Napoli

Rinaldi sfida Liberi e uguali: "Scelga o noi di Dema o Bassolino"

Il consigliere comunale espressione dell'ex centro sociale Insurgencia, seguace di de Magistris della prima ora, non vuole sentir parlare dell'ex sindaco candidato alle Politiche con Leu.
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"O noi o Bassolino. Se vuole una sintesi magari brutale, eccola. Ma la politica che dice le cose come stanno, è questa". Il conflitto non si placa, tra le fila di Liberi e uguali, la formazione battezzata a Napoli e in cui è confluita sia l'ex sindaco sia l'area che fa capo al sindaco Luigi de Magistris. E proprio dall'area "arancione" parla Pietro Rinaldi, avvocato e consigliere comunale, soprattutto espressione del (fu) centro sociale Insurgencia, già seguace della primissima ora del primo cittadino, oggi candidato in pectore in Leu. Dopo il confronto aperto con Repubblica dal deputato Arturo Scotto - sulla "necessità" di superare veti e includere la candidatura di Bassolino - Rinaldi , il più vicino a Fratoianni, riserva una replica secca. "Le contrapposizioni si superano scegliendo, non fingendo che non esistano".

Rinaldi, per voi come gruppo non ci sono termini per alcuna ricomposizione quindi?
"Io penso che bisogna davvero guardare avanti. La mancanza di analisi fredde, lucide è alla base della perdita di contatto con la realtà sociale del Paese. Quindi non mi riferisco solo a Napoli".

Ma a Napoli si consuma già una emblematica frattura . Non è che Leu rischia di implodere prima di partire, proprio qui dove ha avuto un battesimo importante ?
"Io dico che se proprio da Napoli partono nuove proposte - come lo è anche "Potere al popolo" - non è un caso. Io credo sia la conseguenza che in città in questi anni si è sviluppato un vero e proprio laboratorio innovativo. E come Scotto credo che Leu sia una lista di scopo e ci sono anche scopi e obiettivi di carattere territoriale".

Partiamo dagli "scopi" più immediati. Lei e Sandro Fucito vi siete proposti per le Politiche . Chi di voi la spunterà? E con quale visione?
"Innanzitutto siamo stati proposti, credo anche per il nostro ruolo istituzionale. Quando questa proposta sarà concretizzata, la valuteremo. Non siamo in concorrenza, e non potrebbe mai essere".

Ma la frattura sul nome di Bassolino candidato resta. Fratoianni ha già detto no, Scotto ripete: "niente veti".
"Si potrebbe liquidare tutto con una battuta. Se Scotto è così generoso, certamente sarà disposto a cedere il suo posto a Bassolino, no?".

Politicamente, non accettate il rientro?
"Appunto, parlando seriamente. La sinistra deve decidere se rappresentarsi come un dinosauro che cerca di sopravvivere alla propria era, oppure scegliere di guardare al futuro".

Dinosauro non è il frutto di un'elaborazione.
"Dico che c'è una incompatibilità di cui bisogna prendere atto, tra esperienze che provengono dal civismo militante. Che non sono appunto compatibili con il bassolinismo. Non è un veto, liberi di scegliere, ma occorre sapere che le cose non possono stare insieme. Non si tratta di sperare o di chiedere che stiano insieme de Magistris e Bassolino, cosa che credo impossibile, ma se possano convivere i mondi di riferimento. C'è chi in questi anni ha rappresentato la voglia di riscatto di questa città, che si è espressa con la doppia vittoria di Luigi; e c'è chi invece rappresenta appunto la devastazione ambientale del nostro territorio e anche un po' quello della decadenza morale".

Ma le posso chiedere allo stesso modo cosa c'entrate voi con D'Alema?
"A volte si può stare dallo stesso lato senza stare dalla stessa parte...".

Questa è poco comprensibile...
"Nel Paese c'è voglia di una alternativa al Pd e al renzismo. E il laboratorio napoletano ha l'ambizione di costruire una prospettiva alternativa alle politiche neoliberiste, dentro questa prospettiva occorre conquistare avamposti di agibilità politica. Insomma, la domanda dovrebbe essere ribaltata. Non sono io che ho cambiato idea, bisognerebbe chiederlo a chi ha votati il Jobs Act, la cancellazione dell'articolo 18 e così via. A volte un pegno di credibilità verso gli elettori è funzionale alla crescita del consenso".

La tattica però dell'area DeMa è molto chiara. Dopo il flop del 2013, ora siete voi gli unici alfieri in campo. Se si vince, ha vinto de Magistris. Se si perde, ha perso Rinaldi, o Fucito.
"Se stiamo dicendo che la nostra è una candidatura di servizio , sì certo. Ma per favore non coinvolgiamo in tutti i modi il sindaco in questa campagna elettorale. Luigi è pienamente impegnato ad amministrare una città complicata".

Così complicata che ora striglia i suoi e chiede di più ...
"Luigi chiede sempre di più a tutta la sua squadra, e fa bene. Ma è anche consapevole che in questi anni abbiamo riscaldato l'acqua con il ghiaccio".