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Venezia, chiesa imbrattata di blu. Caccia aperta al vandalo

Vasta macchia sulla pietra della facciata laterale di San Simeon Piccolo, indignazione per l'ennesimo sfregio al patrimonio della città

Rubina Bon
1 minuto di lettura

L’ennesimo sfregio al patrimonio artistico veneziano ha le tinte del blu. Schizzi di inchiostro colorato - secondo gli addetti ai lavori sarebbe il liquido per riempire il marker, ovvero il pennarello indelebile usato in particolare per le firme, dette tag - sulla pietra della facciata laterale chiesa di San Simeon Piccolo, di fronte alla stazione ferroviaria di Santa Lucia.

Chi ha agito lo ha fatto nella notte tra giovedì e venerdì, approfittando di un momento in cui non passava nessuno. Così la stupidità ha avuto via libera. Dalle tracce lasciate, si deduce che il vandalo di turno si sia divertito a svuotare il marker, lanciando l’inchiostro sulla facciata laterale della chiesa settecentesca che tanto assomiglia al Pantheon di Roma, ma anche sui masegni. Non c’è infatti alcun graffito sulle pietre di San Simeon Piccolo, bensì una vasta macchia di colore che risalta sullo sfondo bianco. In chiesa allargano le braccia: «Puliremo». Ma l’indignazione è il sentimento che prevale di fronte all’ennesima violazione delle bellezze del centro storico per mano di writer-vandali.

L’obiettivo è ora cercare di individuare l’autore dello sfregio. Ma non sarà facile, anche perché per procedere alla denuncia è necessario che le forze dell’ordine abbiano più che un sospetto sulla persona. Come quando, lo scorso aprile, la polizia municipale aveva denunciato una writer francese colta in flagrante con le mani ancorasporche di vernice azzurra mentre stava lasciando il suo “segno”, una stella a cinque punte, in Campiello Rialto Novo, sul capitello ligneo con una Madonna. E poco distante, altri segni del suo passaggio.

Dell’imbrattamento a San Simeon Piccolo è stato informato don Gianmatteo Caputo, delegato patriarcale per i beni culturali: «Purtroppo non si tratta di un caso raro. Spetta alla chiesa pulire. In genere ci si avvale anche di realtà associative cittadine particolarmente sensibili e che sono in grado di rimediare ai danni».

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