Napoli

Le "stese" dei clan sono un'emergenza: subito un piano per fermarle

Il commento

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Sono arrivati in quattro. Armati. In due moto. Alle 11 e mezza di notte. E hanno sparato. Indisturbati. Si chiamano “stese” e l’epilogo dell’ultima, nel cuore di Napoli, Montecalvario, ne descrive, assieme, tutta la camorristica arroganza e l’alta pericolosità.

Un proiettile si è conficcato nell’armadio della camera da letto di un commerciante antiracket. Avrebbe potuto ucciderlo. Non è certo che il messaggio di piombo fosse destinato a lui. Anzi, gli investigatori propendono per la casualità della traiettoria.

Ma resta un dato: le “stese” non sono più episodi, raid occasionali, ma rappresentano una vera e propria strategia della camorra. Per incutere paura e sottomissione. Per dire: qui comando io e questo è il mio territorio. Ma quel territorio, quei territori, sono dello Stato. E bisogna riappropriarsene con un controllo continuo e serrato. Con una strategica presenza in quelle zone e in quelle ore dove i camorristi agiscono. Prima che il prezzo da pagare a quei colpi sparati in aria sia troppo alto.