Napoli

Molestie sessuali, Gabriele si "salva" in extremis dal carcere: "La pena va ricalcolata"

La suprema Corte annulla uno dei tre episodi contestati e chiede ai giudici di Appello di rideterminare la pena. Lui: "Rispetto per la magistratura, ero pronto a costituirmi ma io sono innocente"

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Salvato in “extremis” dal carcere, almeno per ora. La Corte di Cassazione annulla con rinvio la sentenza di secondo grado che condannava a 3 anni e 10 mesi di carcere l’ex assessore regionale Corrado Gabriele. Grave la contestazione: ha molestato, in almeno due occasioni, le figlie della sua ex moglie, una delle quali minorenne all’epoca dei fatti. In particolare, la suprema Corte annulla uno degli episodi contestati senza rinvio perchè prescritto. E rimanda tutto alla Corte di Appello per la rideterminazione della pena.

In sintesi gli episodi contestati erano quattro in primo grado, diventano tre in Appello, restano due in Cassazione.  Gabriele – a lungo esponente di Rifondazione comunista e compagno di giunta dell’allora presidente Bassolino, poi eletto con i dem nella Regione guidata da Caldoro – è stato impegnato a lungo sui temi dell’antimafia, delle fasce deboli e dei migranti. E si è sempre detto innocente. Era già pronto a costituirsi Gabriele. Assistito dal suo avvocato Marcello D'Auria, aveva pronta anche la valigia con i libri. In pieno ciclone dello scandalo molestie, la sua è stata un'attesa "molto lunga, troppo".  I conti con la giustizia sono, comunque, solo rinviati. Repubblica lo ha incontrato.   
 
Gabriele, lei continua a proclamarsi innocente. Ma sa che due condanne l’hanno ritenuta colpevole.  
“Ho sempre avuto rispetto del lavoro della magistratura: per educazione, cultura e formazione politica. Ma ora sento di continuare ad urlare ai quattro venti la mia piena innocenza. Lo sanno anche i miei figli, Roberta, Fabio e Marta cui continuerò a dedicarmi incondizionatamente anche nel tempo che dovrò trascorrere in carcere”.
 
Come lo spiega, a loro, che ha rischiato di finire in cella?
"Non ho dovuto neanche spiegare loro poi tanto, loro stessi hanno compreso il profondo senso di ingiustizia di tutta questa storia. L'amore della famiglia tutta che ci circonda e ci unisce, da sempre, ha fatto e farà tutto il resto, insieme alla forza che ho sempre ricevuto grazie alla stima delle persone che mi hanno sostenuto in questi anni e che credono in me: amici cari, persone che presto tornerò ad abbracciare". 
 
Ma i giudici di primo e secondo grado hanno ritenuto attendibili le accuse delle due ragazze. Per i giudici, essendo il loro patrigno, lei ha avuto una condotta "spregevole".
"Non ho mai fatto il genitore se non dei miei figli. Nei dieci anni di matrimonio e dunque di convivenza, semmai, ho svolto ruoli e assunto responsabilità concordate con la madre delle due accusatrici semplicemente per surrogare alle carenze del loro padre biologico, ed in ogni caso parole più dure e gravi sono venute dal loro avvocato difensore, che ha portato a casa il risultato fortemente voluto di una condanna dura con un processo indiziario che farà molto discutere negli anni, lo sento. In ogni caso nessuno in nessuna circostanza, e neanche le due accusatrici, hanno mai parlato di violenza".
 
Ma perché quelle ragazze avrebbero dovuto inventarsi tutto? 
"Rispondo con una domanda. Perché invece nessuno si è mai chiesto se fosse verosimile che la mia persona potesse aver avuto atteggiamenti molesti? Eppure nella giurisprudenza il principio di verosimiglianza è parte rilevante quando il processo è indiziario e cioè non provato da nessun fatto ma semplicemente basato sulla credibilità del racconto. Nessuna prova, nessun fatto: solo racconti. Quindi concludo che forse per il fatto che all'epoca dei fatti ero un personaggio pubblico, un potente e dunque era più facile procedere verso una condanna esemplare? Detto questo le condizioni di instabilità e precarietà delle due accusatrici, le loro condotte  - a tratti anche violente - avrebbero dovuto avere maggiore ascoltopresso i giudici. Hanno vissuto due separazioni da due nuclei familiari consecutivi, crollati  -come hanno ricordato numerosi esperti agli atti del processo - sotto il peso di insicurezza e tradimenti".
 
Si parla di palpeggiamenti, di baci. Lei dice che non è vero. Ma avrà avuto, nel migliore dei casi, atteggiamenti inammissabili su adolescenti che vivevano con lei sotto lo stesso tetto? 
"Assolutamente no, mai. La convivenza può aver generato malintesi, come il fatto di entrare in una stanza in presenza di altro, o di sfiorare o di abbracciare o di dare un bacio ad una persona con cui di fatto si è nella sfera degli affetti, comportamenti che invece in maniera pervicace il loro impianto difensivo ha voluto sempre dimostrare come offensivi o molesti. Nella mia vita di 50enne ho abbracciato e dato baci e stretto mani a centinaia di persone senza che mai nessuno abbia detto di essere stata offesa o violata da un mio atteggiamento".
 
Per 5 anni è stato un assessore regionale e per altri 5 consigliere regionale. Impegnato sui temi dell'antimafia e della legalità. Ora ha l'interdizione. Il potere, secondo alcuni, gioca un ruolo nella perdita di freni inibitori.
"Secondo me invece il potere logora o genera fenomeni devianti solo per chi lo senta come strumento delle proprie ambizioni, la mia storia politica al contrario dimostra che ho iniziato come semplice e convinto militante e alla prima bocciatura elettorale dopo sette consecutive vittorie sono tornato esattamente da dove ero partito, cioè sono tornato a guadagnarmi il pane con il mio lavoro indipendentemente dalla politica, rinunciando per mia scelta anche ai vitalizi maturati e - all'epoca dei fatti subentrato in Parlamento europeo - rinunciando al contempo alla protezione che mi sarebbe di fatto derivata dallo status di deputato europeo. L'unica cosa che non posso rifare è il militante perché in politica non esiste più".
 
Il ciclone donne molestate. Dalle accuse formalizzate contro Weinstein agli attacchi anonimi contro Brizzi. Come l'ha vissuta 
?mentre? era in attesa di questa sentenza?

"Senz'altro il clima non è stato dei migliori per la mia condizione di uomo innocente. Però è indiscutibile come la maggioranza degli uomini eserciti quanto meno culturalmente sulle donne una prevaricazione, nei luoghi di lavoro come tra le mura domestiche, ed è inaccettabile che questo poi sfoci in violenze e tanti femminicidi. È altrettanto vero però che la risposta non può essere il clamore mediatico, semmai tenere alta l'attenzione, intervenire prima: formando al rispetto reciproco e di genere e alla convivenza".
 
Tornasse indietro, che cosa non rifarebbe?
"La vita è una cosa comunque meravigliosa che ci appartiene solo per il tempo che abbiamo a disposizione. Io non ho davvero alcun rimpianto. Anzi, mi sento fin qui molto fortunato in particolare con i figli e con tutti gli affetti. Ecco, magari dedicherei loro solo più tempo , se potessi tornare indietro".
 
 
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