Napoli

Diritti civili, a Napoli il primo Rainbow center: un rifugio Lgbt in un bene confiscato

All'interno del centro sarà data accoglienza temporanea a ragazzi che vivono in condizioni difficili, non solo della comunità Lgbt, ma aperto a tutti i giovani tra i 14 e i 35 anni

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Apre a Napoli il primo "Rainbow center", un rifugio per il contrasto alla violenza di genere e incubatore di idee contro ogni forma di ingiustizia sociale. A Napoli, in un bene confiscato al clan Contini, l'associazione di promozione sociale I-Ken onlus ha inaugurato oggi il centro che è alla base del progetto "Questa casa non è un albergo", cofinanziato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri - Dipartimento della gioventù e del servizio civile nazionale.

All'interno del centro sarà data accoglienza temporanea a ragazzi che vivono in condizioni difficili, non solo della comunità Lgbt, ma aperto a tutti i giovani tra i 14 e i 35 anni. "Quella di oggi è un'esperienza molto bella e positiva - ha commentato Giuliano Poletti, ministro per il Lavoro, presente all'inaugurazione - proprio perché c'è l'idea di collaborazione, comunione e condivisione che parte dal territorio, da questo quartiere. Si parla di qualcosa che si integra, che sta bene dentro un contesto e ci si aiuta". Carlo Cremona, presidente dell'Associazione capofila del progetto, ha evidenziato che con l'apertura del centro "destiniamo un bene sottratto alla camorra a buone prassi, lo restituiamo alla città. L'avviso di sequestro che era fuori dalla porta è stato sostituito con la targa che indica che c'è un centro di accoglienza  per una cultura nuova della differenza".

Il Comune di Napoli, come ha fatto sapere Alessandra Clemente, assessore alle politiche giovanili, ha "60 beni confiscati riutilizzati socialmente. Il centro è in una casa che era di proprietà del clan Contini - ha concluso - ci fa sentire orgogliosi l'esserci riappropriati di qualcosa e poterlo destinare a un uso realmente utile"