Napoli

Afragola, dove il sindaco uscente Pd si ricandida contro mezzo partito

Tuccillo si gioca la carta della rielezione in contrasto con gli uomini di De Luca, chiedendo ai dirigenti dem di non farsi vedere. E rifiuta il confronto con il candidato di centrodestra. Mentre il "terzo incomodo", dei 5Stelle, spera nell'effetto sorpresa  

2 minuti di lettura
Un sindaco uscente che rifiuta il confronto con lo sfidante. Il secondo che si chiede perché. Il terzo incomodo, che può essere davvero ago della bilancia. Succede a Afragola. Il paese degli estremi: dalla avveniristica stazione della Tav di Zaha Hadid al buco nero sociale del rione Salicelle, bunker di camorra dove anche la polizia ha paura di entrare. Città che arriva al voto del 10 giugno dopo cinque anni di navigazione con Domenico Tuccillo, già deputato pd, eletto sindaco nell'ormai lontano 2013. Tuccillo si gioca la carta della rielezione. Nel deserto attuale del Pd, anzi contro. Ha fatto scalpore la sua richiesta in campagna elettorale di "non farsi vedere da queste parti" ai dirigenti del partito. Il fatto è che Tuccillo avverte soprattutto la "longa manus" del presidente della Regione Enzo De Luca, Pd. Il leader di "Campania libera", formazione nata in  appoggio a De Luca, è una vecchia conoscenza: Tommaso Casillo, ex sottosegretario socialista con Prodi, ora al fianco di De Luca e vicepresidente del Consiglio regionale. Succede che Casillo faccia apertamente campagna elettorale per Claudio Grillo, presidente della locale "Pro loco" e candidato sindaco del centrodestra. "Con Grillo sappiamo per chi si vota - è andato in giro a dire Casillo - qui il garante non sono né Casillo né Carfagna, il garante è Grillo". Dunque il candidato del Pd non è appoggiato da De Luca.

Il riferimento a Mara Carfagna è dovuto. È venuta anche lei in campagna elettorale a lanciare Grillo, insieme a altri dirigenti di Forza Italia e a Pina Castiello. Perché Tuccillo deve guardarsi le spalle non solo dai deluchiani, ma anche dalla ricca colonia leghista che agisce fra Afragola e Casoria, che poi altro non è che il gruppo ex An e poi ex Fratelli d'Italia guidato dalla neoparlamentare leghista Castiello e un altro ex parlamentare, nonché ex sindaco di Afragola, ovvero Enzo Nespoli. Protagonista di alcune inchieste su assunzioni e gestione di una società di vigilanza privata, Nespoli finì agli arresti domiciliari non appena scaduta l'immunità che il Senato gli aveva concesso. Si aggiunga che Tuccillo deve anche scontare la ostilità di una parte del Pd: due consiglieri che non gli hanno votato il bilancio sono sati di recente espulsi. Se non altro si è evitato l'arrivo in paese di Matteo Salvini: il neoministro dell'Interno avrebbe dovuto tenere un comizio pro Grillo, ma è stato trattenuto a Roma dal dibattito sulla fiducia.

È in questo clima che è maturato l'evento clou della campagna elettorale, il rifiuto di Tuccillo di partecipare a un confronto con Grillo perché "è la controfigura nelle mani del vero regista della coalizione, Vincenzo Nespoli, che io ho sfidato pubblicamente ma che si è ben guardato dal raccogliere la sfida". Grillo ha replicato palesando sconcerto: "Sono io il candidato, perché sfida Nespoli?". Così i due continuano a percorrere strade e piazze, a inaugurare comitati dei loro candidati, ignorandosi l'un l'altro e marciando verso il duello finale del 10 giugno. Uno, Tuccillo, con otto liste d'appoggio. L'altro, Grillo, con ben 10 liste. Sempre che il terzo incomodo, Michele Bencivenga, non ci metta lo zampino. È infatti il candidato dei cinque stelle. Un professore di Istituto tecnico che ha espresso parere positivo sul contratto con la Lega, e che si infila così fra i due litiganti: "Il litigio altrui non fa che favorirci, nelle urne possono esserci sorprese". La Pomigliano di Luigi Di Maio è comunque a due passi, i Cinque stelle sperano in un colpaccio che smentisca la teoria della loro inconsistenza alle elezioni amministrative.