Napoli

Procura di Napoli, Melillo cambia l’anticamorra. Tre pool: città, provincia e casalesi

La procura di Napoli 
Complessivamente saranno 31 i magistrati impegnati contro le cosche A guidare i pm Beatrice e Borrelli. A loro verrà affiancato un altro aggiunto.Fra i dieci sostituti che si occuperanno dei clan della provincia c’è anche Woodcock
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IL PROCURATORE Giovanni Melillo riorganizza il pool anticamorra. La sezione di punta dell’ufficio inquirente viene suddivisa in tre aree, rispetto alle due attuali. La prima, coordinata dal procuratore aggiunto Filippo Beatrice, indagherà sui clan che agiscono sul territorio della città di Napoli e avrà in organico 12 magistrati. La seconda si occuperà delle organizzazioni camorristiche attive in provincia di Napoli, nelle aree che ricadono nei circondari dei tribunali di Nola, Torre Annunziata e Avellino e nei comuni che rientrano nella competenza del tribunale di Napoli Nord ma non fanno parte della provincia di Caserta.

Il coordinamento sarà affidato al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli (che con la precedente organizzazione guidava la seconda area, competente per parte della provincia di Napoli e il Casertano) mentre i sostituti saranno 10. Fra questi ci sarà anche il pm Henry John Woodcock, che in questi anni ha coordinato alcune fra le più importanti indagini sui clan del capoluogo, dalla “paranza dei bambini” di Forcella ai Lo Russo di Miano e della Sanità, e ora ha chiesto di entrare a far parte del nuovo pool. La terza area, composta da 9 magistrati, lavorerà invece sulle ramificazioni del clan dei Casalesi e sulle altre organizzazioni attive nell’area di Caserta. Per questo pool dovrà essere designato un procuratore aggiunto come coordinatore. In lizza ci sono tre dei vice del capo dei pm: Luigi Frunzio, Giuseppe Lucantonio e Rosa Volpe.

Nelle intenzioni del procuratore Melillo, la nuova organizzazione dovrà anche favorire una sempre più efficace circolazione di notizie fra le diverse aree, in modo da incentivare scambi di informazioni e sinergie indispensabili per affrontare una criminalità organizzata che negli ultimi anni si è fatta sempre più trasversale e meno ancorata a dinamiche di natura territoriale. Intervenendo nei giorni scorsi al convegno organizzato dall’Arma dei carabinieri in memoria del generale Gennaro Niglio, il procuratore aveva invitato a «tenere conto della natura reale di questo fenomeno criminale.

Oggi la camorra è l’organizzazione maggiormente capace di influenzare le pulsioni illecite dell’economia, perché si è data la struttura di rete propria del mercato delle imprese». E su questo versante la Procura è intenzionata a indagare per ricostruire gli intrecci e le relazioni dei clan, senza dunque limitare l’azione repressiva alla sola ala militare delle cosche. In questi primi due mesi trascorsi al timone dell’ufficio inquirente, Melillo sta dunque lavorando per imprimere nuovo slancio alle attività dopo i mesi difficili caratterizzati dalle polemiche legate al caso Consip.

Il suo precedessore, Giovanni Colangelo, sarà oggi al Csm per essere sentito dalla prima commissione dell’organo di autogoverno dei magistrati proprio nell’ambito dell’istruttoria aperta sulle vicende legate all’inchiesta sulla centrale pubblica degli appalti avviata dai pm Woodcock e Celeste Carrano e poi trasmessa a Roma. Dopo l’audizione di Colangelo, presumibilmente, la commissione tirerà le somme. Ma la decisione arriverà quasi certamente solo dopo la nomina dei nuovi componenti, così come previsto dal regolamento di Palazzo dei Marescialli.