Napoli

Ultim'ora

Casa di Montecarlo, Fini condannato a due anni e 8 mesi, 5 anni a Elisabetta Tulliani, 6 al fratello Giancarlo, 5 al padre Sergio

Roberto Fico: "Pronti a governare, de Magistris faccia il sindaco di Napoli"

L'esponente 5 Stelle eletto alla Camera: "Il voto che ci hanno dato Napoli e il Paese spazza via tutte le offese"

3 minuti di lettura
«Ce ne hanno dette di tutti i colori, in questi anni. Ma il voto che ci hanno dato Napoli e il Paese spazza via tutte le offese. Oggi siamo forza di governo, abbiamo questa responsabilità e vogliamo farcene carico, proprio come a Roma e a Torino». Ne ha fatta di strada, il ragazzo di Posillipo che tredici anni fa organizzò, fra lo scetticismo generale, il primo meet up degli amici di Beppe Grillo. Oggi Roberto Fico è uno dei leader del primo partito italiano, il Movimento 5 Stelle. Da presidente uscente della commissione parlamentare di vigilanza sulla Rai, ha riconquistato lo scranno di Montecitorio aggiudicandosi il collegio di Fuorigrotta con il 57 per cento dei voti. Adesso si parla di lui per la presidenza della Camera.

Se glielo avessero raccontato nel 2005, che finiva così, ci avrebbe creduto, Fico?
«Per la verità non ci siamo mai chiesti dove saremmo arrivati né che percentuale di consensi avremmo ottenuto. Non pensavamo di candidarci, volevamo solo fare qualcosa per migliorare il nostro territorio. Non avevamo soldi, abbiamo faticato tanto senza mai arrenderci. Questa è la vittoria di un collettivo».

Ora però dovrete rispondere a chi, in questi anni, vi ha ripetuto che il Movimento non è adatto a governare.
«È vero il contrario, lo stiamo dimostrando a Torino e anche a Roma, dove Virginia Raggi sta raggiungendo ottimi risultati nonostante attacchi mediatici senza precedenti».

Da soli però non avete la maggioranza. Ha ragione il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, quando vi invita a guardare oltre la vostra «autosufficienza»?
«Per me, in questo momento, de Magistris è solo il sindaco di Napoli, non altro. Spero, nell’interesse della mia città e dei napoletani, che faccia questo lavoro al meglio delle sue possibilità, impegnandosi in modo sostanziale e definitivo sui trasporti, sul decoro urbano e la pulizia delle strade».

Ma rispetto al governo Renzi, con il quale de Magistris ha spesso polemizzato, un esecutivo a 5 Stelle si potrebbe definire un “governo amico” del sindaco?
«Il governo 5 Stelle è amico dei cittadini italiani, non di questo o quel sindaco. Per noi esistono solo buone pratiche amministrative e istituzionali. Se de Magistris presenterà in consiglio comunale buoni progetti e buone delibere, il Movimento li appoggerà, ma sarà pronto a contrastarlo se dovesse proporre iniziative che non ci convincono».

Però per governare non avete i numeri. Più facile accordarsi con la Lega o con il Partito democratico?
«Su questi argomenti per me fanno fede le parole pronunciate da Luigi Di Maio in conferenza stampa subito dopo il voto».

È vero che ha scelto di candidarsi nel collegio di Fuorigrotta e non al Vomero per evitare la sfida con Paolo Siani?
«In realtà non ho mai considerato il Vomero come collegio perché la mia residenza è a Posillipo. Ma ho optato per Fuorigrotta perché quello è il territorio nel quale, in questi anni, ho lavorato di più su temi come la bonifica, le discariche di Pianura, l’utilizzo dell’esercito per far entrare camion pieni di spazzatura a Chiaiano. E poi, lo dico con umiltà e rispetto, se pure mi fossi candidato al Vomero, il mio avversario non sarebbe stato Siani ma il rappresentante del centrodestra».

In che misura le inchieste su Cesaro e le polemiche sulla candidatura di Piero De Luca hanno influito sull’affermazione dei 5 Stelle in Campania?
«Ho fatto una campagna elettorale in lungo e il largo, respirando sin dal principio una fortissima propensione al voto per i 5 Stelle. Gli scandali hanno solo rafforzato, nell’opinione pubblica, la convinzione che questo sistema di potere non rappresenta più nessuno».

Pensa anche lei, come Mara Carfagna, che questo voto abbia chiuso di fatto il ciclo di De Luca?
«Ma per me è finito anche il ciclo di Mara Carfagna. In questa regione, centrodestra e centrosinistra hanno governato nel peggior modo possibile, senza portare a compimento alcun progetto utile ai cittadini, ma pensando solo a sistemare amici e affari. Ora però sono arrivati al capolinea».

Che farà Roberto Fico da grande? Il presidente della Camera?
«Ciò che mi interessa è la realizzazione del programma del Movimento».

Grazie a lei, il Movimento ha mosso i suoi primi passi nello scetticismo generale. Nonostante questo, è Luigi Di Maio il candidato premier. Che effetto le fa?
«Le case si costruiscono con i mattoni. C’è chi mette il primo, chi il secondo. L’importante è costruire. Se si è autoreferenziali o si pensa solo a se stessi, si distrugge tutto. Invece Luigi ed io siamo ancora qua, insieme, nel Movimento. Ed è questa l’unica cosa che conta».