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«Perquisizioni, incontro con Fico»

Il presidente della Fnsi Giuliettti in redazione al “mattino” annuncia un dossier al presidente della Camera

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PADOVA. Padova dopo Salerno, Olbia e Pavia. E poi ancora Bolzano.

È un assalto concentrico al diritto di cronaca. «Un attacco ai cronisti che si occupano di mafia, malaffare, corruzione e finanza» ha tuonato Beppe Giulietti, presidente della Fnsi, nella sede de il mattino di Padova dove ieri si è recato a portare la solidarietà del sindacato dei giornalisti italiani ai vertici del quotidiano, il direttore Paolo Possamai e il condirettore Paolo Cagnan, e alla giornalista Cristina Genesin. Tutti e tre finiti nell’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Venezia con la giornalista accusata di violazione del segreto istruttorio con l’aggravante mafiosa. Martedì scorso il sostituto procuratore Fabrizio Celenza della Dda di Venezia ha ordinato (dando mandato al Gico della Guardia di Finanza) la perquisizione domiciliare e della postazione di lavoro di Cristina Genesin, sequestrandole cellulari, anche personali, computer e documenti cartacei. La vicenda riguarda la pubblicazione più di un anno fa di notizie e foto, risalenti queste ultime al 2013, sulla presenza del figlio di Totò Riina a Padova. All’incontro di ieri hanno partecipato anche alcuni rappresentanti del Comitato di redazione dei giornali veneti Gnn (il mattino di Padova, la nuova Venezia, la tribuna di Treviso e Corriere delle Alpi), del Sindacato giornalisti Veneto e dell’Assostampa padovana.

«Solleveremo questo tema davanti a tutte le istituzioni del paese: il 22 giugno incontreremo il presidente della Camera Roberto Fico, poi abbiamo chiesto un incontro al presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e al Consiglio Superiore della Magistratura, a loro porteremo un dossier sui ripetuti casi di violazione del segreto professionale. Si tratta sempre di cronisti che indagano su mafia, camorra e corruzione e quindi sono quelli che devono tenere accesi i riflettori per avvertire i cittadini dei pericoli che corrono. Noi non possiamo accettare che questi cronisti siano indeboliti nella loro azione». «In questi ultimi giorni tante vicende sparse per l’Italia ci fanno temere seriamente che il concetto di riservatezza delle fonti non sia un principio cardine unanimemente riconosciuto ma è qualcosa che rischia di sfiorare l’aleatorio e il soggettivo e questo la società civile non se lo può permettere», ha dichiarato il condirettore de il mattino Paolo Cagnan.

«Con il mio caso si solleva il tema della tutela del segreto professionale», ha ribadito Genesin, «tema che oggi riguarda i giornalisti, domani potrà riguardare gli avvocati, domani l’altro i medici e ancora i preti o addirittura i pubblici ufficiali che da una fonte confidenziale magari avviano un’inchiesta scomoda» . «Siamo a fianco dei colleghi e delle colleghe, a Padova e ovunque si tenti di porre un bavaglio alla stampa. In questi giorni» ha concluso Giulietti parlando anche a nome dell’Ordine nazionale dei giornalisti, «Siamo pronti a costituirci parte civile, qualora le vicende arrivassero in aula. Non sono questioni locali, ma un tema di rilievo assoluto su cui gli enti di categoria tutti saranno compatti».

Giuliano Doro

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