Napoli

Don Barone tre ore sotto torchio. Si difende: “Il vescovo sapeva dei miei esorcismi. Sesso? Solo calunnie”

“Ero autorizzato alle pratiche esorcistiche, relazionavo tutto al mio superiore”

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"Denuncerò per calunnia le mie accusatrici". Si è difeso attaccando don Michele Barone davanti al gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, Ivana Salvatore, durante l'interrogatorio di garanzia nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Il prete del "Tempio" di Casapesenna, è finito in carcere il 24 febbraio con l'accusa di violenza sessuale aggravata e maltrattamenti anche su minori, in particolare su una ragazzina di 14 anni con problemi psichici che il prete curava con l'esorcismo.

Don Michele, difeso dall'avvocato Carlo Taormina, ha respinto ogni contestazione nel corso dell'interrogatorio durato più di tre ore, soprattutto per quanto riguarda gli abusi sessuali che avrebbe perpetrato su due ragazze ex adepte. Ha poi rivendicato la legittimità delle sue attività, anche quelle dell'esorcismo nei confronti della minore. "Tutto è accaduto secondo quelle che sono le condizioni ecclesiastiche", ha ribadito don Michele.

Ma monsignor Angelo Spinillo, il vescovo della Diocesi di Aversa, fin dal primo momento ha detto di non essere a conoscenza di quanto avveniva a Casapesenna e che don Barone non era autorizzato alla pratica dell'esorcismo. "Il vescovo sapeva - ribadisce invece l'avvocato Taormina - era informato man mano che andavano avanti le cose. Parlava con i genitori della ragazza, veniva informato dell'andamento della situazione e mi ha sempre dato tranquillità su tutto ciò che stava accadendo. Noi abbiamo anche contestato la sospensione del sacerdote fatta dal vescovo - aggiunge il legale - nella quale si dice che vi sarebbe stata la sua totale inconsapevolezza. E' stato fatto presente, invece, che disponiamo di documenti da cui risulta esattamente il contrario. Anche per questo abbiamo richiesto al Gip, Ivana Salvatore, la concessione degli arresti domiciliari a don Michele. In ogni caso, per precauzione, abbiamo già presentato istanza di scarcerazione al tribunale per il Riesame".

Il Gip, nell'ordinanza aveva fatto riferimento al fatto che quella di don Michele Barone fosse una setta. "Di setta non se n'è fatto un punto di contestazione - dice l'avvocato Taormina - anche perché non ci sono propri questi elementi. Don Michele ha fatto presente che presso la cappella del santuario c'è un gruppo di preghiera che è sempre esistito da molti anni, da quando è stato costruito il santuario, per cui è tutto nell'assoluta regolarità".

Nell'inchiesta coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, guidata da Maria Antonietta Troncone, sono finiti anche i genitori della ragazzina, Cesare Tramontano e Lorenza Carangelo, e Luigi Schettino, il dirigente di polizia di Caserta che cercò di convincere la sorella maggiore della ragazzina a ritirare la denuncia nei confronti del prete. "L'esposto fatto dalla giovane alla polizia è un punto molto importante - afferma ancora il legale di don Michele - perché non c'è nessun riferimento a violenze o a cose del genere di cui avrebbe parlato solo la trasmissione delle "Iene". Perciò non c'era una ragione affinché don Michele potesse premere per ritirare quell'esposto perché era assolutamente innocuo dal punto di vista penale". Don Michele Barone, in attesa della decisione del Gip, per la richiesta di arresti domiciliari, è ancora in isolamento, separato dagli altri detenuti. Un provvedimento che di solito viene adottato per coloro che sono accusati di reati di violenza sessuale. "Nel caso specifico - dice l'avvocato Taormina - il suo isolamento è dovuto al fatto che è un sacerdote. Come l'ho trovato? molto amareggiato, ma anche molto reattivo".

Intanto L'avvocato Fabio Rizzetto di Montebelluna, scrive a "Repubblica" per far sapere che "L'albergo Medjugorie Hotel & Spa non è di proprietà di don Michele Barone". Lo fa in nome e per conto della "Granmir & Co d.o.o corrente in Citluk iz Bijakovica (BIH)", proprietaria della struttura alberghiera. "La proprietà e il personale dell'Hotel Medjugorie Hotel & SpA - aggiunge l'avvocato - nulla hanno a che vedere con gli scellerati comportamenti asseritamente posti in essere all'interno della struttura da don Michele Barone e colgono l'occasione per esprimere solidarietà e vicinanza alle presunte vittime degli abusi".