcock (che rischiava di mettere in imbarazzo la famiglia dell'allora PdC, Renzi, se non anche lui stesso), dall'altra, quella del procuratore di Arezzo, Roberto Rossi, alle prese con la vicenda di Banca Etruria, dove è coinvolto il padre dell'ex ministra (ed ex sottosegretaria) renziana Maria Elena Boschi.

    Ma Bonafede, con l'occasione, non ha dimenticato di dare una energica "tiratina d'orecchi" anche all'ineffabile Cosimo Maria Ferri, quando ha parlato di “sottosegretari del governo nella scorsa legislatura per caso intercettati mentre mandavano messaggi ai magistrati su cosa votare al Csm”. Ed al riguardo, ha assicurato che si lavorerà per dare “discontinuità” anche rispetto a casi del genere. E peccato che, quando ha fatto tali affermazioni, Bonafede non doveva aver ancora letto l'articolo della dott.ssa Milella, che illustrava la "ripetuta" ulteriore bravata del figlio del "ministro dei 110 km all'ora" anche nelle presenti elezioni del CSM (e da me accennato nel commento delle 15,15 di ieri). Infatti, Ferri si sarebbe sicuramente meritata una ulteriore energica tirata anche ... all'altro orecchio.

  • Domenico Corradini H. Broussard 12 luglio 2018 alle 10:24

    «Quei migranti li voglio in manette». Con un frase che ancora dimostra la sua spiccata tendenza ad agire come un Super-Berlusconi e al contempo come un Minus-Duce di questa nostra società civile e di questo nostro Stato che si dirigono verso lo sfasciume della Costituzione e del garantismo del diritto penale e degli altri diritti, così Salvini. I migranti, per l’occasione, sono i 67 della Diciotti. Zitti il Presidente del Consiglio e il secondo Vice-Presidente del Consiglio.

    Questo governo, che governa senza opposizione e col Pd fiacco e per ora senza idee, avrà al più presto la sua morte se al più presto si dimetterà. Nel suo complesso o in un buona parte. Compresa la Bongiorno, che m’è sempre sembrata non malvista né criticabile né criticata da Liana Milella.

    Per la magistratura resti vivaddio come punto di riferimento la sentenza 149 depositata ieri dalla Consulta. Che ha riconosciuto i benefici penitenziari anche agli ergastolani per reato ostativo di cui all’art. 58 quater comma 4 dell’OP.

    Senza motivazione, tra l’altro, la magistratura vivaddio non mette le manette a questo o a quello.

  • "A chi si chiede perché il Tribunale di Genova, condannando un anno fa Bossi&co per truffa aggravata allo Stato, abbia deciso la confisca di oltre 49 milioni di euro, è importante spiegare che non si tratta solo del pasticciaccio brutto dei soldi del partito spesi per “The family”: dalle mutande del Senatur alle multe e lauree del Trota (per cui a Milano c’è stata una sentenza di condanna in primo grado), ma della violazione delle leggi per l’erogazione di quelli che vengono chiamati “rimborsi elettorali” come si legge nelle 130 pagine delle motivazione della sentenza di condanna emessa a Genova un anno fa. Alla Camera e al Senato, furono presentati rendiconti falsi basati, stando ai consulenti della procura, su “macroscopiche e numerosissime irregolarità contabili“. E grazie a quei documenti il partito che fu guidato da Bossi, che firmava i bilanci, ed è oggi guidato da Matteo Salvini che lo ha ricandidato e a Pontida 2018 lo ha pubblicamente ringraziato, ottenne in totale quasi 76 milioni di euro per gli esercizi del 2008, del 2009 e del 2010". (...)

    "I falsi e la truffa allo Stato, per i giudici, sono provati e “poiché i cosiddetti rimborsi elettorali sono parametrati ai voti ottenuti e cioè a quello che rappresenta il partito nella vita politica, lo scopo del rendiconto e della disponibilità delle pezze giustificative è quello di rendere trasparente e verifìcabile quello che è l’agire del partito nello svolgimento della vita politica: solo da un rendiconto veritiero, completo e trasparente consegue la possibilità di controllare che il denaro del partito, ivi compresi i rimborsi pubblici, non sia stato impiegato a fini illeciti (per corrompere, per fare compravendita di voti, o altre iregolarità) ai quali – per usare le efficaci parole di un difensore ‘la mano pubblica si ribella’”. Per i giudici “è pacifico che il movimento Lega Nord per l’indipendenza della Padania abbia percepito, attraverso l’accredito sui conti correnti a esso intestato, il profitto dei reati commessi dai suoi rappresentanti, Bossi e Belsito, con il concorso di Aldovisi, Turci e Sanavio (i revisori, ndr)”. E in base all’articolo 322 ter del codice penale in caso di condanna va “ordinata” la confisca. Senza dimenticare “il vulnus inferto al corretto andamento dell’attività parlamentare nella gestione di risorse pubbliche finalizzate a favorire il corretto esercizio della vita democratica, di cui i partiti e Parlamento sono diretta espressione”.

