Napoli

Casal di Principe, presentato da Cantone e don Patriciello il progetto “Terra Amata”

Un partneriato fra mondo dell’impresa e della società civile impegnata, che punta a sostenere  un modello di crescita socio – economica, nei luoghi già segnati dalla presenza di rifiuti tossici che hanno provocato gravi danni alla salute

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E’ stato presentato  a Casal di Principe, nel bene confiscato di via Urano (Casa don Diana) il progetto  “Terra amata”. Un partneriato fra mondo dell’impresa e della società civile impegnata, che punta a sostenere  un modello di crescita socio – economica, nei luoghi già segnati dalla presenza di rifiuti tossici che hanno provocato gravi danni alla salute.
 
Il progetto è stato promosso da Cittadinanzattiva, Cleprin, cooperativa sociale “Al di là dei sogni”, Fanpage.it, Fondazione Roche, NCO (Nuova Cooperazione Organizzata), Roche SpA e Sodexo SpA.
 
“Il progetto è nato per caso. E’ una storia che comincia oggi – ha spiegato Sergio Nazzaro, coordinatore dell’iniziativa  - grazie a diversi partner che hanno creato dei cammini virtuosi, coinvolgendo anche  delle multinazionali. In questo, non c’è nessuno scandalo. Dopo la lotta ai poteri criminali, è il momento di costruire un’economia sociale reale”.
 

Casal di Principe, Cantone: "Il clan dei Casalesi ha cambiato pelle"

Il progetto, orientato al sostegno delle persone soprattutto nel campo della sanità, si intreccerà a Casa Don Diana con le attività già avviate dal “Centro di prevenzione delle malattie oncologiche”, voluto dal Comitato Don Diana, con Rete di Cittadinanza e Comunità, Croce Rossa Italiana, Comune di Casal di Principe e associazione Medicare.
 
“Credo sia una scelta importante anche la scelta delle parole  – ha esordito Raffaele Cantone, il presidente dell’Anac - Terra amata non significa dimenticare terra dei fuochi, ma bisogna cambiare passo. La repressione nella lotta alla mafia è sicuramente indispensabile, ma è insufficiente. Lo possiamo dire proprio qui a Casal di Principe, dove la lotta alla camorra ha ottenuto dei risultati eccezionali, che sono paragonabili solo a quelli ottenuti contro Cosa Nostra. IL clan dei casalesi è stato sicuramente eliminato nella sua impostazione tradizionale e grazie alla presenza costante anche del mondo associativo. L’antimafia sociale è altrettanto importante quanto l’antimafia giudiziaria e le forze di polizia. Però non basta, perché chi conosce questi territori, sa che la criminalità organizzata si è fondata non solo sull’intimidazione, ma sul consenso”.
 
“Soli si muore e ben vengano queste  iniziative con tanti soggetti coinvolti. Ne abbiamo bisogno in questi territori – ha detto don Maurizio Patriciello il parroco di Caivano – Ognuno deve fare la sua parte. Questi sono gli esempi da seguire. Quando si ci mette assieme tra persone per bene, vengono fuori sempre delle cose buone. Qui non c’è omertà ha aggiunto  Patriciello, ma è lo Stato che deve essere più presente. Non abbiamo bisogno dei militari  agli angoli delle strade che imbracciano armi che non possono usare. Dateci più carabinieri, più polizia e più investigatori, ma soprattutto possibilità di riscatto attraverso il lavoro. E molte cose cambieranno”.
 
La mattinata si è conclusa con la firma del protocollo d’intesa tra i promotori del progetto “Terra amata”.
 
All’iniziativa erano presenti, tra gli altri, il sindaco di Casal di Principe, Renato Natale, il prefetto di Caserta, Raffaele Ruperto,  il questore di Caserta, Antonio Borrelli  e numerosi esponenti delle associazioni di volontariato.