Napoli

Morti bianche, palloncini per Salvatore, il 22enne caduto da un lucernaio in via Duomo

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Il prete: "Un esempio per i tanti giovani che vivono la difficile realtà di Forcella", Assessore:  "Nuova legge deve essere la priorità"
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"Bomber vivi in noi", "Non si può morire di lavoro". Sono i messaggi lasciati davanti alla chiesa di San Giorgio ai Mannesi, nel Rione Forcella a Napoli, per Salvatore Caliano, il ragazzo di 22 anni morto martedì scorso cadendo da un lucernario in un condominio in via Duomo dove stava lavorando per guadagnare pochi euro.

Il suono della tromba, coriandoli, applausi e palloncini bianchi hanno accompagnato l'uscita del feretro sotto il murale dedicato a San Gennaro.  In chiesa, accanto alla famiglia, straziata ma composta nel suo dolore, tante persone e molti ragazzi.

Amici che hanno indossato una maglietta bianca con stampata una fotografia di Salvatore. Sul feretro di Salvatore soltanto rose bianche. "Era un ragazzo eccezionale - dicono gli amici - Chiediamo al governo misure per evitare gli incidenti sul lavoro e contrastare il lavoro nero".

Il quartiere si è stretto attorno alla famiglia Caliano così come anche l'Amministrazione comunale che ha partecipato alle esequie rappresentata dal vicesindaco, Raffaele Del Giudice.

"L'Amministrazione - ha detto Del Giudice - ha voluto partecipare la propria vicinanza alla famiglia sempre nella discrezione e nel rispetto del loro dolore".

L'ultimo saluto di Forcella per Salvatore, l'operaio morto in via Duomo


Ai familiari, il numero due di Palazzo San Giacomo ha espresso il desiderio del sindaco, Luigi de Magistris, di recarsi da loro in visita. A celebrare i funerali di Salvatore, don Angelo, che ha sottolineato le qualità del ragazzo parlando di lui come "un esempio" per i tanti giovani che vivono la difficile realtà di Forcella.

Una delegazione del coordinamento nazionale di DemA ha partecipato alle esequie di Salvatore Caliano, il giovane di 22 anni morto a Napoli mentre per 35 euro stava pulendo un lucernario in un palazzo del centro cittadino.

"Il dramma della morte di Salvatore ci ha colpito profondamente - dice Enrico Panini segretario nazionale di DemA in una nota - portiamo le nostre condoglianze alla famiglia partecipando ai funerali".
"Il tema della sicurezza sul lavoro e della lotta serrata al lavoro nero è per noi una priorità assoluta nel Paese - spiega Panini - in autunno daremo vita a una mobilitazione generale perché in Italia c'è bisogno di una nuova legge sul lavoro che oltre alla lotta alla precarietà tuteli la sicurezza sul lavoro e l'emersione dal lavoro nero. Morire per 35 euro ci dà la misura del dramma sociale che viviamo nel nostro Paese, soprattutto nel Mezzogiorno. Non si può morire di lavoro, in Italia la strage di chi muore per portare il pane a casa ha dei numeri impressionanti, mentre il dibattito politico gira intorno ai mal di pancia di Confindustria, e alla reintroduzione dei voucher, prestazioni di lavoro occasionali e prepagate senza alcun tipo di tutela", prosegue Panini.

"Per noi si tratta di una vera emergenza nazionale - prosegue - e crediamo che invece di occuparsi della caccia allo straniero al centro dell'agenda di governo dovrebbe esserci un bisogno prioritario di chi vive in questo Paese: il lavoro, sicuro, legale e tutelato", conclude il segretario di Dema.

Alle esequie nella chiesa del popolare quartiere di Forcella ha preso parte una delegazione del coordinamento nazionale di DemA composta da Francesco Chirico, Laura Mormorale, Arnaldo Maurino.