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Mogliano in crisi Thor Halvorsen lascia la squadra

MOGLIANO. La tempesta lascia il segno. Si scatena improvvisa, la fuga come reazione istintiva. Thor Halvorsen, certificando il momento complicato, ha abbandonato la nave. A Mogliano confidano di...

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MOGLIANO. La tempesta lascia il segno. Si scatena improvvisa, la fuga come reazione istintiva. Thor Halvorsen, certificando il momento complicato, ha abbandonato la nave. A Mogliano confidano di portarla in porto, ma l’inadempienza di uno sponsor (con sede a Tirana in Albania: è arrivato molto meno di quanto promesso) ha costretto il club, a oggi puntuale nelle mensilità, a rivedere i piani: dopo l’annuncio dei ritocchi da gennaio sui rimborsi spese, ora sono iniziati i colloqui individuali.

Chi non accetta i tagli, può svincolarsi e accasarsi altrove. Halvorsen, in tal senso, ha fiutato l’aria e girato subito i tacchi, volando in Sudafrica. Un mese e mezzo, è rimasto a Mogliano. Il pressing degli altri club è forte, specie dei veneti: a Rovigo, dove nello staff è entrato Umberto Casellato, già coach dei moglianesi (con scudetto nel 2013), piacciono assai il seconda Giordano Baldino e l’ala Michele Visentin, ma anche il terza centro Padrò e il pilone Paolo Buonfiglio. C’è chi dice potrebbero lasciare (dopo Calvisano?) il regista Mornas e il pilone Connolly Tutto per alleggerire il bilancio e onorare i contratti con chi resterà in biancoblù.

Nello spogliatoio non si parla d’altro. Sul campo, tuttavia, s’è vista una squadra motivata e vogliosa, determinata a dare il massimo nel prossimo match, sabato al Quaggia, contro Calvisano. In frangenti così complicati, subentrano infatti motivazioni extra. Alla faccia di una classifica disastrosa, della vittoria tabù da primavera (!), del pronostico quasi chiuso con i bresciani. A veicolare il messaggio è coach Federico Dalla Nora: «Ho chiesto ai ragazzi di fare sistema e finora sta andando bene. I momenti di difficoltà possono compattare il gruppo. La testa può fare la differenza e diventare punto di forza: non hai il supercampione, ma la spinta del collettivo può portarti a dare qualcosa in più. Oggi occorre pensare al rugby e a una società da salvaguardare, poi i ragazzi faranno le loro scelte. Spiace tantissimo, la società è stata corretta nell’illustrare la situazione». (m.tof.)



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