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Ministro della Famiglia Salvini punta su Lanzarin

Il nome dell’assessore regionale ai Servizi sociali e quello dell’onorevole Fontana nella rosa dei candidati per la squadra di Palazzo Chigi. Fraccaro per il M5S

di Albino Salmaso
2 minuti di lettura

PADOVA. Se a Venezia M5S e Lega se le suonano di santa ragione sulla nuova legge elettorale che spalanca le porte al “win for life” dei consiglieri regionali, a Roma Luigi Di Maio e Matteo Salvini sono a un passo dall’altare delle nozze del governo giallo-verde con la Lega pronta a concedere due ministri al Veneto: i candidati alle poltrone sono Lorenzo Fontana e Manuela Lanzarin. Il leader del Carroccio intende essere “magnanimo” con la terra che l’ha premiato con il 35% e non applicare la regola del Pd che nell’ultima legislatura ha affidato solo al ministro Flavio Zanonato e poi ai sottosegretari Baretta, Zanetti e Degani la difesa degli interessi di una delle regioni più dinamiche d’Italia. Resta il M5S: come verrà coinvolto nel “governo del cambiamento” di Luigi Di Maio? Dai palazzi romani arrivano solo dei garbati “no comment” ma i grillini lasciano intendere che Riccardo Fraccaro è nella lista dei big per la squadra di Palazzo Chigi: il deputato cresciuto a Riese Pio X nel Trevigiano vive però a Trento e quindi il Veneto ha lanciato in pista i nomi dei parlamentari Federico D’Incà, Giovanni Endrizzi, Mattia Fantinati e Alvise Maniero, neo deputato ex sindaco di Mira. Ma la vera carta segreta potrebbe essere Massimo Colomban, ex assessore alle Partecipate nella giunta Raggi a Roma, fondatore di Permasteelisa.

Nella Lega, invece, sono in forte ascesa le quotazioni di Manuela Lanzarin, assessore al Sociale nella giunta Zaia. Il suo nome è uscito dal vertice di mercoledì sera a Montecitorio, quando Giancarlo Giorgetti e Roberto Calderoli hanno riunito un gruppo di parlamentari per avviare il confronto sulla squadra di governo. Cosa spinge al rialzo la nomina di Manuela Lanzarin, ex sindaco di Rosà, poi deputata e dal 2015 assessore ai Servizi sociali nella giunta di Palazzo Balbi?

Un fatto molto semplice: Matteo Salvini nella campagna elettorale, oltre a predicare l’espulsione dei clandestini, il diritto a sparare ai ladri che entrano in casa e il taglio del fisco con la flat tax, ha proposto la nascita del ministero della Famiglia e dei Disabili. Con l’obiettivo di avviare politiche coraggiose a sostegno della natalità, per evitare il declino demografico dell’Italia passata dalla struttura patriarcale del dopoguerra, al record di single e anziani del terzo millennio.

Dopo aver vagliato i curricula, compreso quello di Bebe Vio, stella veneziana della Paralimpiadi di Rio 2016, il leader del Carroccio ha deciso di puntare su Manuela Lanzarin, 46 anni, deputata dal 2008 al 2013 e sindaco di Rosà dal 2002 al ’12. Di grande capacità comunicativa, grazie anche alla sua preparazione universitaria come interprete, la Lanzarin non si fa trovare al telefono. A Venezia ha ereditato lo scandalo dei fondi alle false coop sociali dell’era Sernagiotto e lei ha raddrizzato la barca con grande tenacia. Mercoledì a Montecitorio il suo nome è stato salutato con favore dai parlamentari e ora sarà sottoposto al vaglio del professor Giuseppe Conte. Due gli ostacoli da superare: il premier e il M5S daranno via libera al nuovo ministero della Famiglia e dei Disabili o queste deleghe saranno accorpate in dicasteri più pesanti, quali il Welfare o la Sanità? Nel governo Renzi, la delega della famiglia fu assegnata a Enrico Costa, ministro delle Regioni, in quota Udc, poi passato al centrodestra. Altra questione: il Veneto riuscirà davvero ad ottenere due ministri, in una squadra ristretta di 16-18 poltrone? Il rebus verrà sciolto tra qualche ora: Lorenzo Fontana, veronese, viene accreditato per la Difesa o l’Agricoltura, mentre Manuela Lanzarin è accreditata per il dicastero della Famiglia, per avviare una svolta e non cedere al declino demografico.

L’altro big che gode di buone chances è Massimo Bitonci, presidente della Lega in Veneto, rieletto deputato: se Giancarlo Giorgetti assumerà la carica di sottosegretario alla presidenza del Consiglio, l’ex sindaco di Padova potrebbe essere nominato presidente dei deputati del Carroccio, e replicare l’incarico già ricoperto al Senato. Un ruolo di assoluto prestigio.

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