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Napoli, sui migranti il deputato leghista avverte il prefetto: comanda Salvini, si adegui

Cantalamessa durante una assemblea coi residenti del quartiere Vasto: "Il rappresentante del governo in città è il direttore di un centro commerciale, ma non il proprietario..."
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Si chiamano Cas, centri di accoglienza straordinaria. Ospitano i migranti. E in città sono concentrati soprattutto nella zona di piazza Garibaldi. « Abbiamo nei Cas del Vasto gente che sta dal 2015. Una anomalia. Se c’è qualcuno che deve saltare da qualche scrivania che dipende dal ministero dell’Interno, noi lo facciamo saltare». Parla così Gianluca Cantalamessa, 50 anni, neo deputato della Lega, eletto in Campania, ex An, figlio di missino, considerato il referente di Matteo Salvini a Napoli. È martedì 7 agosto, quando incontra una cinquantina di persone del quartiere Vasto, riunite in un comitato. La riunione si svolge in un albergo alla spalle della stazione.

La platea è esasperata. « Non ce la facciamo più » , dice una signora. « C’è prostituzione, spaccio », aggiunge. E riferendosi agli stranieri: « Mangiano, bevono, si fanno i capelli per strada, fanno i loro bisogni. Ci riempiono di parolacce » . Cantalamessa rassicura: « In questo momento non vi parla uno scemo, ma una persona delegata del ministro dell’Interno a stare qua, a dire a persone come voi che proviamo a fare tutto quello che possiamo». Il nodo è agire sulla prefettura a cui compete la gestione dei Cas.

Il deputato leghista usa un linguaggio irriguardoso verso il rappresentante dello Stato sul territorio per garantire l’intervento del governo sul Vasto: « Il prefetto risponde al ministro (Salvini, ndr), il prefetto è il direttore di un centro commerciale, non è il proprietario. Se il proprietario dice: "Devi fare gli sconti a quello e non a quell’altro", il prefetto da uomo delle istituzioni fa quello che dice il proprietario del centro commerciale » . Una donna incalza: « Ma ora risponderà il prefetto? » . E Cantalamessa continua sulla stessa linea: « Adesso è arrivato il nuovo proprietario del centro commerciale. Voi che siete i clienti, dobbiamo stare in stretto contatto, perché io ho rapporti col proprietario del centro commerciale e se le cose non vanno sono tenuto ad andare dal proprietario e dirgli che al centro commerciale si continuano a fare sconti ai biondi e non a quelli che tengono i capelli neri».

Cantalamessa giudica « una scorrettezza nei confronti del quartiere il fatto che ci sono 14 dei 26 Cas in città con 850 immigrati rispetto ai 400 presenti » nel resto di Napoli. E promette: « Ho chiesto al prefetto un incontro col sindaco per rivedere la distribuzione dei Cas in città. Chiederò un incontro anche al questore. Oltre ai Cas devono partire i controlli su quelli (migranti, ndr) che vivono in 20 in una casa » . Un uomo lo interrompe e spiega come si giustificano gli stranieri: « Dicono: questo è mio cugino, mangia e se ne va. Allora li dobbiamo solo uccidere... » . Cantalamessa lo rimprovera: « No, tu passi un guaio e loro continuano a stare per strada». Poi il deputato rivela uno spaccato agghiacciante: « Ho parlato con una clinica a Castel Volturno. Fanno 7 mila accessi l’anno di immigrati irregolari, una media di 40 morti l’anno che nessuno si va a ritirare. Il proprietario della clinica non sa che farsene dei morti. Ha i posti delle celle frigorifero occupate, nessuno se li va a prendere... Paga lui i loculi » . Cantalamessa si intrattiene sui meccanismi che regolano l’accoglienza. Racconta: «Un’altra anomalia. La commissione che valutava le pratiche dei richiedenti asilo di Napoli, Salerno e Potenza, dipendeva da Salerno. Che criterio logico è? Dal primo settembre su nostra sollecitazione ci sarà un potenziamento di 25 persone agli uffici di via Marina. Devono chiamarsi tutte le persone, Cas per Cas: " Hai diritto ti diamo tutto, non hai diritto vedi dove te ne devi andare". Io tanto mi fermo quando il problema si risolve».

« Siamo circondati » , dice una donna. « Il prete è costretto a chiudersi dentro, se se ne va la chiesa siamo sconfitti. Dopo le 9 di sera polizia e carabinieri non mi rispondono più » . Un’altra signora se la prende con il mercatino degli extracomunitari di via Bologna: « Se ne deve andare, è un appoggio».

Cantalamessa precisa il suo ruolo in quel momento: « Io non sono al governo della città. Posso parlare per conto della maggioranza che ha espresso il ministro dell’Interno » . E attacca de Magistris: «Se il sindaco ha delle competenze e non le espleta, non posso andare con la pistola a spararlo».

A una donna che gli chiede «un repulisti generale anche per la criminalità nostra», il deputato garantisce: « Ho firmato per abolire gli sconti di pena.
C’è un problema di sotto-organico delle forze dell’ordine. Io ho già chiesto di aumentare le forze di polizia in questa città » . Prima di lasciare la sala, una raccomandazione ai residenti del Vasto: «Cercate di avere sempre buoni rapporti con le persone di colore, altrimenti rischiamo per l’opinione pubblica di passare dalla parte del torto. C’è tanta gente di colore molto meglio di tanta gente bianca».

Dalla platea però qualcuno non è d’accordo: «I razzisti sono loro, ci vogliono annientare » . Cantalamessa conclude ironico: «Io schifo tutti i razzisti, ma quelli che schifo di più sono i razzisti nei confronti degli italiani».