Napoli

Salvini di nuovo all'attacco del centro sociale ex canapificio di Caserta: interviene il sindaco

La solidarietà di Nogaro e "l'appello alla coscienza di tutti"
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Il ministro dell’Interno Matteo Salvini di nuovo all’attacco del Centro Sociale ex Canapificio di Caserta. Ieri c’era stata la mano tesa dei ragazzi che lo avevano invitato in città per fargli vedere come funziona il sistema di accoglienza dei migranti. Un gesto distensivo dopo che due giovani immigrati originari del Mali, beneficiari del progetto Sprar, erano stati vittime di un episodio di violenza a Caserta.

Lunedì 11 giugno, intorno alle 22, i richiedenti asilo Daby e Sekou sarebbero stati avvicinati da una Fiat Panda di colore nero, a bordo della quale viaggiavano tre giovani italiani che hanno sparato alcuni colpi con una pistola ad aria compressa al grido "Salvini Salvini". Il ministro dell’interno nel commentare questi fatti, aveva messo in dubbio la notizia. “inviterei tutti a notare che la fonte è un centro sociale. Insomma, fossi in voi qualche verifica più approfondita mi sembra doverosa" Aveva sostenuto.

Il nuovo attacco è arrivato nel corso della trasmissione Agorà di Raitre. Salvini, in riferimento al progetto Sprar di Caserta, a cui partecipa anche il centro sociale ex Canapificio, ha detto: “Che ci siano dei quattrini pubblici gestiti da chi occupò dei locali è una cosa bizzarra”.  Sulla vicenda è intervenuto il Sindaco della città, Carlo Marino.
 
“Intendo precisare che il progetto  - ha sottolineato il primo cittadino - è gestito, come accade ovunque, con la collaborazione ed il supporto costante del Ministero dell’Interno, attraverso le piattaforme del Ministero dell’Interno, con bandi pubblici e procedure di gara efficienti trasparenti indicate e realizzate dal Ministero dell’Interno.

Per arrivare agli straordinari risultati che la Città di Caserta ha conseguito con il progetto Sprar abbiamo interloquito quotidianamente con i funzionari dello stesso dicastero e con la prefettura, vincendo come Comune il bando del Ministero ed assegnando, attraverso una gara europea, la gestione del progetto all’associazione del Centro Sociale Ex-Canapificio che – è bene precisarlo –  ha aggiunto Carlo Marino - rispondeva a tutti i requisiti previsti, essendo in possesso anche di un regolare contratto di comodato d’uso dei locali stipulato con la Regione Campania. Ci dispiace che il Ministro Salvini – ha continuato il Sindaco -  metta in dubbio le attività gestite dai funzionari dello stesso dicastero che ha l’onore di guidare. Piuttosto, mi sembrano “bizzarre” le dichiarazioni di chi forse conosce ancora poco le procedure interne al suo Ministero, la cui bontà ed efficienza – sono certo – nei prossimi mesi avrà occasione di apprezzare”.
 
Ai ragazzi del centro sociale è giunta una telefonata del vescovo emerito di Caserta, Raffaele Nogaro. “Vi sono vicino. Apprezzo il vostro lavoro. Mi sento uno di voi che da tanti anni combattete per i diritti degli immigrati. Grazie per quello che fate”. 

Nogaro, peraltro, ha lanciato anche un appello “alla coscienza di tutti”,  insieme al professor Sergio Tanzarella,  ordinario di Storia della Chiesa presso la Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, dal titolo “Non si devono chiudere i porti perché non si può sbarrare il cuore”:

“Chi agita il libro del Vangelo e la corona del Rosario e intanto semina odio e paura e stando al governo organizza chiusure di porti e respingimenti di esseri umani – è scritto nell’appello -  dimostra che del Vangelo o non ha letto parola o non ha capito nulla e usa la corona del Rosario come un magico amuleto.  Come cristiani oggi non possiamo tacere, non possiamo renderci complici dell’ingiustizia sistemica che provoca morte: non si vogliono accogliere i migranti mentre contemporaneamente ci si impadronisce di tutte le loro risorse (terreni, acqua, giacimenti) e si esportano armi e sistemi d’arma che uccidono e distruggono le speranze, lasciando come unica possibilità di sopravvivenza il migrare. Non serve offrire aiuti, ma smetterla di derubare popoli, cessando un infinito post colonialismo.  La vita e il rispetto per la vita prima di tutto e sopra di tutto. Prima di ogni calcolo umano, prima di ogni burocratica e mistificante distinzione tra rifugiato e migrante, prima di ogni strategia e diplomazia, prima di ogni tornaconto elettorale e pragmatismo politico”.