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8 Marzo: Salerno ricorda 26 migranti nigeriane arrivate in Italia senza vita

Lo sbarco a Salerno 
Stasera, al teatro Augusteo lo spettacolo di teatro civile "26 - Come in Mare Così in Terra"
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La città di Salerno, nella Giornata internazionale della donna, ricorda le 26 migranti nigeriane morte nel loto viaggio della speranza, le cui salme furono sbarcate al porto della città da una nave che aveva soccorso migranti in mare. Al cimitero monumentale nella frazione di Brignano, dopo un momento di commemorazione, scoperta l'opera degli artisti Pietro Lista e Giovanni De Rosa, "26 rami spezzati, 2 nel segreto della maternità. Nell'edera l'immortalità dell'anima".

Alla cerimonia era presente anche il ministro dell'Immigrazione della Nigeria, Ifeynwa Angela Nworgu, che, ringraziando "Salerno per la dimostrazione data al popolo nigeriano", si è detta "contenta" dell'omaggio e "dello spazio che si sta dando alla dignità delle donne della Nigeria".  "Sono contenta della continua collaborazione che si sta instaurando tra l'Italia e la Nigeria", aggiunge. Era il 5 novembre dello scorso anno, quando dalla nave spagnola Cantabria scesero al molo 'Tre Gennaio' del porto commerciale 436 migranti. Con loro, i cadaveri delle 26 donne, tutte giovanissime, che fecero del 22esimo sbarco quello più tragico dell'accoglienza salernitana. All'indomani, la Procura della Repubblica di Salerno aprì un'inchiesta per accertare dinamiche e responsabilità dei fatti e dispose le autopsie sui corpi di chi non ce l'aveva fatta. Infatti, i passeggeri e i cadaveri della Cantabria furono recuperati, nel corso di quattro eventi S.a.r. (Search and Rescue), a largo delle coste libiche. Dagli esami autoptici venne fuori che erano morte tutte per asfissia.

In un solo caso, il decesso fu determinato anche da uno shock emorragico dovuto alla rottura del fegato.  Due di loro erano incinta.

 Il 17 novembre, al cimitero di Salerno, si tennero i funerali.  Una rosa bianca su ogni bara. Oppure due, una rosa e una azzurra, sui feretri delle donne che aspettavano un bimbo. Una cerimonia interreligiosa sobria e commossa officiata dall'arcivescovo di Salerno, monsignor Luigi Moretti, e dall'imam di Bellizzi, Ebderrhmane Es Saba. A piangere le vittime, c'erano anche quei pochi parenti delle ragazze alle quali , intanto, era stato possibile dare un nome.
26 - Come in Mare Così in Terra 
Stasera, al teatro Augusteo di Salerno, le giovani nigeriane che il mare non ha risparmiato rivivranno attraverso lo spettacolo di teatro civile "26 - Come in Mare Così in Terra", promosso dall'Ordine dei Giornalisti della Campania in collaborazione e con il patrocinio del Comune di Salerno, il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio Salernitana e la partecipazione di una delegazione del Comando provinciale dei Vigili del fuoco di Salerno. La messinscena dell'opera, realizzata con il contributo di 55 giornalisti del territorio, è finalizzata a raccogliere fondi a sostegno dello Sportello di Ascolto - Centro Antiviolenza di Genere "Artemisia", del pronto soccorso dell'ospedale cittadino San Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona.

27 giornaliste interpreteranno altrettanti monologhi scritti da colleghe e colleghi immaginando e immedesimandosi nei pensieri e nei sogni delle giovani migranti. Ad intervallare gli assoli, il monologo di una madre che racconterà il 'viaggio' della figlia. Il testamento ideale dell'opera è affidato, sul finale, alla "voce della giustizia", prestata sul palco da Matteo Casale, già presidente della Corte di appello di Salerno.