In evidenza
Sezioni
Annunci
Quotidiani NEM
Comuni

Il M5S : «È il primo passo per il governo»

D’Incà lancia segnali alla Lega mentre il Pd fa la voce grossa: «I meriti sono di Gentiloni e Bressa»

2 minuti di lettura

VENEZIA. Tutti d’accordo e pronti ad obbedire al “Doge” Serenissimo Luca Zaia. Con toni e sfumature diverse, ma la battaglia dell’autonomia ha arruolato l’intero fronte parlamentare, tranne Leu che in Veneto ha fatto un buco nell’acqua. Federico D’Incà e Luigi Endrizzi, del M5S, ripetono in coro: «Le uniche due forze che hanno abbracciato convintamente la strada dell’autonomia sono Lega e M5S, premiate dal voto del 4 marzo. Le formule di governo vanno costruite sui contenuti, proprio per questo abbiamo chiesto a Salvini di firmare un contratto sul modello tedesco. 10 cose chiare da fare. Subito. L’autonomia è materia del Parlamento e i partiti sono chiamati a dare continuità al referendum, Di Maio sostiene le richieste del Veneto ma bisogna trovare un’intesa con Friuli, Trentino, Lombardia ed Emilia Romagna: va costruita una macroarea europea per competere con la Germania ad armi pari».

L’obiettivo finale è l’autonomia speciale di Bolzano? «Partiamo dalle 23 materie previste dalla Costituzione, otteniamo subito dei grandi risultati e lavoriamo per favorire poi le riforme costituzionali ogni 8-10 anni», ribatte D’Incà.

Ma che ne pensa il Pd dell’appello di Zaia a un parlamento costituente per l’autonomia del Veneto? «Noi andremo avanti in coerenza con le riforme del 2001. Il presidente non ha spiegato perché nel 2007 la regione guidata da Galan è stata bloccata dal governo Berlusconi, di cui Zaia era ministro: la riforma arriva 10 anni dopo per colpa del centrodestra e bisogna ringraziare Bressa e Gentiloni se la preintesa è stata firmata in tempi rapidi. Zaia e Bossi portano grandi responsabilità nel ritardo. Sarà compito del nuovo governo approvare l’intesa e portarla in Parlamento: il Pd darà un contributo decisivo come sempre», afferma il senatore Andrea Ferrazzi.

Al suo fianco sbuca Nicola Pellicani: «La preintesa porta la firma del premier Gentiloni e va recuperato quello spirito che 50 anni fa ha consentito a Venezia di ottenere la Legge speciale con un gioco di squadra tra Pci, Dc e Psi. Oggi ci vuole un gioco di squadra sulle riforme federali, Zaia è leader dell’autonomia a Venezia, mentre Salvini a Roma ha ben altri programmi in agenda...»

E ora il centrodestra, che giocava in casa. Roberta Toffanin, senatrice di FI, non ha dubbi:«Il Veneto ha tutti i numeri per ottenere una vera autonomia, qui non si spreca nulla e quando organizziamo i referendum si riesce persino a risparmiare». Marco Marin, tra una telefonata a Malagò per le Olimpiadi a Cortina e una battuta in tv, aggiunge: «L’autonomia è una battaglia che riguarda tutti i veneti, il 22 ottobre ha stravinto il sì con il 98%. Noi ci saremo fino in fondo, ma il Pd non si può defilare».

Più articolata l’analisi di Pierantonio Zanettin: «Ho votato convintamente il referedum e attendo di capire quale sarà il percorso politico del nuovo governo. Dalle urne è uscito un verdetto di ingovernabilità e il mio auspicio è che prevalga il senso di responsabilità per un programma liberal conservatore, moderato, che non ci metta in difficoltà con l’Europa e gli Usa», afferma il deputato di FI.

Ultima battuta al senatore Antonio De Poli. «Sono convinto che un governo a trazione centrodestra possa essere una garanzia per portare a casa questo importante traguardo. Bisogna fare presto, concludere il percorso dell’intesa e poi farla ratificare dal Parlamento».

Albino Salmaso

©RIPRODUZIONE RISERVATA.

I commenti dei lettori