Napoli

De Luca paragona il Pd agli ebrei e scoppia la polemica

La Comunità ebraica: "Uno scivolone, un oltraggio alla memoria"

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Una metafora, ma non gradita, soprattutto dagli ebrei napoletani. Le parole di Vincenzo De Luca ai militanti del Pd ieri in un circolo della zona della periferia di Napoli fanno discutere. Il governatore paragona le condizioni attuali dei dem a quelle degli ebrei nel 1938, in epoca fascista. Il Pd, ha detto il presidente della Campania, "e' come gli ebrei negli anni delle leggi razziali: braccati, umiliati e senza patria. A volte appaiono un corpo estraneo nella società italiana dal punto di vista della capacità di sintonizzarsi sui sentimenti della gente".

Così la Comunità Ebraica di Napoli affida a una nota il suo "stupore e disappunto": "Lungi dal voler entrare nel merito politico del discorso fatto da De Luca - scrive la Comunità - facciamo presente che la privazione dei più elementari diritti civili e della stessa dignità degli ebrei in seguito alle leggi razziali non può essere utilizzata come termine di paragone per situazioni che afferiscono ai meccanismi della politica di qualunque Stato democratico e che, pertanto, l'essersi avventurati a farlo rappresenta una strumentalizzazione che offende chi ha patito in prima persona gli effetti della discriminazione antiebraica o ha risentito negli anni il peso delle esperienze dolorose vissute da familiari e amici".

"Siccome per l'Ebraismo anche da episodi negativi può nascere qualcosa di positivo - prosegue il comunicato -, ci auguriamo che questo inatteso scivolone di De Luca aiuti a comprendere la necessità di prestare maggior attenzione a parole e concetti utilizzati per discutere situazioni attuali in vari ambiti, al fine di evitare banalizzazioni che, oltre a oltraggiare la memoria, danneggino in primis l'immagine di chi se ne rende autore".