Napoli

Caso Cesaro: il Csm apre una pratica sul giudice Cioffi. Lui: "Perchè astenermi?"

Cioffi è il presidente del collegio che giudicherà i fratelli di Luigi Cesaro, parlamentare uscente di Fi ricandidato da Berlusconi al Senato. Il ministro Orlando avvia accertamenti

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Doppia indagine a Roma sulla correttezza della condotta del giudice Giuseppe Cioffi, chiamato a giudicare i fratelli del parlamentare plurinquisitro Luigi Cesaro. Si muove il ministro della Giustizia e anche il Csm, sul caso sollevato da Repubblica.


Ma il magistrato, ritratto in una foto alla convention di Forza Italia dell'ottobre scorso a Ischia cui partecipò anche il presidente Silvio Berlusconi, e che non disdegnava di incontrare parlamentari del partito, ribatte: "Non mi asterrò, non ho partecipato a quel congresso". Addirittura punta il dito contro "l'informazione non corretta". Repubblica ha pubblicato anche la testimonianza di un consigliere di Fi. Che invece conferma: "Eravamo insieme agli Stati generali di Ischia. I big del partito volevano candidarlo".


Il ministro della giustizia Andrea Orlando, tramite l'ispettorato, ha avviato accertamenti preliminari sulla vicenda del giudice Cioffi. Il ministro ha chiesto all'ispettorato di intervenire con accertamenti preliminari finalizzati a verificare la terzietà del giudice rispetto ai soggetti che è chiamato a giudicare.
Scatta, parallelamente, anche l'azione del Consiglio superiore della magistratura. E' stato il consigliere togato del Csm di Unicost, Francesco Cananzi, a chiedere durante il plenum l'apertura di una pratica sulla vicenda del giudice di Napoli Nord, Cioffi. Istanza cui hanno aderito subito gli altri due magistrati partenopei Lucio Aschettino e Antonello Ardituro, di Area. E il comitato di presidenza del Csm ha dato il via libera all'apertura di una pratica sul caso del giudice. A occuparsene sarà la prima commissione, competente sui trasferimenti d'ufficio per incompatibilità ambientale e funzionale dei magistrati.

Cioffi è il presidente del collegio che, presso il tribunale Napoli Nord, dovrà giudicare Aniello e Raffaele Cesaro - accusati di concorso esterno in associazione mafiosa con il clan Polverino - e fratelli di Luigi Cesaro, parlamentare uscente di Fi ricandidato da Berlusconi al Senato, anch'egli indagato nella stessa inchiesta e sotto accusa anche in un altro procedimento, per voto di scambio.
In uno scatto pubblicato e poi rimosso dai social, Cioffi compare in compagnia di altri tre signori, in giacca e cravatta come lui, accanto alle locandine di Forza Italia, data 14 ottobre 2017. La foto è stata individuata - in più versioni - da Repubblica, che poi ha ricostruito e verificato informazioni sulle relazioni già risalenti nel tempo tra Cioffi e il potente gruppo dirigente di quel partito.


Il giudice Giuseppe Cioffi (terzo da sinistra) alla convention di Forza Italia 

Ma il giudice Cioffi contrattacca. "Degli accertamenti avviati dal ministro Orlando non so nulla, ma di certo sto tranquillo dal punto di vista giuridico. Non ho motivo di astenermi al processo che li riguarda", continua a sostenere il magistrato. Versione non priva di qualche contraddizione. "Non ho mai conosciuto i Cesaro, non sono mai stato vicino a Forza Italia", dice infatti. Poi, rispetto alla testimonianza di Francesco Salerno, che a Repubblica conferma di essere stato con Cioffi alla convention di Fi e racconta addirittura che "Giuseppe era un'ottima scelta e abbiamo cercato di candidarlo, come partito", Cioffi risponde all'agenzia Ansa: "Ma erano amici (anche Salerno, ndr) con cui mi sono visto il giorno dopo rispetto alla convention. Non vedo cosa ci sia di male". Ed ancora:  "La norma del codice di procedura penale che parla di astensione dal processo - aggiunge il magistrato - prevede una casistica molto chiara, e io non vi rientro non avendo rapporti con i Cesaro o con loro familiari".


Luigi ed Aniello Cesaro sono imputati (con l'altro faccendiere Antonio Di Guida) di concorso esterno in associazione mafiosa, sugli affari illeciti e i rapporti con la camorra che hanno inquinato, secondo le accuse, il Piano di insediamento produttivo di Marano, inchiesta dei pm Mariella Di Mauro e Giuseppe Visone con il coordinamento del procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli.  Oggi in dibattimento al Tribunale di Napoli Nord. La stessa indagine vede sotto inchiesta anche Luigi, il fratello deputato (la sua posizione è stata stralciata e va avanti dinanzi alla Dda) con l'accusa di minaccia aggravata dal metodo mafioso.

Il giudice Cioffi era stato anche convocato ieri dalla presidente del tribunale di Napoli Nord, Elisabetta Garzo, che ha acquisito le pagine di Repubblica, sorpresa da quella foto. Garzo aveva invitato il collega a valutare l'ipotesi dell'astensione. Cioffi si è riservato, intenzionato a non mollare. "Di certo - conclude il magistrato - sto seriamente pensando di procedere dal punto di vista legale a tutela della mia immagine, perché ciò che è stato riportato non corrisponde al vero. Si tratta di un esempio di informazione non corretta".
Ma Repubblica conferma la fondatezza delle sue ricostruzioni e testimonianze.