Fulvio Tessitore omaggiato nell’aula magna della Federico II
“Se me l’aspettavo? Beh, non posso dire di no, anche se non avrei immaginato una simile dimostrazione di affetto”. Sorride Fulvio Tessitore (cosa rara, nonostante la sua innata ironia), ex rettore della Federico II (1993-2001), nonché preside emerito della facoltà dei Lettere e Filosofia (1978-1992): l’aula magna dell’ateneo lo accoglie con un lungo applauso. Quattro generazioni di studenti, allievi e colleghi, lo salutano, in uno speciale omaggio (senza precedenti) “allo scienziato e al docente” per i suoi ottant’anni. Un’iniziativa senza precedenti nell’ateneo fridericiano. Tutto nasce da un’idea di ex allievi, in particolare dei professori Edoardo Massimilla e Domenico Conte: uno speciale tributo a Tessitore per il suo compleanno. “Abbiamo sottoposto l’idea al rettore Gaetano Manfredi- spiega Masismilla - L’ha accolta con molto piacere, trasformando l’incontro in una vera e propria giornata di studi”. Durante il dibattito, infatti, sono stati presentati gli ultimi suoi volumi pubblicati: “Trittico anti-hegeliano da Dilthey a Weber. Contributo alla teoria dello storicismo”, “Da Cuoco a Weber. Contributi alla storia dello storicismo” e “Un impegno vichiano”. Presenti, tra colleghi e amici l’ex rettore Guido Trombetti, Giovanni Polara, Giuseppe Cacciatore, Fabrizio Lomonaco, Manuela Sanna e altri. In prima fila, c’è anche il cardinale Crescenzio Sepe, legato a Tessitore da una lunga amicizia. “È un onore per noi - dice il rettore Gaetano Manfredi - omaggiare Fulvio Tessitore, professore, preside e magnifico rettore di questo ateneo, oltre che senatore della Repubblica e grande ricercatore. Questo incontro è un simbolico per la continuità istituzionale che da generazioni contraddistingue il nostro ateneo: siamo una grande e preziosa comunità, legata al dialogo, al contraddittorio, anche alla discussione: ma sempre nel rispetto della continuità e lungimiranza che contraddistinguono il nostro operato”. L’ultimo a prendere la parola è proprio Tessitore: “Quello che ho potuto dare a loro - si rivolga alla platea - è certamente molto meno di quello che loro hanno hanno potuto dare a me: mi hanno aiutato a vivere, in tutti i sensi”. Poi, con un pizzico di ironia e lucida onestà intellettuale chiosa: “Sulla base di una bieca scelta baronale, ho citato solo quelli che sono ordinari perché io sono sempre stato un barone e non mi sono mai vergognato di dirlo”.