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La Lega assedia Treviso ultima roccaforte del Pd

La sconfitta del 2013 brucia ancora, Salvini e Zaia guidano l’assalto a Manildo intorno al candidato Conte anche l’ex Sceriffo Gentilini e tutto il centrodestra

di Andrea Passerini
2 minuti di lettura

TREVISO. «È la madre di tutte le battaglie». In casa Lega non evocano né la Normandia né Stalingrado, ma la Treviso presa dal centrosinistra con Manildo nel 2013, per il Carroccio, è ferita che brucia ancora. Salvini ha chiesto, semplicemente, la reconquista. Per riprendersi il capoluogo della Marca padana (la Lega è al governo nel 43% dei comuni). A tutti i costi e anche di più.

È sceso in campo il governatore Zaia, che ha spiazzato subito i gobbiani recuperando l’indigesto (a Gobbo & Co) Giancarlo Gentilini. Sì, lo Sceriffo, che lanciava insulti e strali fino a tre mesi fa sui vertici del Carroccio, e sul candidato sindaco Mario Conte, geometra, emergente, che rivendica con orgoglio l’estrazione di periferia. Gentilini lo considerava un traditore: dopo averlo portato in consiglio nella sua lista, Conte ha traslocato nel Carroccio, premiato con l’incarico di capogruppo.

Il blitz di Zaia ha rovesciato tutto, sancito la compattazione del centrodestra, nel 2013 diviso in tre. E i gobbiani hanno ingoiato e taciuto. Forza Italia e Fratelli d’Italia, potessero decidere oggi, presenterebbero il conto dello schiaffo di Salvini a Roma. Ma nel Veneto il centrodestra classico non si tocca. Toni Da Re ha dato la linea: Treviso val bene... ex Dc ed ex grillini, no vax e cattolici, ex Pd, persino lo scudo con Libertas. E ora si confida sull’onda del governo pentaleghista e sul volano del trionfo in Friuli, per chiudere il match al primo turno. Sette liste: Lega (con Nord annesso, signfiicativo), i brand di Zaia e Gentilini, i giovani della civica di Conte (con quota big e veterani), lo scudo Dc (lista Renosto), Fratelli d’Italia e l’ex Pdl (Grande Treviso di Beppe Mauro).

Manildo e il centrosinistra rispondono riposizionandosi verso il centro, ma soprattutto connotando in chiave civica la coalizione vincente nel 2013. Il sindaco e l’ala moderata del Pd, con il sostegno dei centristi, hanno tagliato la sinistra radicale, per aumentare l’appeal sul settore moderato della città, da sempre decisivo. E in quello spazio, l’avvocato boy scout Manildo ha innestato la sua centralissima civica. Il sindaco uscente insiste - è un mantra – sulla valenza locale della consultazione: «Si sceglie il sindaco, non è una partita nazionale». E mette sul piatto il dinamismo della città, il boom turistico (+13% ogni anno di media, il doppio del resto del Veneto), la rinascita culturale. Con il “perno” Pd corrono quattro civiche: Per Treviso di Ofelio Michielan e Impegno Civile di Luciano Franchin, protagoniste nel 2013, si sono fuse rispettivamente con la civica del sindaco e con la sinistra “di governo”. Debutta “Treviso è” dell’imprenditore Paolo Camolei, l’unica riconfermata è “Treviso Civica” con Rosi, Vitale, Brollo e Buoso & Co.

Gli altri quattro candidati, non semplici spettatori, sono Domenico Losappio (5 Stelle), Maristella Caldato (Tu-Treviso Unica), Said Chaibi (Coalizione Civica - Sinistra per Treviso) e Carla Condurso (Popolo della Famiglia). Decisivi, se ci sarà ballotaggio, i 5 Stelle del filologo Losappio, docente all’università di Venezia: peserà più l’effetto governo, o l’addio choc del leader storico David Borrelli, amico di Grillo e Casaleggio senior? Intanto i big si sono spostati nel centrodestra (l’ex candidato sindaco Alessandro Gnocchi e Anita Avoncelli, voce dei free vax) o nel centrosinistra (Mariangela Riva, compagna di Borrelli, neomamma). A sinistra, Coalizione Civica di Said Chaibi salda volontariato e università, seconde generazioni e sindacato, sinistra e accoglienza, formazione e start up (Chaibi lavora sull’inserimento occupazionale dei giovani ). Maristella Caldato, dipendente Ater, pasionaria del Pd, la più votata nel 2013 (quasi 600 preferenze), è stata espulsa dai Dem per le critiche a Manildo, per lei discontinuo rispetto alla Lega & co, che hanno pure bocciato anche la sua proposta di tagliare del 30% di stipendi e indennità di giunta e consiglieri. E adesso guida la lista outsider Treviso Unica, la lista più rosa: ben 18 donne e 14 uomini. Completa il quadro il Popolo della Famiglia, di forte impronta cattolica, pro-life e antiabortista: candida l ’avvocato canonista Carla Condurso.

Oltre a Treviso, vanno al voto altri 8 comuni. 135.049 gli elettori – 68 mila solo nel capoluogo - in 149 seggi, di cui 77 a Treviso. Un solo altro comune ha il doppio turno – Vedelago, un tempo il più scavato d’Italia. Ed è anche la prima volta.

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