    Mi scuso per la pedanteria, ma questo articolo (di cui ho riportato solo alcuni stralci), a tirma di Giovanna Trinchella oggi su "Il Fatto Quotidiano", credo faccia piazza pulita circa i possibili dubbi sulla piena legittimità dell'operato dei Giudici di Genova riguardo alla confisca disposta nei riguardi della Lega di Salvini. Ma con l'occasione, mi permetto di aggiungere che non trovo affatto giusto e accettabile che l'argomento di questo articolo, magari anche con maggiori dettagli, su queste "nefandezze" del partito di Salvini non trovi adeguata risonanza in tutte le testate giornalistiche nazionali. Di fronte alle sparate quotidiane di Salvini contro, comunque, dei poveri cristi, non sarebbe male, al contempo, ricordare ed evidenziare il modus operandi di questi "rodomonte" aggressivi contro i deboli, ma proni davanti al potente quando il vento... butta male (come ha dimostrato il frignare di Salvini per essere ricevuto dal presidente Mattarella).

  • Domenico Corradini H. Broussard 12 luglio 2018 alle 16:18

    «Quanti ne hanno beccati?», h. 8.30 circa di stamattina. Linguaggio da osteria o da postribolo. Linguaggio di Salvini. Per chiedere al Viminale il numero dei migranti della Diciotto identificati e ammanettati.

    Ci vuole in provvedimento della Procura della Repubblica di Trapani, per questo? Ma no, dice Salvini al Viminale, basta che il Viminale telefoni alle forze dell’ordine.

    Ammazzate, che indegna sconoscenza del diritto!

    Salvini non molla coi migranti della Diciotto. Si indossino, come al porto di Trapani, le camicie rosse e i cartelli contro Salvini. E nella consapevolezza che la competenza per l’ordine d’ammanettare è della Procura della Repubblica di Trapani. E non si lasci che Salvini faccia ciò a Genova G8 2001 fece Fini, il regista di comando di quelli agirono con violenza nei confronti non d’un solo Carlo Giuliani.

  • Gianfranco Fiore 12 luglio 2018 alle 21:59

    Il Ministro Guardasigilli si legga la Repubblica di oggi con l'ennessimo scoop sul "Caso Bari". Vuole rubare l'attenzione a Matteo Salvini,a dimostrazione dell'impreparazione del ministro che non ha neppure compreso come già sia in atto l'amnistia strisciante che rende inutile la stessa figura dei suoi colleghi di Bari,come è già avvenuto con l'abolizione della Pretura Circondariale di Bari,per questo i suoi colleghi sono arrabiati. Almeno convocasse Renzo Piano autore a Parigi di Justice esalta la presenza dello Stato nella periferia di Parigi.
    Di questo passo Matteo Salvini diventerà sempre più "Il Boss" e il M5S un comprimario Ma già... che ci aspettiamo da un signore che chiama a raccolta le tv per farsi riprendere mentre fa il bagno nella ex piscina dei boss?
    Anche per la Dottoressa Milella basta che Salvini rispetti la legge, rispetti i giudici, e si faccia il bagno nella vasca di casa sua lontano dai flash dei fotografi,non è quello che stà facendo? Diciotto permettendo naturalmente.
    Certo anche il suo linguaggio come notato dal Professor Corradini dovrebbe cambiare ma la stoffa da statista ce l'ha,almeno rispetto agli altri! http://www.ilsole24ore.com/art/cultura/2018-07-02/renzo-piano-ha-esaltato-justice-115006.shtml?uuid=AEtA16BF http://www.repubblica.it/politica/2018/07/12/news/palazzo_giustizia_bari_polemiche_camera-201552628/?ref=RHPPLF-BH-I0-C8-P8-S1.8-T1