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Sanità, l’ora dei manager “zaiani”: Simionato capo di Azienda Zero

Roberti lascia l’Usl Pedemontana (Simoni farà il commissario) per dirigere lo Iov. Premiati professionisti vicini a Mantoan. Attacca il Pd: «Siamo ormai al tracollo»

Filippo Tosatto
2 minuti di lettura

VENEZIA. In gran silenzio e lontano da occhi indiscreti, la Regione Veneto redistribuisce le poltrone chiave della sanità e lo fa premiando manager assai vicini al direttore generale Domenico Mantoan, nell’occasione garante del lealismo zaiano ( ma soprattutto delle capacità gestionali) dei prescelti.

Le nomine, formalizzate attraverso un decreto del governatore leghista, riguardano anzitutto Patrizia Simionato: l’attuale direttore dell’Istituto oncologico veneto è collocata al timone di Azienda Zero, la “governance” con sede a Padova partorita dall’ultima riforma e chiamata a svolgere tutte le attività “extramedicali” fin qui in carico alle Ulss, sgravando queste ultime da oneri impropri (appalti, finanze, personale, logistica, formazione, contenziosi) per diventare il braccio operativo del welfare nostrano.

Un incarico delicato, non agevole, per molti versi cruciale.

Passo avanti anche per Giorgio Roberti che fin qui ha (ben) diretto l’Ulss 7 Pedemontana: gli è stata affidata la guida dell’Iov, un presidio strategico che ha il “cervello” a Padova ma è destinato ad irradiare le attività di cura e ricerca dei tumori nell’intero territorio regionale, replicando l’ “avamposto” di Castelfranco; a Bassano la poltrona vacante sarà occupata provvisoriamente da Bortolo Simoni, in veste di commissario, nell’attesa delle procedure concorsuali per il successore.

Che altro? Le nomine avranno decorrenza dal primo novembre, Simionato e Roberti «mantengono il contratto in corso», e Luca Zaia li saluta come veterani dotati di «esperienza, capacità professionali e conoscenza approfondita del settore», augurando loro «un buon lavoro nell’interesse dei cittadini assistiti».

La tornata di promozioni, en passant, coincide con l’avvio dell’esame del nuovo Piano sociosanitario in Consiglio regionale e, ancor più, con le polemiche che investono il sistema della salute, sempre più in crisi d’ossigeno per la scarsità di medici.

«Dopo mesi di stallo e dopo i nostri continui richiami, finalmente Zaia si è deciso a nominare il direttore generale dell’Azienda Zero. Parliamo dell’unica azienda sanitaria del Veneto in cui cresce il personale, visto che negli ospedali siamo ormai al tracollo. Il tutto senza nemmeno l’ombra dei promessi risparmi», è il commento di Stefano Fracasso e Claudio Sinigaglia, capogruppo e consigliere del Pd a Palazzo Ferro-Fini.

I dem rilanciano l’allarme della Cgil che stima in 1332 medici e 2397 infermieri l’entità delle fuoriuscite per effetto delle pensioni con quota 100; «Le Regioni d’Italia lanciano l’allarme sul fondo sanitario nazionale, il governo giallo erde è pronto a buttare 10 miliardi di euro per l’assistenzialistico reddito di cittadinanza, ma non trova fondi per il turnover del personale ospedaliero e per l’aumento delle borse di studio agli specializzazioni, né abbiamo certezza alcuna sui fondi per i farmaci innovativi in generale», rincara Fracasso, mentre Sinigaglia riserva la frecciata finale all’assessore Coletto: «Sembra vivere su un altro pianeta quando afferma che in Veneto “la situazione è tranquilla, basta attingere alle graduatorie o attivare concorsi”. Apra finalmente gli occhi, la dinamica in atto è a dir poco preoccupante». —
 

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