Napoli

Caserta, iniziativa della Federazione antiracket per ricordare le vittime della camorra

Tano Grasso: "Ancora poche denunce"

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“Gli imprenditori non denunciano. Il quadro della collaborazione tra operatori economici e istituzioni nella lotta al racket delle estorsioni o dell'usura è ancora inadeguato e insufficiente". E’ Tano Grasso a sottolineare il dato, il presidente della  Fai (Federazione delle associazioni antiracket e antiusura Italiane), parlando nella sala conferenze della Prefettura di Caserta, per illustrare il calendario delle iniziative per commemorare gli imprenditori uccisi dai killer dei Casalesi nel 2008.

Dieci anni dopo la stagione del terrore nel Casertano, durante la quale il gruppo di fuoco del clan dei casalesi, guidato dal killer Giuseppe Setola uccise 18 innocenti, arrivano le iniziative della Fai non solo per ricordare alcune di quelle morti, ma anche per tentare di  “accorciare” la distanza tra le istituzioni e  gli imprenditori che continuano a preferire il quieto vivere anziché schierarsi dalla parte della legalità.

“Una serie di iniziative – spiega il prefetto di Caserta, Raffaele Ruberto – che servono non solo a ricordare gli avvenimenti tragici di dieci anni fa, ma anche a ribadire da un lato che la guerra camorra non è ancora vinta e che denunciare i camorristi è conveniente. Le iniziative serviranno anche a far capire ai tanti studenti che vogliamo coinvolgere, il valore aggiunto del rispetto della legalità e quanto sia importante conoscere il fenomeno mafioso per poterlo contrastare”.

“Parlare di mancanza di fiducia verso le istituzioni è solo un alibi – aggiunge Tano Grasso -  perché in questo territorio forze dell'ordine e magistratura arrestano di frequente esponenti delle cosche camorristiche.  Se qualche anno fa una situazione del genere era comprensibile perché c’erano i killer della camorra che uccidevano, a lungo andare questa situazione finirà per favorire il ritorno dei clan della camorra”.

Si parte il 12 maggio a Santa Maria Capua Vetere, con l’aperitivo di solidarietà, con studenti e scout, che si terrà nel cortile antistante la fabbrica di materassi di Pietro Russo, data alle fiamme dalla camorra casalese il 13 maggio del 2008. Allora la stagione del terrore era appena iniziata con il delitto di Umberto Bidognetti (2 maggio 2008), padre del pentito Domenico e zio del capoclan Francesco Bidognetti. Russo qualche anno prima aveva denunciato e fatto condannare per estorsione 16 esponenti del clan dei Casalesi, tra cui Augusto Bianco, stretto parente di Bidognetti e reggente del clan a metà degli anni 2000.

Il 16 maggio si ricorderà la morte di Domenico Noviello, il proprietario di autoscuola massacrato da Setola e i suoi sodali a Baia Verde a Castel Volturno, per aver fatto condannare alcuni estorsori. Luogo dell’evento Castel Volturno, nella piazza intitolata all'imprenditore. Ci sarà poi un dibattito nella sede del Fai con Ruberto e il commissario antiracket Domenico Cuttaia.

L’11 luglio, al lido la Fiorente di Varcaturo, località balneare di Giugliano (Napoli), è prevista la commemorazione di Raffaele Granata, il titolare dello stabilimento ucciso perché aveva messo alla porta gli emissari mandati da Setola. Il 12 settembre, a San Marcellino, infine, sarà posta la lapide in memoria dell’imprenditore Antonio Ciardullo e del dipendente Ernesto Fabozzi, uccisi nell’officina del primo. Subito dopo è in programma un incontro in una scuola di Parete.

Nel corso dell’iniziativa in Prefettura, Luigi Ferrucci, il presidente dell'associazione antiracket di Castel Volturno, ha  sottolineato che “Spesso si è parlato di un popolo omertoso, ma era così solo perché non c’erano i giusti interlocutori. Oggi è molto diverso, anche se c’è tantissimo da fare, ma non ci sono più alibi per  non denunciare fatti di camorra”.

Presenti all'incontro anche Gianni Solino, coordinatore provinciale di Libera, Massimiliano Noviello, il figlio di Domenico; Giuseppe Granata, il figlio i Raffaele, l'imprenditore Pietro Russo, da anni sotto scorta. “Da me viene tanta gente a comprare – dice l’imprenditore sammaritano -  ho aumentato il fatturato rispetto a prima. Ma vedo che c’è ancora tanta paura tra i cittadini di mostrare solidarietà aperta nei miei confronti. Nessuno lo dice in pubblico che viene da me a comprare materassi”

Il commissario antiracket e antiusura, Domenico Cuttaia, presente all'incontro, sottolinea che in Campania sono stati elargiti 3 milioni 668 mila euro per le vittime per dell’usura (29 domande accolte)  e 1 milione 714.848 euro per le vittime dell’estorsione (33 domande accolte). “Però i numeri sono palesemente inferiori a quello che è il dato reale – spiega Cuttaia -  volendo considerare il dato nazionale, negli ultimi cinque anni,  il fondo  ha elargito 125 milioni di euro. Un dato  che è anche di una consistenza numerica importante, tale da poter dare fiducia agli imprenditori che si rivolgono alla legge. Vogliamo assicurare tutti quelli che denunciano che noi interveniamo, rispondiamo e cercheremo di essere sempre più tempestivi”.