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«La presidente Casellati dia un segnale concreto Stop ai vecchi privilegi»

Mercoledì il primo incontro tra gli uffici di presidenza di Montecitorio e palazzo Madama «Si proceda di pari passo»

AL. SAL.
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PADOVA. «La Casellati non condivide la nostra delibera sui vitalizi? Credo proprio di no. Sono convinto che quando rientrerà dalla sua missione negli Stati Uniti, la presidente del Senato valuterà molto attentamente la proposta del presidente Roberto Fico: noi vogliamo procedere di pari passo, perché la riforma deve riguardare tutti i 2600 ex parlamentari, senatori compresi». Federico D’Incà, bellunese, questore della Camera, è uno dei più stretti collaboratori di Fico e lancia segnali di dialogo sia al senatore Toni De Poli, questore anziano supervotato, sia alla presidente Elisabetta Alberti Casellati che in questi giorni è negli Stati Uniti per una visita istituzionale che l’ha portata a incontrare anche il presidente Donald Trump. Dagli Usa la first lady del Senato ha fatto sapere che la sua riserva non è di tipo politico, ma riguarda l’iter giuridico scelto da Fico che va sottoposto al vaglio degli uffici legislativi per evitare passi falsi.

Il faccia a faccia tra gli uffici di presidenza di Camera e Senato è quindi rinviato a mercoledì, ma negli incontri preliminari la questione è già stata sviscerata con l’impegno di procedere di pari passo. Da Palazzo Madama, si fa sapere che l’accelerazione impressa dal M5S risponde solo a ragioni politiche, di concorrenza interna con la Lega di Salvini che vola nei sondaggi con gli spot anti-immigrati. Ora la “guerra” alla casta ridà visibilità ai grillini. Ma è davvero così?

«M5S e Lega hanno la maggioranza anche al Senato e quindi credo vada rispettata la volontà del popolo italiano che ci ha affidato il governo del Paese. La riforma dei vitalizi risponde ad un criterio di giustizia sociale, in Italia ci sono 5 milioni di poveri assoluti e chi gode di antichi privilegi deve dare il proprio contributo. Non cerco medaglie ma ricordo che ho rinunciato all’indennità supplementare di questore della Camera: si tratta di 106 mila euro in 5 anni, 1700 euro netti al mese. Il M5S ha voluto dare un esempio con la rinuncia alle indennità di carica di tutti i presidenti e i segretari di Commissione, con una restituzione di 4,7 milioni al Parlamento. Noi tiriamo la cinghia nell’interesse degli italiani e crediamo che ci debba essere un atto di grande dignità anche da parte del Senato per approvare la riforma dei vitalizi», spiega l’onorevole D’Incà.

Tutto a posto? Affatto. Il M5S apre anche il fronte dei consiglieri regionali, parificati nei trattamenti ai parlamentari. «Sono convinto che il governatore del Veneto Luca Zaia non abbia alcuna riserva a tagliare i vitalizi degli ex consiglieri regionali. Possiamo dare il buon esempio: Fico ed io alla Camera abbiamo indicato la strada, ora mi attendo che la Casellati al Senato e Zaia alla Regione dimostrino segnali concreti di collaborazione». —

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