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Blitz antidroga: ex calciatore in cella per spaccio, 6 ordini d’arresto

Tre persone in carcere, altrettante latitanti. Nei guai Giuliano Camporese, un passato da giocatore nel Mestre: una cinquantina di indagati

di Marco Filippi
2 minuti di lettura
MESTRE. Per dedicarsi al traffico di cocaina, un affiatato gruppo di spacciatori albanesi, alcuni anni fa, aveva iniziato a commerciare in marijuana. Un mercato meno remunerativo di quello della polvere bianca ma che permetteva di avere subito quella disponibilità di contanti da impegnare poi nell’acquisto di quantità sempre più importanti ed iniziare così un vorticoso giro di spaccio di cocaina che ha permesso ad uno dei componenti di rilevare un mobilificio di Colle Umberto in difficoltà e pagare lo stipendio di 5 dipendenti senza che poi lavorassero. In realtà il mobilificio doveva essere, nei piani di Selim Osmani, uno dei destinatari dei mandati di cattura, soltanto un’attività di facciata per camuffare la fabbrica in magazzino della droga. Non a caso, nel febbraio del 2016, nel corso di un blitz della polizia che portò all’arresto dello stesso Osmani, poi scarcerato ed ora latitante, furono trovati oltre tre etti di cocaina nella fabbrica.

L’operazione antidroga della squadra mobile di Treviso, denominata “Doppia Z”, coordinata dal commissario Claudio Di Paola, è scattata alcuni giorni fa ed ha impegnato complessivamente 150 uomini della polizia. Coinvolto anche un ex calciatore di serie B. Sei i destinatari delle misure cautelari in carcere, tre sono finiti in manette ed altrettanti sono latitanti. Le accuse variano dalla detenzione allo spaccio di sostanze stupefacenti.

Si tratta di Selim Osmani, un albanese di 50 anni, latitante, e dei fratelli albanesi Florian e Shkelzen Babasi, rispettivamente di 26 e 36 anni, latitanti. In carcere sono invece finiti gli albanesi Emir Kola, 31 anni, e Clodjan Koka, 28 anni, entrambi di Villorba, e Giuliano Camporese, 47 anni di Costa di Vittorio Veneto, ex calciatore con trascorsi con Piacenza, Triestina, Olbia e Mestre. Una cinquantina gli indagati sparsi tra le province di Treviso, Venezia, Brescia Macerata e Firenze. Nel corso delle perquisizioni sono state arrestate altre due persone: un albanese di 20 anni, residente a Mestre, Artan Ginaj, sul cui capo pendeva un ordine di carcerazione perché deve scontare due anni per reati legati ai furti, ed il trevigiano Steven Trentin, trovato in possesso di 20 grammi di cocaina.

Particolare anche il fatto che due albanesi destinatari della misura cautelare in carcere sono anche accusati di aver reinvestito i soldi ricavati dal mercato della droga nello sfruttamento della prostituzione sui marciapiedi del Terraglio e in altre città del Nord Italia.

L’indagine, nata nel dicembre 2015 da un modico sequestro di cocaina, complessivamente è durata quasi due anni, nel corso della quale, alcuni degli indagati erano già stati arrestati nel corso dell’inchiesta. Qualcuno, nel frattempo scarcerato, è ora latitante. All’operazione, scattata all’alba di alcuni giorni fa, hanno partecipato 150 agenti di diverse questure d’Italia e 5 unità cinofile. La droga arrivava dall’Albania nei porti di Bari e Brindisi.

Tra i personaggi finiti in galera c’è anche l’ex calciatore vittoriese Giuliano Camporese, ex calciatore di Serie B con la maglia del Piacenza, e allenatore. Un nome legato prima al mondo dello sport e poi a quello della cronaca giudiziaria. Nel 2013 Camporese era finito nei guai per aver strattonato e colpito con un pugno un rivale in amore, di mezzo c’era una ragazza contesa e un presunto tradimento. Ma anni prima era stato coinvolto in altre vicende legate non solo allo spaccio di droga ma anche alla spendita di monete false.

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